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LADRI DI SAPONETTE regia di Maurizio Nichetti

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elio91     8 / 10  21/04/2011 11:39:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE: il commento contiene spoiler


C'è qualcosa che manca nel cinema di Nichetti,probabilmente il senso del ritmo e di una compattezza finale che non rende mai omogeneo il risultato finale. Perché è innegabile il talento di questo regista dimenticato,e in Ladri di saponette la sua fantasia,infantile e strabordante,riesce a colpire più dei precedenti film,a parte forse l'esordio di Ratataplan.
Compiere un trait d'union tra il neorealismo e il suo cinema è una mossa che non solo negli intenti ma anche nella messa in scena risulta geniale; di mira ci sono sempre il consumismo imperante della tv,la pubblicità anche con autocitazioni (Ho fatto splash),le famiglie ipnotizzate dal mezzo televisivo.
Allora si sovrappongono tre mondi: quello reale in cui Nichetti è il regista di Ladri di saponette,quello delle pubblicità tv,e quello dei film mandato in onda (Ladri di saponette,appunto). Già dal titolo il rimando è al capolavoro di De Sica,il bianco e nero e la storia ne ricalcano perfettamente i contenuti,e un Nichetti senza baffi e irriconoscibile fa un doppio ruolo tra il padre di famiglia disperato nel "suo" film e il sé stesso con i baffi in maniera credibile nel vero film.
I continui stacchi pubblicitari interrompono però Ladri di saponette sul più bello e allora,lentamente,i tre mondi si vengono a sovrapporre e a coincidere in una situazione da cartoon non sempre sfruttata in pieno,per la verità.
Sembra davvero di vedere un cinema neorealista e Nichetti è bravissimo nel suo stile camaleontico che gira di continuo tra il suo modo di fare cinema molto infantile,quello che rimanda al passato e la parodia di pubblicità commerciali (spesso più belle di quelle vere).
Anche il finale,positivo per quanto riguarda le sorti della famiglia di Ladri di saponette,da tradizione neorealista è pessimista per quel che riguarda la sorte del Nichetti sé stesso: rinchiuso nel mezzo televisivo,non può più scappare da quel mondo in bianco e nero. Inutili i suoi tentativi di gridare aiuto alla tipica famiglia italiana assuefatta al mezzo televisivo,la tv fagocita tutto: volgarità,cinema e persone.
Un film tutto da riscoprire.