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IO NON SONO QUI regia di Todd Haynes

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Invia una mail all'autore del commento Bright Parker     10 / 10  26/01/2008 21:32:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non è facile buttare giù qualcosa su un film di questa portata, specialmente se il film in questione racconta la storia schizofrenica, anfetaminica, reale, fittizia di uno dei più grandi miti della storia della musica e della poesia: Bob Dylan, e ancora meno facile è spiegare il titolo di questo film: "Io non sono qui", che oltre a lasciare stupiti e incantati non può fare. Questa biopic su Dylan, complessa ed enigmatica, anche se può alla maggior parte del pubblico risultare pedante e noiosa, suscita, almeno al sottoscritto, un senso di solituine inaudita, di totale sconvolgimento, di allucinazione, di perversione, di amore, di sentimenti e tanto altro; a farla da padrone è naturalmente la musica, che vanta pezzi e brani di inestimabile valore, una su tutti, la leggendaria "I want You", che il regista Todd Haynes, utilizza nella frazione in cui Ledger e la Gainsbourg, vivono le loro giovani avventure per la strada, in macchina, in moto, da soli, contro il mondo. "Io non sono qui", come dice il titolo della recensione, è un film psichedelico, impegnato, che ti entra in testa e ti impedisce di pensare ad altro, perchè vuole che tu rimanga concentrato sul momento, sull'attimo, sull'istante in cui hai sentito che eri veramente coinvolto nella storia, in cui hai sentito l'energia che la musica ha esercitato su di te, trasmettendoti passione, tristezza, felicità, malinconia... La pellicola si divide in sette diverse vicende, che tra loro hanno in comune tutte e niente, splendidamente interpretate da un cast magistrale, ove spiccano uno stupendo e magnifico Christian Bale, un meraviglioso e compianto Heath Ledger(1979-2008), un vecchio ma forte leone come Richard Gere, una bellissima ed ottima Charlotte Gainsbourg, insieme ad un prodigioso Marcus Carl Franklin, e in ultimo luogo, non a caso, una criptica, sinfonica, mitologica, immensa, misteriosa, antologica Cate Blanchett, occasionalmente "vestita da maschio"...e che maschio...scusate, ma credo che neanche Liz Taylor avrebbe saputo interpretare meglio la figura di un mostro sacro come Bob Dylan, per di più trasformandosi da donna a uomo. La parte di film che forse mi ha colpito maggiormente, è appunto quella che vede protagonista la Blanchett, che in qualche modo, rappresenta anche il vero ed unico protagonista dell'opera, perchè è tanto mistificatoria quanto surreale e fantastica, raffigura la musica folk con tanta maestria e sfacciatezza tanto da rendere il tutto come una sorta di dipinto variegato di quante più allucinazione e ossessioni. Il modo di vedere la realtà, di camminare e viaggiare senza meta, di scrivere canzoni, di parlare, di urlare, di abbricciare l'universo dei sogni e dei sognatori, perchè è questo "Io non sono qui"...un sogno lungo una vita, un sogno interminabile e non interpretabile, pieno di colori, di passaggi al bianco e nero, di fotografie, di illusioni... Un film che non si può e non si deve cercare di capire, per una semplice ragione: perchè questa è arte, è l'arte è immaginazione, l'immaginazione di ognuno di noi, che non riusciamo e non riusciremo mai a capire... Se volete una mia previsione di come si concluderà questa stagione cinematografica, vi posso sicuramente dire che "Io non sono qui" sarà uno dei trionfatori, e avrà senza dubbio il mio sostegno, perchè senza dubbio, è uno dei migliori film degli ultimi dieci anni.