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PEPPERMINT CANDY regia di Chang-dong Lee

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Tumassa84     7½ / 10  20/04/2011 03:11:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Uno dei film più chiusi e circolari che abbia visto. Già il fatto che la prima scena, esilarante fino al tragico epilogo, ci presenti il suicidio del protagonista la dice lunga sull'impostazione del film: quando andremo a ritroso a vedere i vari episodi della sua vita, noi sappiamo già quale sarà il drammatico esito finale. Quando poi l'ultima scena ci mostra lo stesso picnic che si svolgerà venti anni dopo, il protagonista andrà a sdraiarsi nello stesso punto in cui era sdraiato a inizio film, e al suono di un treno in corsa abbiamo lo stesso fermo immagine sul suo volto che abbiamo visto quando era stato investito, ecco che il cerchio si chiude completamente. Questa tecnica narrativa è indice di un messaggio fortemente deterministico: ogni avvenimento della nostra vita ha in sé delle conseguenze inevitabili, e nel nostro presente è già scritto tutto il nostro futuro (come testimonia il fatto che il protagonista abbia la sensazione di essere già stato nel luogo del picnic). Inoltre, oltre alla sua vita ripercorriamo a ritroso anche la storia della Corea del Sud: le lotte studentesche contro i regimi militari, l'imposizione della legge marziale, le violenze della polizia, i grandi cambiamenti che ci vengono riproposti al contrario (dalla Corea moderna si torna a quella più "arretrata"). Il film, infine, contiene anche un forte messaggio anti-militarista, perchè a conti fatti la vita del protagonista è stata rovinata dal periodo del servizio di leva, dove ha subito esperienze traumatiche che lo segneranno per sempre. E tale elemento è sottolineato in modo molto efficace anche dal fatto che lui rimarrà per sempre zoppo dopo essersi preso una pallottola nella gamba durante una missione militare.