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IL GIOCATTOLO regia di Giuliano Montaldo

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Marco Iafrate     7½ / 10  24/10/2011 19:22:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Luci ed ombre su quello che poteva essere considerato il fratello minore di quel capolavoro inarrivabile di Monicelli "Un borghese piccolo piccolo". Il dramma che vive Barletta/Manfredi non si può paragonare certo a quello vissuto da Vivaldi/Sordi, non c'è la morte di un figlio a segnare l' esistenza di un uomo, ma la scomparsa violenta di un amico può innescare gli stessi propositi di vendetta, Vivaldi la sua vendetta l'ha meditata, brutalmente organizzata e messa in atto, Barletta non ne ha avuto il tempo, in tasca aveva un'arma e l'ha subito usata, questi gesti purtroppo quasi sempre portano delle conseguenze drammatiche.
Il film è centrato tutto sulla figura del protagonista e sul suo percorso di vita scandito da due elementi fondamentali, la sua passione per le armi e la frustrazione di uomo mediocre ma bomba ad orologeria se certe pericolose passioni assumono le forme dell' ossessione.
Tutto inizia come un gioco, un hobby, c'è chi ha la passione degli orologi, chi delle cartoline d'epoca e chi quella per le armi, il problema sta nel fatto che orologi e cartoline non uccidono, le armi sì; "Un uomo non muore nel momento in cui gli spari, quando compri una pistola e cominci a girare armato quell'uomo è già morto", queste semplici parole sussurrate dal suo amico Sauro Civera (il compianto Vittorio Mezzogiorno) suonano come un vaticinio per Barletta, accadrà proprio questo, inevitabilmente, come un copione già scritto centinaia di volte.
A penalizzare la pellicola, ad allontanarla da quelle che rimangono impresse nella memoria, c'è un finale drammatico nella sostanza ma grottesco nella rappresentazione, un piatto tiepido che fa storcere il naso, tutto fila liscio fino ai dieci minuti conclusivi dove il regista prima calca la mano e poi si distrae, errore imperdonabile dal momento che l'intero film è costruito sul finale, peccato. Tutto sommato un film che merita comunque di essere visto, per la bravura di Manfredi e per alcune scene veramente commoventi, su tutte quella del pianto di Barletta chiuso nel bagno di casa distrutto dai sensi di colpa nei confronti della moglie malata. Guardatelo.