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REC regia di Jaume Balagueró, Paco Plaza

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Godbluff2     7½ / 10  23/05/2022 14:28:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La co-regia di due registi specializzati in horror da vita al film più famoso e celebrato di entrambi e per entrambi uno dei più riusciti delle rispettive filmografie. Non amo affatto il genere del "mockumentary", del "falso documentario" (non sono un fan della Strega di Blair, ad esempio) ma "REC" è uno degli esempi più convincenti del sotto-genere (ah, e "Found Footage" o anche solo "Falso Found Footage" tecnicamente è un termine sbagliato per questo film, visto che non si basa su ritrovamenti e visione di filmati pre-esistenti ma è tutto ripreso in diretta).
"REC" è uno di quei film che nasce in maniera spontanea, realizzato in modo rigorosamente attinente allo scopo che si proponeva, improvvisato, che sfrutta bene idee narrative semplici, classiche ed efficaci insieme, con ottime intuizioni nella messa in scena. Realizzato con poco ma con tanta voglia.
La messa in scena del falso documentario infatti è una delle migliori che io abbia visto nei film del genere, e il film è stato girato senza che gli attori conoscessero prima le scene, per rendere totalmente genuine le loro reazioni.
Con un po' di fantasia e di buona improvvisazione e la capacità dei due registi di creare atmosfere opprimenti, sporche e lugubri, ne esce fuori uno di quei gioiellini inaspettati, una delle migliori riletture del tema "zombie" uscite nel primo decennio del 2000.
Mi è piaciuta la mescolanza tra scienza-religione, tra infezione virale e possessione demoniaca, è una buona idea, soprattutto perché la parte "mistica" della questione è rivelata solo negli ultimi minuti ed è tutto sommato più accennata che altro, risultando un'importante "chicca" integrativa al disastro della diffusione del virus. Naturalmente, volendo, si trovano incoerenze narrative e logiche ma non è nella solidità narrativa che va cercata la forza di questo claustrofobico ed ansiogeno horror.
Il succo è che "REC" mette addosso una tensione boia. Una tensione e un'angoscia date dall'ottima costruzione in crescendo del delirio orrorifico, da una resa ottima del "falso documentario" e da una splendida gestione degli spazi: rampe di scale, locali secondari, appartamenti, sono trappole strette che non possono mai costituire un rifugio se non assolutamente temporaneo. Questo è forse l'aspetto migliore del film. "REC" è adrenalina continua, è angosciante, è un horror che fa il suo lavoro divinamente.
Purtroppo resta un "mockumentary" e ha come difetto quello che scontano inevitabilmente tutti i film del sotto-genere in questione. Il "falso documentario" punta naturalmente ad inserire la storia e il contesto orrorifico e fantastico in uno stile "realista", cerca di dare un'impressione allo spettatore che sia di verità e realismo in un genere come quello dell'horror che, quasi sempre, punta ovviamente su un'alta sospensione dell'incredulità per poter funzionare; in questo senso il "mockumentary" è un genere "disonesto"; è disonesto perché nel suo inserimento del fantastico in una messa in scena che simula il "realismo" a tutti i costi, finisce con il far crollare la credibilità e la sospensione dell'incredulità dello spettatore. "REC" non ne è esente: nella prima parte la scusa per mantenere accesa costantemente la telecamera è credibile; ma nella seconda metà del film, come diavolo è minimamente possibile credere che in quella situazione il buon Pablo non abbia già fracassato la videocamera in testa a qualche infetto e ora stia correndo a caso in giro per il condominio cercando disperatamente un modo per sopravvivere ? Il trucco della visione notturna come unico mezzo per non muoversi completamente al buio arriva troppo tardi, l'insistenza del tenersi addosso il baracchino in quei frangenti aveva perso senso ben prima.
Tranne questo (non piccolo) difetto di forma che il genere in se si porta dietro, "REC" è un film molto bello, un vortice di terrore adrenalinico riuscitissimo e genuino, opprimente e claustrofobico.