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MEDITERRANEO regia di Gabriele Salvatores

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GianniArshavin     7 / 10  19/03/2020 21:42:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
In questo periodo sono finalmente tornato a guardare film con una certa assiduità, "approfittando" della quarantena imposta per le note vicende legate all'emergenza scatenata dall'epidemia di Coronavirus. Ho iniziato dando fondo alla vastissima proposta di film presente su Youtube, sul quale è possibile scovare ottime pellicole anche in buona qualità. Proprio oggi ho avuto modo di recuperare Mediterraneo, classico contemporaneo del cinema italiano diretto da Gabriele Salvatores e vincitore del Premio Oscar al miglior film straniero nel 1992.

Mediterraneo è un film che gode di notevole fama che è proseguita nel tempo e non legata soltanto al successo della statuetta dell'Academy. La storia, ambientata durante laSeconda guerra mondiale, vede un manipolo di improbabili commilitoni dell'esercito italiano spediti su un'isola della Grecia per presidiare l'avamposto e tenere sotto controllo il traffico marittimo della zona. L'esperienza, in un luogo selvaggio e quasi incontaminato, muterà per sempre l'esistenza dei protagonisti.

Salvatores dirige con delicatezza ed ironia una parabola sulla riscoperta della propria interiorità e della semplicità come mantra di vita che chiude la concettuale Trilogia della fuga iniziata con Marrakech Express e proseguita con Turné. La fuga è naturalmente il tema centrale della trama ed è qui analizzata in tutte le sue forme, con la guerra a fare da sfondo alla crescita introspettiva dei protagonisti, capitanati da un grande Diego Abatantuono, spalleggiato a dovere dagli ottimi, tra gli altri, Bigagli e Cederna. Utilizzando l'espediente della guerra senza guerra, già reso celebre da alcuni dei migliori scrittori italiani del 900, Salvatores riesce a dar vita ad una storiaallo stesso tempo nostalgica, toccante e divertente ed a dirigere almeno un paio di sequenze che sono finite di diritto nel nostro immaginario collettivo.

Dal punto di vista tecnico, il regista sfrutta al meglio le fantastiche location greche, aiutato da una fotografia curata in modo maniacale. Come detto, buono anche il lavoro degli attori (mai sopra le righe anche se non sono assenti tratti volutamente caricaturali) e la colonna sonora, anch'essa diventata negli anni facilmente riconoscibile.

Passando alle note dolenti, Salvatores non riesce del tutto ad evitare la trappola del buonismo, risultando a tratti ruffiano e fin troppo facilone nella ricerca di soluzioni di comodo conciliabili con il gusto del grande pubblico. La genuinità complessiva del prodotto in alcuni frangenti lascia il posto a qualche artificiosità che stona, impedendo a Mediterraneo di ambire allo stato di pietra miliare che invece in tanti sono soliti tributargli. Nulla di eccessivamente penalizzante, ma si mastica amaro per la decisione di contaminare la spontaneità dell'opera con svolte narrative didascaliche e stucchevoli che scadono nel luogo comune e nella prevedibilità.

Mediterraneo di Salvatores resta un film importante, ben raccontato, longevo e che merita di essere visto. Per niente pedante e ricco di momenti quasi iconici, la storia coinvolge e tocca le corde giuste, pur soffrendo di eccessivi sentimentalismi francamente, almeno in piccola parte, evitabili.