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JACKIE BROWN regia di Quentin Tarantino

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Invia una mail all'autore del commento tnx_hitman     8 / 10  17/04/2013 13:49:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Considerato il Tarantino minore,Jackie Brown però ne guadagna di punti sotto il profilo visivo e strutturale.
Non é mai troppo pretenzioso,ha uno sviluppo di trama che appassiona e si incarta su se stessa appositamente per condurre lo spettatore ormai attento alla vicenda verso la fine.
Pam Grier qui é un mostro di bravura,espressioni calcolate,quando parla mette sotto scacco divi di Hollywood come Jackson,Forster e Keaton.È una mina vagante sottoforma di hostess che sembra priva di colpe ma in verità per chi la esamina da fuori lo schermo ha piani operativi e organizza scambi come se fosse una spacciatrice vera e propria.
Infatti non si sa molto del suo passato,il suo background è dispersivo,non lo conosciamo a fondo.Poco sappiamo di lei e ci interessa solo capire come intende agire in un guaio che si è creato lei sin dall'inizio.

Accerchiata da dei giganti come Jackson,DeNiro,Keaton e Forster,la Grier si difende molto bene e Tarantino ha saputo gestire lo spazio scenico per inserirla di prepotenza quasi in ogni scena per tirare fuori il meglio di lei.

Mi soffermo per stendere lodi a Samuel L.Jackson,qui indimenticabile uomo nero boss malavitoso schizzato e incontenibile,che pensa di avere in pugno tutti i suoi soci anche quando di questi si fida poco,e a un DeNiro spalla destra di Jackson che appare si e no per 10 minuti in scena ma quando si fa sentire é un asso pure ad interpretare uno"scagnozzo"fattone,ingenuo,che non capisce nulla dei giri di droga nella quale anche lui è coinvolto.

Quello che si percepisce nella pellicola é anche l'amore che Tarantino ha anche per i film poliziotteschi anni 70,con le sue inquadrature ravvicinate per fotografare le espressioni impaurite di protagonisti che non sanno gestire loschi affari,con i posizionamenti di camera da dietro le spalle dei personaggi o dal parabrezza nei veicoli,una fotografia che sembra quasi sgranata,che irrompe nella storia e diventa parte di essa per delinare la doppia-faccia che presentano gli attori nelle loro parti,con la violenza celata al pubblico,non marcatamente splatter come i lavori di Tarantino più eccelsi,e l'aggiunta di una musica di altri tempi,una mistura di blues,jazz,e funky che entra nella testa dei personaggi quando ognuno di essi si rifugia in macchina,accende la radio e libera la mente per godersi semplicemente una canzone in santa pace canticchiandola dolcemente,in modo tale da farci capire quanto la radio nel film è simbolo chiave valvola di sfogo per gli interpreti.

Il nostro regista però non può non scriverci una sceneggiatura degna del suo nome,quindi intanto che ci distanziamo dal 97'(anno di uscita del film),in un atmosfera"cool",precisa,organizzata registicamente,Tarantino ormai é leggenda nel saper sviluppare un copione teso,con dialoghi che non sai dove vanno a parare ma tutto ha un suo senso solo a fine sequenza,o addirittura a fine pellicola(esempio tutte le battute fra Grier e Forster)

Chicca in fase di regia da segnalare:il piano sequenza che inizia da quando Jackie(Grier)esce dal negozio di abbigliamento per dirigersi verso la Hall del centro commerciale...denso di tensione,come se da un momento all'altro qualcuno doveva spuntare da dietro di lei o da fuori campo per aggredirla.Spettacolare.

Un eccellente terza prova da parte di Tarantino da non lasciarsi sfuggire(anche perché ha molti meno voti rispetto agli altri suoi film,quindi affrettatevi a rimediarlo).

Recensione dal vostro tnx di fiducia.