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AMICI, COMPLICI, AMANTI regia di Paul Bogart

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amterme63     7½ / 10  11/01/2014 23:23:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E' il tipico prodotto americano formalmente perfetto, forse "troppo" perfetto, tanto da risultare un po' forzato.
Contiene tutti gli ingredienti e i dosaggi tipici dei film "classici", frutto di anni e anni di esperienza filmica americana di marca hollywoodiana. Questo film appartiene alla categoria delle commedie leggere con un messaggio etico politicamente corretto. In questo caso ci si propone di promuovere e difendere il diritto della popolazione omosessuale ad esistere, esprimersi liberamente, essere accettata per quella che è senza vergognarsi, potersi sposare e adottare bambini.
Per far passare in maniera efficace il messaggio vengono usati tutti i mezzi canonici di sicuro "impatto" sulla massa generica e maggioritaria del pubblico medio. Prima cosa si sceglie un protagonista unico su cui focalizzare l'attenzione, l'identificazione e l'affetto dello spettatore. Tale protagonista ha qualcosa di speciale (è bello e/o simpatico, è bravo e/o artisticamente dotato) e gli viene fatta vivere una vita piuttosto varia e (s)fortunata, focalizzata sui momenti significativi e cruciali (tipo "Forrest Gump"), incontri e avvenimenti capitano quasi sempre "a fagiolo", facendo apparire la storia quasi come studiata a tavolino (il film risente infatti dell'impostazione teatrale). Le persone con cui ha a che fare il protagonista sono quasi sempre belle e/o interessanti, per lo più tratteggiate in maniera un po' sommaria e stereotipa, quel che basta per fare da spalla all'eroe/protagonista (vedi le "colleghe" di lavoro di Arnold, lo stesso personaggio di Alan, Ed e sua moglie). Le esperienze significative, che includono momenti di sconforto, crisi o litigi, vengono comunque alla fine risolte e portate ad un lieto fine, con grande soddisfazione dello spettatore. Tutto viene in qualche maniera "edulcorato" o messo come sotto vetro, tanto è corretta ed artefatta la realtà. Gli stessi elementi negativi (come l'intervento della gang) sono stereotipici, sommari, quasi simbolici. Niente deve distrarre dalla focalizzazione sulle avventure e i sentimenti del protagonista; il mondo esterno viene quasi annullato o estremamente semplificato. Tra l'altro l'atmosfera gaia e sbarazzina, quasi felice, che si respira nel film, di lì a poco sarà spazzata via dal dramma dell'AIDS, che renderà la libertà e la promiscuità che si respirano nel film come qualcosa di appartenente ad un passato nostalgico e mitico.
A beneficio del film c'è però da dire che fin dall'inizio si mette in chiaro che si tratta di una storia fantastica, di una messinscena comica e che non si ha alcuna intenzione di imbastire un discorso serio o impegnato (il protagonista si rivolge infatti direttamente allo spettatore guardando in macchina e presentandosi in maniera ironica e scherzosa). L'ironia poi viene profusa a piene mani e sono veramente tante le battute fulminanti e divertenti. Molto tra l'altro si perde purtroppo con la traduzione italiana. In conto c'è da mettere anche le ottime interpretazioni del protagonista e di sua madre (Anne Bancroft).
Tutto sommato, nonostante le forzature, è un film ben fatto, piacevole e divertente. A me è piaciuto.