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MANHUNTER - FRAMMENTI DI UN OMICIDIO regia di Michael Mann

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_Hollow_     9½ / 10  15/12/2014 02:30:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L'ennesimo filmone di Mann, con un Petersen in formissima che ha girato da solo un anno "Vivere e morire a L.A."
Registicamente Manhunter è uno spettacolo: uso psicologico del colore con scene ad un'unica tinta; pazzia di "Dente di fata" resa tramite quella spettacolare esplosione di luce che si irradia dagli occhi.
Il ritmo è serrato e non cala fino alla fine, grazie anche all'ottimo commento musicale. La colonna sonora infatti è una gioia per le orecchie (e Mann ha un po' viziato negli anni da questo punto di vista), su tutte la new wave The Big Hush da "Oil & Gold" degli Shriekback. Ma è impossibile rimanere impassibili anche solo per il Graham's Theme.
Stupenda la sensazione che si crea piano piano di empatia verso Graham, il sentore del suo essere sempre più vicino all'orlo di un abisso che porterebbe alla follia, alla completa immedesimazione coi mostri a cui da la caccia. Perché quando guardi a lungo nell'abisso, l'abisso guarda dentro te. "Ti è già capitato Graham, questa volta potrebbe esserti fatale."
Se bisogna trovare delle pecche al film si può tirare in ballo la sceneggiatura avara di approfondimenti (che personalmente mi avrebbero interessato fino ad un certo punto), infatti anche se non ho letto il libro immagino che molti dettagli siano stati tralasciati o appena accennati. Piuttosto trovo strana la fissazione del poliziotto verso i filmatini prima che vengano collegati col l'omicida ... o che la cieca si innamori al volo della versione taciturna del Mostro di Dusseldorf. Oppure fare il paragone Brian Cox/Anthony Hopkins. Ma a me Cox non è dispiaciuto affatto, anzi, preferisco di gran lunga questo Hannibal Lecter "crudo" a quello "romanzato" de "Il silenzio degli innocenti": Neil Gaiman in Sandman ha totalmente distrutto la macabra fascinazione verso la figura del serial killer che tanto andava di moda in quegli anni.

"Tu sei più furbo di me visto che mi hai preso."
"Noo, io non sono più furbo di lei."
"E allora come hai fatto a prendermi?"
"Lei era svantaggiato."
"In che senso?!"
"Lei è pazzo."

E la corsa dopo l'incontro? Lontano da Lector, da quel luogo, da sé stesso e dal dubbio che quelle sue ultime parole lo raggiungano e si dimostrino vere?

Mezzo capolavoro, assolutamente da vedere.