NotoriousNiki 8 / 10 27/04/2014 18:52:01 » Rispondi Polar che definisce già l'autentica estetica del cineasta di Chicago, il fatto che non gli interessi troppo dell'azione lo si evidenzia dall'epilogo, che apparte qualche spinta virtuosistica sul rallenty è tutto molto sbrigativo e irreale, ma è la costruzione dell'atmosfera, con il suo bagaglio inconfondibile di temi sonori, a dire il vero mi ha irritato un po la 'Strong as i am' durante il pedinamento del killer, anziché incupirne la scena e cavalcando l'imminente omicidio la appiattisce, però come dicevo è tutta la costruzione dei tratti psicologici del killer, il rapporto con la ragazza cieca, non tralascia neanche i dettagli degli specchi sfumatura del suo essere autocelebrativo, riflettendo le sue vittime, sentirsi al centro dell'attenzione, non brama amore ma essere in una posizione in cui il prossimo debba dipendere da lui e la ragazza cieca in questo senso si presta bene col suo essere passivo. Lavora sopratutto sull'introspezione psicologica, cast permettendo, non ha il prestigio che ebbe un lustro dopo Demme, il quale anteponeva maggior rilievo sulla suspance e sul coinvolgimento, Mann lo conduce senza cadute di ritmo, ma preferisce forma e riflessione oltre che grande risalto dei colori ottimamente cromatizzati dalla fotografia di Spinotti.
hghgg 27/04/2014 18:55:35 » Rispondi E che regia ragazzi. Certo che la sequenza sul finale tra Graham e denti di fata con "In-A-Gadda-Da-Vida" degli Iron Butterfly sullo sfondo èun po' (tanto) tamarra ma Mann rende tutto godibilissimo. Il suo miglior film con "Heat" e "Insider".
NotoriousNiki 27/04/2014 21:07:52 » Rispondi vero, lui nobilita con il suo estetismo una produzione abbastanza povera di lustrini, in quegli anni '80 dà sempre l'impressione di avere tra le mani film dal taglio B-Movie, sopratutto il successivo 'Sei solo, agente Vincent' ma riesce ad infondergli quel gusto forbito nelle sceneggiature per non ridurli a mera azione