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LA PASSIONE DI CRISTO regia di Mel Gibson

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arwen.marybiz     9 / 10  28/03/2009 16:08:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
qui non è in discussione la religione! però è un film che soprattutto i credenti possono apprezzere al punto giusto visto il tema in discussione
analizzando il film la fotografia è molto buona, la location, i sassi di matera sono azzeccati e molto simili al paesaggio della terra santa (posso confermare visto che ci sono stata) ottima per me la scelta di lascire le lingue originali che rendono l'idea e aiutano a calarsi nella storia
tanto crudo e tanto sangue (è mel gibson) ma d'altronde il calvario non è certo stata una passeggiata
grande plauso alla celentano e al suo diavolo che è una meraviglia, e anche gli altri attori non demeritano affatto
il tema trattato è un altra cosa
dire dio non esiste non serve a niente per commentare il film in quanto il film è soprattutto storico; negare l'esistenza di gesù, vuol dire negare la vita di qualsiasi altro personaggio storico che ha camminato sulla terra basti pensare al solo conteggio degli anni (l'anno zero è la nascita di gesù)
è inevitabile che partendo dalla vicenda storica non si finisca nell'ambito religioso perchè questo voleva essere il messaggio di mel gibson, mostrare come un singolo uomo tramite la sofferenza e l'amore è riuscito a cambiare gran parte dell'umanità. punto! le discussione in materia di fede e religione se volete le fate da altre parti!

«Perché questa notte è così diversa da ogni altra?». «Perché tutti gli uomini erano schiavi e ora non lo saranno più».
paride_86  27/04/2009 03:25:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La verità è che la Passione ha come significato principale la sublimazione del dolore nel sacrificio di Cristo, la cui morte è necessaria proprio per poter essere vinta e donare agli uomini la vita eterna e la salvezza.
Questo film invece calca pesantemente la mano sulle torture e sulla violenza - non senza un certo compiacimento grandguignolesco - stimolando nello spettatore sentimenti di vendetta piuttosto che di riflessione e distogliendo l'attenzione dal significato più profondo e generale della narrazione. In questo modo si spersonalizza la figura di Gesù, che allora potrebbe tranquillamente essere uno dei tanti condannati romani crocifissi ad un palo.