frine 6 / 10 04/04/2012 01:27:14 » Rispondi Vedo che non ho ancora votato il film, e quindi ho ancora una possibilità di esprimermi. Se non l'ho fatto finora, è perché il film mi ha profondamente irritata. Troppo splatter, troppo compiacimento nella descrizione delle crudeltà inenarrabili cui Gesù viene sottoposto. Non dico che la crocifissione fosse un'esperienza tranquilla e serena, però si esagera: quale fonte racconta che i soldati lasciavano cadere le croci a terra, causando ai condannati ulteriori sofferenze? NO, perché nella realtà il palo della croce era già presente sul luogo del supplizio, e il condannato doveva portare con sé solo la parte trasversale, quella destinata specificamente a lui. Ma il problema è un altro. Sangue, violenza e sadismi vari tolgono spazio all'emotività. Si vorrebbe amare questo povero Cristo torturato, sanguinante e sottoposto sino alla fine alle più terribili sofferenze. Ma l'effetto è diverso: Gesù finisce col perdere la Sua sublime valenza di Maestro dell'umanità, riducendosi a pura e semplice carne da macello. Naturalmente, considerando il grande impegno produttivo, il valido casting e l'efficace fotografia, la sufficienza è doverosa (e mi sto sforzando, credetemi). Con l'occasione chiedo allo staff: la bellissima fiction "Maria di Nazareth", di G. Campiotti, può essere presa in considerazione in questa sede? Avrei molto da dire in proposito:-)
Quando il cattivo ladrone crocifisso si mette a blaterare stupidaggini contro Gesù, arriva un corvo. Mi sono detta: "Ti prego Gibson , risparmiaci questa banalità". E invece, puntualmente, la banalità è arrivata...
Jellybelly 04/04/2012 10:50:37 » Rispondi Condivido, anche se a parer mio sei stata fin troppo generosa: io a questo fiume di ralenti, banalità e marketing non me la sono sentita di dare la sufficienza. Quanto alla fiction, purtroppo non ne inseriamo, mi spiace!
frine 05/04/2012 00:33:45 » Rispondi Caro Andrea, mi sono SFORZATA di essere generosa. Pazienza per la fiction, che a mio avviso è molto superiore:)
Niko.g 06/04/2012 00:37:01 » Rispondi Ho visto gran parte della fiction di Campiotti. Tralasciando il fatto che The Passion non credo proprio si possa paragonare ad un prodotto commerciale come la fiction in questione, direi proprio che tra le due pellicole vi sia un'abissale differenza qualitativa e non occorre essere esperti di cinema per rendersene conto. Nel volto di questa Maria di Campiotti il sorriso non basta per mascherare l'assenza di spiritualità e l'inespressività palese. Stenderei poi un velo pietoso (ne prendo uno dalla danza dei sette veli) sulla fotografia alla "Beatiful" (nella grotta del bambinello una splendida luce ambra soffusa sembrava provenire da un altrettanto splendido riflettore). Per non parlare poi di alcune interpretazioni e del doppiaggio davvero imbarazzanti, come sentire Salomè (Alice Bellagamba) chiedere ciancicando la "la tefta del Battifta". Meglio che mi fermo qui và...
frine 09/04/2012 05:32:53 » Rispondi ah scusa....se a te ha dato tanto fastidio la tefta del Battifta, hai idea dell'effetto che hanno prodotto su di me le amenità greco-latine di Gibson? Credo tuttavia che questi siano dettagli abbastanza secondari, nell'uno come nell'altro caso.
Niko.g 10/04/2012 01:07:33 » Rispondi Forse è più secondario nel secondo caso. Penso che siano solo da apprezzare l'intenzione e la volontà di Gibson di girare il film in aramaico e latino e qualche errore può essere perdonato, vista la difficoltà di una tale impresa. So che il faticoso lavoro di traduzione è stato affidato al padre gesuita William Fulco, uno che insegna alla Loyola Marymount University di Los Angeles. Insomma non proprio l'ultimo arrivato. Alcune forzature o sbavature fanno storcere il naso ai puristi, ma in ceri casi sono giustificate. Ad esempio quando Pilato si rivolge in aramaico a Gesù, che da parte sua gli risponde in perfetto latino, anche se in realtà non parlava il latino così bene, ha un valore simbolico. Oppure se Gesù veniva chiamato "rabbani" dai suoi discepoli, o "adoni" da chi non lo conosceva, la madre lo chiama "bari" (cioè "figlio mio") e questa è una scelta azzeccata. Avrai forse da ridire sul latino dei soldati romani, ma quelli erano ragazzacci ;-) L'italiano parlato nella fiction di Campiotti, invece, non ha fatto altro che crearmi riso misto a pianto.
frine 09/04/2012 05:11:17 » Rispondi Poiché hai dato 8 e mezzo al Gesù di Zeffirelli e 6 e mezzo al Vangelo secondo Matteo di Pasolini, appare evidente che sulla cinematografia riguardante la figura di Gesù abbiamo gusti molto diversi. Succede. Hai visto "Pilato e gli altri" di Andrzej Wajda?
Niko.g 10/04/2012 00:40:04 » Rispondi Beh sui Gesù di Zeffirelli e Pasolini se ne può discutere. Io ho provato a farlo nei commenti, però ti prego, non paragonarmi quell'operetta di Campiotti col film di Gibson. Il film di Wajda non l'ho visto. Dev'essere una specie di Gesù "sperimentale" se non erro, giusto?