beta789 4 / 10 07/09/2007 11:18:06 » Rispondi Ormai Kim Ki Duk è il tipico regista da festival: ogni suo film, anche il più mediocre, trova i suoi fan che ne apprezzano il marchio di fabbrica. Tutto è maniera: dalla forma ai silenzi, passando per le colonne sonore sempre identiche. I personaggi sembrano tratti dal manuale della facile poesia ( si veda tutta la storia della carta da parati con cui la protagonista addobba la sala dei colloqui - tra l'altro, appiccicata con la precisione di un'impresa di scenografia). Un film che non trasmette il dolore che cerca di raccontare. Se uno pensa che, alla loro morte, alcuni critici hanno scritto che Antonioni e Bergman erano registi da cineclub, viene voglia di fare un raffronto ( impossibile) tra i lancinanti tormenti di film come " La notte" e " Sussurri e grida" e opere come questa di Kim.
solitecose 10/10/2007 16:34:11 » Rispondi sottoscrivo in pieno. complimenti.
Ch.Chaplin 26/10/2007 00:19:39 » Rispondi applausi all'ultima parte del tuo commento, ma secondo me sei un po' ingrato verso il film in questione