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PEPPERMINT CANDY regia di Chang-dong Lee

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7½ / 10  13/03/2013 11:31:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
A distanza di vent' anni un gruppo di amici si riunisce, tra loro c'è Yong-Ho evidentemente agitato e confuso. Dopo aver dato in escandescenze si arrampica su un ponte ferroviario in attesa di un treno che ponga fine alle sue sofferenze.
Cosa abbia scatenato tale disperazione Lee-Chang Dong lo riferisce con la consueta nitidezza stilistica e narrativa, un viaggio a ritroso nel tempo che da quel momento disgraziato, posizionato nel 1999, indietreggia sino al 1979, facendo scorrere in parallelo la storia del protagonista con quella della nazione sudcoreana.
L' iter prende poi forma circolare e finisce dove tutto era cominciato molti anni prima, un luogo in cui un giovane con tante speranze aveva incontrato quell'amore che in maniera viscerale e malinconica lo accompagnerà per il resto della sua vita.
Caramelle alla menta (quelle del titolo) come simbolo di purezza e felicità vissuta per poco, per troppo poco, un dolce ricordo travolto dall'imprevedibilità del destino confluente in un oggi in cui ogni occasione sembra perduta.
I binari sono quelli che metaforicamente introducono a delle scelte, come quelli sui cui viaggia all'indietro il treno deputato a intermezzo tra i vari capitoli che costituiscono le tappe fondamentali della vita di Yong-Ho. La (de)formazione del protagonista si snoda attraverso gli anni e le esperienze partendo dal basso: in principio uomo disperato e disilluso, prim'ancora affarista cinico e quasi insensibile, poi scisso tra il dovere e la morale, quindi speranzoso e motivato dalla giovane età, fino a raggiungere quello status in cui pensare che la vita è bella per davvero.
Meccanismo del sistema come militare o poliziotto, vittima del boom economico, Yong-Ho si destreggia tra rivolte studentesche, feroci interrogatori, mogli fedifraghe, soci farabutti e ipocrite scappatelle, osservando il liquefarsi della sua esistenza in fin dei conti insoddisfacente perché privata del vero amore.
Lee-Chang Dong inquadra le cause del crollo sino a raggiungere un remoto senso di colpa mai espiato, tutto torna, col protagonista che quasi volesse autopunirsi decide sempre di far cadere la propria scelta sul binario sbagliato.