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JACKIE BROWN regia di Quentin Tarantino

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kafka62     7½ / 10  16/05/2018 09:25:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
In un periodo in cui lo stile visionario e paradossale, grottesco e truculento, che va sotto il nome di "tarantinismo" era quanto mai di moda, anzi ormai piuttosto inflazionato, proprio il suo legittimo inventore, Quentin Tarantino, vi ha rinunciato per fare un'opera meticolosa, geometrica ed elaborata, a tratti lenta, decisamente classica nella presentazione dei personaggi e nella gradualità con cui fa evolvere la storia verso un apice narrativo che si situa all'incirca verso i tre quarti del film. Insomma, quasi un esercizio di bella scrittura cinematografica, che rinuncia a tutte quelle invenzioni visive alle quali Tarantino ci aveva abituati con "Le iene" e "Pulp fiction", per concentrarsi nella descrizione di una complicata "stangata" architettata ai danni del protagonista "nero" del film, Ordell. Certo, non mancano le scene memorabili, come quella in cui un De Niro superlativo (alla sua migliore interpretazione dai tempi de "Gli intoccabili", qui nei panni di un delinquente di mezza tacca, leale ma non troppo sveglio) spara a bruciapelo alla petulante compagna dopo che questa lo ha portato all'esasperazione prendendolo crudelmente in giro (una sequenza all'altezza di quella tra Walken e Hopper in "Una vita al massimo"); o ancora quella della consegna del denaro al megastore, ripetuta tre volte per adattarla ad altrettanti punti di vista differenti (un omaggio all'amato Kubrick di "Rapina a mano armata"). Ma è probabile che i fans di Tarantino abbiano trovato più motivi di delusione che di esaltazione in "Jackie Brown", film probabilmente di transizione, che comunque tra i suoi non pochi e misconosciuti meriti ha quello di avere (ri)scoperto un'attrice espressiva e sensuale come Pam Grier.