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LA PASSIONE DI CRISTO regia di Mel Gibson

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ds1hm     8½ / 10  04/06/2007 14:56:03 » Rispondi
limitarsi nel ricordare le violenze della flagellazione (e criticarle come è stato costumo ed abitudine) è del tutto limitante.
le immagini ci narrano la morte dell'unico cristiano mai esistito, da molti considerato l'unico vero rivoluzionario.
è la nostra disabitudine culturale cattolica a procurarci quel senso di rifiuto delle visioni di violenza.
le frasi dei vangeli sono riproposte in maniera veritiera, più di quanto sia stato fatto in altri film, dove la coscienza dello spettatore era in pace per l'assenza di sangue e di umiliazioni.
il film ruota con grande lucidità e chiarezza intorno alle colpe dei sommi sacerdoti ebrei, ombra eterna sulla loro storia, sulla loro flaccida coscienza.
per un vero cattolico sono più sopportabili i silenzi storici della chiesa che i probabili passi in incontro con le due religioni.
ma questi sono altri discorsi.
il tema del "perchè mi hai abbandonato" giunge straziante a compimento di un percorso emotivo unico, l'avvicinamento alla morte è simile a quello di ogni persona che sa di morire, è la certezza della morte a rendere drammaticamente vivo il tema dell'abbandono e della solitudine e del dolore della nostra consapevolezza terrena.
il film doveva chiudersi lì. l'immagine finale è per ripeterci un interrogativo eterno, più doloroso di tutto il film (e questa è la vera sola inutilità della pellicola).
senza un motivo preciso ricordavo spesso durante la visione le immagini e la frustazione emotiva avvertite in Sussurri e grida.