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RITORNO A CASA regia di Manoel de Oliveira

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Marco Iafrate     8 / 10  30/05/2012 21:47:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Tutti abbiamo la consapevolezza che la nostra vita può cambiare da un momento all'altro, quasi sempre si pensa che se e quando questo accadrà sarà sicuramente in peggio, non si tratta di pessimismo, è così, chiunque ha la fortuna di non essere solo al mondo ha un prezzo da pagare, il timore di ricevere una brutta notizia, quel filo sottile che lega gli affetti tra di loro si può spezzare improvvisamente e far precipitare l'esistenza in un limbo sconosciuto prima.
Gilbert, un vecchio attore di teatro, finita una replica di "Il re muore" , appena congedatosi dagli applausi del pubblico, riceve la notizia di cui sopra, un incidente d'auto gli porta via il sorriso della moglie, della figlia e del genero, è un abisso del quale non si vede il fondo, un vuoto incolmabile di cui fa fatica il solo pensarlo, nel breve arco di pochi istanti la vita cambia colore, la realtà assume nuove forme, per quanto si può essere forti a queste pugnalate del destino non ci si può arrivare preparati e gli ostacoli per continuare un' esistenza normale appaiono insormontabili , ma tanto è, Gilbert ha un nipotino rimasto senza genitori, la vita è regolata anche secondo tali leggi, le difficoltà vanno affrontate.
"Il pianto e gli affanni vendicatori posero il loro covile; vi abitano i pallidi morbi e la triste vecchiaia."
Con la compagnia di questo immenso vuoto interno l'uomo dovrà trascorrere il resto della sua vita, circondata di ricordi, di foto incorniciate su un tavolo, di sguardi silenziosi dalla finestra, di tende che si chiudono a lasciar fuori la luce del giorno.
Il vecchio proverà a far valere ancora le sue doti di attore, l'occasione gli viene offerta da un regista che lo convince ad una piccola parte sul set di "Ulisse" di Joyce, ma quanta immane fatica cercare la concentrazione quando il cervello non risponde, senza gli stimoli un attore è un involucro vuoto, meglio farsi da parte, nulla è come prima.
Pur raccontando del tragico destino di un uomo, il film è per nulla melenso né patetico, evita accuratamente le inutili scene di disperazione e di pianto che tanto piacciono a molti registi d'oltreoceano, il dolore è composto, sapientemente raggirato anche dal salto temporale, un Michel Piccoli in grande spolvero in un ruolo perfettamente calzante alle sue capacità interpretative.
De Oliveira dirige questo film sul peso della vecchiaia alla tenera età di 92 anni, che altro aggiungere, il set cinematografico come uno specchio, quando ci si pone davanti l'immagine che riflette non è mai quella di un altro.