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REC regia di Jaume Balagueró, Paco Plaza

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Marco Iafrate     6 / 10  29/05/2008 22:49:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Essendo un appassionato di film dell'orrore in "bianco e nero", quelli degli anni '30, '40 e '50 per intenderci, vengo inevitabilmente incuriosito anche dagli horror dei giorni nostri, soprattutto se riscuotono enorme successo sia al botteghino che da parte della critica, poteva sfuggirmi "Rec"? impossibile, come rimanere indifferenti a questo fenomeno mediatico? anche se non sono particolarmente attratto da questo genere di pellicole, me lo sono visto.
Ora, non vorrei apparire troppo tradizionalista e forse, detestando i reality, approcciare al giudizio del film in modo un pò prevenuto, ma a me questo connubio horror/real tv non mi ha convinto; la spettacolarizzazione ad ogni costo, il dovere dell'informazione portato alle estreme conseguenze, l'ossessione della diretta, se da un lato possono coinvolgere per la tecnica e la particolarità con le quali vengono propinate, dall'altro irritano quando ci si rende conto che la finzione non può esser fatta passare per realtà, la soggettiva dell'occhio meccanico dell'operatore vorrebbe sostituirsi non al regista ma a noi; siamo noi che entriamo nel sinistro edificio segnalato ai vigili del fuoco, siamo noi che partecipiamo all'orrore degli avvenimenti, siamo noi che non stacchiamo mai l'occhio della camera dalla giovane reporter, noi siamo il cameraman, siamo dentro il reality, non sappiamo quello che succede fuori la portata del nostro "occhio", non c'è montaggio, non ci sono stacchi, niente flashback, niente colonna sonora, solo terrore, intorno a noi; ma il terrore, quello che penetra nei meandri del subconscio ha diverse sfumature, può essere causato da un' ossessione, da una deformità fisica, da un'atmosfera reale che appare irreale, da incubi psicoanalitici; quello a cui si assiste in "Rec" è un terrore distorto, forzato, tele-comandato; se dietro l'occhio della camera ci siamo noi e non il regista, noi siamo inseriti all'interno del contesto e come tali ci partecipiamo; ma come essere umano parte integrante e non semplice macchina da presa che osserva, come faccio a continuare a "riprendere soltanto" tutto quell'orrore? perchè non aiuto gli altri? perche non fuggo? perchè invece di voltarmi, come vorrebbe l'istinto, a cercare la fonte di un rumore o di un rantolo, continuo ad inquadrare il volto terrorizzato della reporter? sto vivendo quell'angoscia o sto girando un film? la telecamera a spalla va bene ma deve lavorare "per" la protagonista e non "con".
under83  02/06/2008 12:14:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
grande, sono completamente d'accordo con te.. il tentativo di far risultare la situazione "vera" tramite la telecamera a spalle ha l'effetto contrario di farla risultare piu finta, al contrario di the blair witch project..
Marco Iafrate  05/06/2008 18:01:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie del complimento under, andiamo un pò controcorrente il film è piaciuto a molti, ma è giusto così, non possiamo vedere le cose tutti allo stesso modo.
Invia una mail all'autore del commento Ødiø Pµrø  12/07/2008 12:26:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non condivido ma comprendo benissimo, è un punto di vista molto interessante. Respect.
Marco Iafrate  23/07/2008 16:44:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
un complimento da uno che non condivide fa doppiamente piacere, ti ringrazio.
julian  16/09/2008 14:59:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Si non è credibile è ovvio, ma quale horror è credibile ?
Bisogna passarci sopra e guardare il film come un piccolo esperimento.