Gabriela 8½ / 10 25/02/2008 11:46:57 » Rispondi Film sulla caccia umana, sull’inseguimento e sulla persecuzione. I fratelli Coen sono riusciti ad adattare in maniera quasi perfetta il bellissimo romanzo di McCarthy; nonostante l’impronta originale dei Coen, rimangono fedeli allo spirito originale del romanzo. Quello che all’inizio sembra un film di azione e suspence, carico di forza visiva e narrativa, di violenza estrema e di amarezza; risulta essere in realtà una poesia “rosso sangue”. Tommy Lee Jones rappresenta la sconfitta, la tristezza, il crepuscolo; uno sceriffo stanco e vecchio che non cerca di comprendere l’incomprensibile. Non solo non è un paese per lui, ma non è un mondo per nessuno. E’ un luogo invaso dall’odio, fatto a pezzi, amaro, diviso e duro come una pietra. L’america descritta da McCarthy e dai fratelli Coen non è per vecchi, ma per personaggi come Chigurh, (uno splendido Javier Bardem). La terra dove si svolge la storia dei protagonisti è estremamente dura e viene mostrata così: senza musica e senza suoni artificiali.
“Purtroppo” ci sono andata avendo letto in anticipo il libro. L’inizio è fedelissimo così come i luoghi, l’epilogo un po’ meno: un personaggio è stato completamente saltato e la morte di Moss è un po’ troppo frettolosa nel film (immagino per ovvi motivi di tempo). Lo sceriffo nel libro, (che è il narratore), vanta dei monologhi eccezionali e infine i due ragazzini che danno la camicia a Chigurgh parleranno con la polizia e daranno l’identikit del killer. Per chi ha amato il film, consiglio vivamente anche la lettura del libro.
Un piccolo neo infatti... nel libro la sua morte è descritta meglio e cmq "legata" anche al personaggio della ragazza che solo si intravede nel film: quella che si vede sdraiata nella piscina del motel.
Nono, non è un neo, è la firma dei coen! Vedi, il nichilismo assoluto dei Coen si manifesta anche e soprattutto nella totale indifferenza con cui trattano i loro (anti)eroi, negando loro anche la ribalta di una morte onorevole: come in "Fargo" l'omicidio della moglie ostaggio non viene mai mostrato ma solo menzionato, in "No country for old man" la fuga verso il vicolo cieco di Llewylen viene caricata di aspettative e compartecipazione emotiva per poi risolversi in un adisonorevole morte a tradimento fuori campo per mezzo di un branco di messicani ubriachi ed una sgualdrinella: non gli è concessa nemmeno la morte per mano del killer Chigurt. Stessa sorte tocca alla moglie, liquidata senza neanche un'immagine a commento, ed alla sua anziana madre, di cui ci troviamo a commemorare la morte presumibilmente a causa del cancro dopo aver sorriso dei suoi modi ruspanti. Tutt'altro destino è invece riservato a Chigurt, il malvagio, il killer psicopatico, il quale, pur vittima di un incidente assurdo nonostante le infinite precauzioni nell'impegnare l'incrocio, andrà via sulle proprie gambe totalmente indisturbato, rimanendo l'unico impunito dell'intera vicenda assieme all'anziano sceriffo. Tutto voluto, tutto completo, altro che limiti di tempo o budget: i Coen non lasciano mai niente al caso, e la loro visione della vita traspare energica da ogni pellicola.
Infatti i Coen in questo non sbagliano un colpo.. ehm un morto!
Il libro, ovviamente è più esplicito con queste "morti" ma sono riusciti a dare un loro tocco originale, lasciando nella mente dello spettatore anche le immagini che non si vedono mai.... e Chigurgh è già un personaggio cult.