kowalsky 6½ / 10 04/09/2007 01:33:56 » Rispondi Mi spiace dissentire dagli elogi della critica, ma è troppo grande l'amore che provo per l'originale (cfr. Gli insospettabili, 1972) per trovare questo esercizio stilistico di Bragath nulla più che un corretto, anche dignitoso remake. La sceneggiatura di Pinter è letteralmente strepitosa, i dialoghi spesso irresistibili (la battuta sulla "cultura degli italiani che non è il loro forte" formidabile), l'allestimento scenografico (ipertecnologico, essenziale, rigoroso e meno barocco del classico film di Mankiewicz) assolutamente impagabile, eppure alla fine questo gustoso gioco cerebrale sul classico "ogni uomo è corruttibile" resta "solo" un film di classe troppo raffinato e raggelato per i miei gusti. Come qualcuno saprà, il personaggio di Caine veste nei panni che erano di Olivier (dichiarò che all'epoca di quel film lavorare con L. O. è stata un'esperienza unica nella sua vita) mentre la parte che era di Caine nel film del 1972 è affidata a Jude Law. E qui secondo me nascono i problemi: verrebbe voglia di dar retta al giovane attore quando beffardamente confessa "nessuno mi ama per la mia mente, tutti amano la mia bella faccia". E' vero che la prova è impegnativa, ma tra capelli tinti e gigionismi teatrali, il promettente Law finisce per trasformarsi in una (inconsapevole) macchietta. Il gioco dei ruoli comunque è intrigante (anche sapere che Caine era Law e ora è...) e il buon M.C. offre una performance di gran classe, il finale è azzeccato ma mancano proprio le emozioni quelle "vere"