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QUARTO POTERE regia di Orson Welles

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Dom Cobb     9 / 10  22/06/2018 00:29:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Charles Foster Kane, magnate della stampa e uno degli uomini più ricchi e famosi di tutti gli Stati Uniti, muore nella sua remota e sontuosa villa di Xanadu. Vogliosi di una storia epocale, capace di catturare l'essenza di questo misterioso uomo, un giornale manda un reporter a indagare la natura di quella che sarebbe stata l'ultima parola pronunciata dal defunto signor Kane: "Rosabella"...
Il film migliore di tutti i tempi. E' quasi impossibile dichiarare con certezza quale potrebbe essere, eppure nella maggior parte delle liste mai compilate su questo argomento, il film che viene associato maggiormente a questa definizione è lo sfolgorante esordio dietro e davanti la macchina da presa del geniale Orson Welles. Un fiasco al tempo della sua uscita, per lo più a causa di pressioni da parte della presunta influenza per il personaggio principale, ossia il guru dell'informazione William Randolph Hearst, "Quarto potere" non ci ha comunque messo molto a imporsi nella coscienza collettiva di critica e pubblico, ed oggi è d'uopo se non altro menzionare questo film in qualsiasi discussione seria di Cinema, con la C maiuscola.
In effetti, dopo tanto tempo non è difficile capire il motivo di tanto clamore, in special modo confrontando il film di Welles con altri prodotti precedenti o coevi, e tenendo a mente che si trattava comunque del suo esordio, e che all'epoca Welles non aveva ancora raggiunto i trent'anni il tutto appare sempre più impressionante. Già solo facendo un panorama degli aspetti tecnici, risulta incredibile di quanto la retrospettiva su questo personaggio fittizio sia avanti rispetto ai normali prodotti d'epoca: la prima cosa che balza subito all'occhio è la potenza delle immagini e la loro raffigurazione, tramite un gioco di montaggio e inquadrature insolite ad angolazioni inusuali che oggi sembrano poca cosa, ma che in quegli anni certamente doveva avere dello sbalorditivo e che danno vita a un'intrigante atmosfera gotica.


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A questo si aggiunge la splendida fotografia in bianco e nero, che segna il primo ampio utilizzo della tecnica del "deep focus", ossia l'immagine in cui ogni singolo piano fino allo sfondo sono rappresentati nitidamente, tecnica allora agli esordi e anch'essa oggi largamente utilizzata.


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Ma non è solo a livello tecnico che la pellicola si fa notare: è infatti la prima volta che la vicenda di un film si dipana, dall'inizio alla fine, in modo non lineare, con la storia che si mette numerose volte in pausa per lasciar spazio ai vari flashback rappresentati dal punto di vista dei numerosi amici e conoscenti di Kane con cui il giornalista viene in contatto; è da notare inoltre, che lo stesso reporter non viene mai direttamente inquadrato. La struttura narrativa è inoltre supportata dall'ottima interpretazione dello stesso Welles, immensa per quanto riesce, anche nei momenti più teatrali, a sembrare naturale.


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Purtroppo, quasi nessuno degli altri riesce a farsi notare per il modo in cui vengono messi in ombra dal protagonista; d'altra parte, è questo lo scopo dichiarato del film, l'analisi e lo studio di una figura misteriosa e complessa, dalla personalità grigia e contraddittoria. E' qui che, secondo me, si può parlare di (piccole) note dolenti.
Sì perché la storia raccontata, fondamentalmente, non è delle più interessanti, e il motivo per cui si finisce per provare interesse alla vicenda si riducono alla performance di Welles, allo strepitoso lato tecnico e, soprattutto, la sincera curiosità per il significato di quell'ultima parola, che ci verrà svelato soltanto alla fine. La figura di Kane non ci appare mai così interessante come avrebbe potuto esserla in una storia narrata dal suo punto di vista. Ma anche in questo caso, si tratta più di una questione di gusti, e giunti alla fine ci permane in ogni caso un quadro abbastanza interessante di un individuo che, in fin dei conti, desiderava solo un minimo di felicità senza mai riuscire ad ottenerla.
Certi temi, per di più presentati in questo modo, con questo ritmo lento e con questa enfasi sui dialoghi, non sono per tutti, e non me la sento di condannare chi ha trovato il film pesante o difficile da guardare. Per me, rappresenta un eccellente esempio di Cinema: non è tra i miei preferiti (è troppo verboso e pesante per i miei gusti), ma sicuramente merita la fama che si porta appresso.