2019 - dopo la caduta di new york regia di Sergio Martino Italia, Francia 1983
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2019 - dopo la caduta di new york (1983)

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locandina del film 2019 - DOPO LA CADUTA DI NEW YORK

Titolo Originale: 2019 - DOPO LA CADUTA DI NEW YORK

RegiaSergio Martino

InterpretiMichael Sopkiw, Valentine Monnier, Anna Kanakis, Roman Geer

Durata: h 1.31
NazionalitàItalia, Francia 1983
Generefantascienza
Al cinema nell'Aprile 1983

•  Altri film di Sergio Martino

Trama del film 2019 - dopo la caduta di new york

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Voto Visitatori:   5,60 / 10 (15 voti)5,60Grafico
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Voti e commenti su 2019 - dopo la caduta di new york, 15 opinioni inserite

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Italo Disco  @  14/06/2018 15:39:21
   9 / 10
Cultazzo personale che assembla un trentennio di Bibbia cinematografica fantascientifica e fantasy in maniera spavalda e che come argomento anticipa I FIGLI DEGLI UOMINI del 2006, ma questo di Martino è più bello..... Dinamico, vivace e fiabesco accumula il più possibile personaggi bizzarri e situazioni avventurose copiando anche intere scene da altri film, ma ci ho visto anche un abilità e un senso di rispetto verso i punti di riferimento che ha creato un alchimia sui generis. Straordinarie le musiche degli Oliver Onions e l'ottimo montaggio di Eugenio Alabiso che aumentano la carica del binomio violenza&azione.

VincVega  @  15/12/2017 17:34:24
   6 / 10
B-Movie post-apocalittico di Sergio Martino, che sforna un mix tra "1997 - Fuga da New York", "Mad Max", "Il Pianeta delle Scimmie" e altri, ma anticipa anche certe tematiche, vedi "The Children Of Men". Che dire, viene fuori una trashata pazzesca, ma tutto sommato divertente. La sceneggiatura ha qualche trovata, peccato che i dialoghi siano scarni e banali. Non mancano le situazioni involontariamente (o volontariamente?) ridicole, ma devo dire che la pellicola intrattiene a dovere.
Che dire del cast: Michael Sopkiw è monoespressivo e non un granchè, ma possiede la fisicità giusta per il ruolo da protagonista. Tra gli altri attori, si alternano bravi caratteristi dell'epoca (Romano Puppo, Paolo Maria Scalondro, George Eastman), ad altri parecchio incapaci (Anna Kanakis pessima).
Essendo un film di serie B, si nota il livello basso del budget, ma nonostante tutto la produzione ha fatto il suo in allestimenti, scenografie, effetti speciali, make-up. Ecco, una delle note peggiori è sicuramente il fastidioso suono delle pistole e dei fucili del futuro, veramente inascoltabili e orribili anche per un B-Movie come questo.

Comunque non c'è da stupirsi se il mondo di "2019" sia apocalittico, la maggior parte dei personaggi sono dei dementi. Quindi tutto torna.

P.S. Meglio "2019 Dopo la caduta di New York", che le ultime stagioni di quella palla assurda che è diventato "The Walking Dead" (si lo so non c'entra un c***o).

Spotify  @  08/05/2017 16:47:23
   6½ / 10
Cult trash italiano degli anni 80. Martino, il quale è sempre stato un regista capace di sfornare b-movie di qualità, qui si lascia andare nella più totale ignoranza, sfornando un film che è un mix tra "1997" di Carpenter, "Mad Max", "Blade Runner" e "il pianeta delle scimmie", insomma, tutti i film distopici più importanti dei primi anni 80, eccetto l'ultima pellicola citata che risale al 1968. L'influenza più evidente però, è quella della pellicola carpenteriana.
La trama è ambientata a New York, nel 2019, in un mondo collassato a seguito della guerra atomica. Le città sono devastate e la maggior parte degli umani sopravvissuti sono stati contaminati dalle radiazioni e soprattutto, nessuno può più avere figli. Nella grande mela, vige il dominio degli Eurac, un' organizzazione di persone che hanno instaurato una specie di dittatura, comprendente un'area che va dall'Europa all'Asia, passando per l'Africa. I ribelli degli Eurac, i quali altri non sono che alcuni vecchi politici americani riusciti a scampare alle radiazioni e situati in un bunker di sicurezza fuori Manhattan, vedono finalmente l'occasione che può dare nuova linfa al genere umano. A New York, è stata individuata una ragazza fertile e lo scopo, è quello di portarla via dalla città, metterla al sicuro e darle la possibilità di prosperare. Il presidente dei ribelli allora, ordina al giovane Parsifal di entrare a Manhattan e portare via la ragazza con se. In cambio l'uomo verrà spedito su Alpha Centauri, un luogo nello spazio dove l'umanità potrà ricominciare. Così, comincerà l'avventura di Parsifal, tra le temibili guardie degli Eurac e gli orribili uomini mutanti.
Prima del 1983, il cinema italiano aveva già visto il parto di un altro post-atomico, e cioè il cult "1990: I guerrieri del bronx" di Castellari uscito l'anno precedente. Quel film li, era forse meno trash di questo qui, un tantino più curato, però, non aveva il ritmo e la dinamica che invece sono proprie del lavoro di Martino. Infatti, a dispetto delle influenze dei film americani sopracitati e di alcune trovate alquanto grottesche, "2019" è una pellicola che, nel suo essere, mi è piaciuta, mi ha fatto divertire.
Il film infatti, offre innanzitutto dei serissimi spunti di riflessione sull'umanità, dei quali, in pellicole del genere, non ne è scontata la presenza. Poi si, ovviamente sono degli spunti retorici, artefatti, ma già è tanto che siano presenti. Martino critica duramente l'uomo, lo dipinge come un dispensatore di guerre, un essere senza pietà, una figura capace di ridurre il mondo intero in macerie, di distruggere ciò che esso stesso ha creato. E quindi, secondo il regista, l'intero genere umano non si merita affatto una seconda opportunità, ma merita di soccombere, di scomparire. Una critica molto dura e diretta, però, come non dare ragione al director. Ma al di la del messaggio che Martino vuol mandare, ho apprezzato l'idea di inserire una critica così importante in un lungometraggio come questo, non me lo sarei mai aspettato. Tale appunto è anche sviluppato davvero bene, viene più volte sottolineato durante il corso del film.
Martino con pochi mezzi a disposizione riesce a sfornare un prodotto si, di serie b, ma coinvolgente, con una storia che tutto sommato, non è strampalata e con una serie di altri elementi che funzionano.
Ed uno di questi, accennato anche prima, è il ritmo. Il regista adotta una regia dinamica, frizzante. Non ci sono mai momenti di stanca e, benché alcune situazioni sono quelle che sono, lo spettatore si diverte, e man mano e sempre più preso dalla storia. La narrazione è validissima, il director si muove con mestiere attraverso umani mutanti, uomini-scimmia e un bel po' di colpi di scena, alcuni dei quali, azzeccati e imprevedibili.
C'è anche spazio per un po' di splatter, alcune sequenze difatti, non sfigurerebbero nei film horror più sanguinolenti. Abbiamo teste mozzate, occhi cavati, fuoriuscita di budella e così via. Oltretutto gli effetti non sono neanche male, limitati si, ma rendono bene.
Dunque Martino si conferma un abile miscelatore di generi, in quanto, all'apparenza, il gore sembrerebbe non centri niente con un action fantascientifico del genere, però poi il director è molto bravo a inserirlo nei contesti giusti. Penso che attraverso questa scelta, si sia anche voluto aggiungere un po' di "pepe" alla pellicola.
Tornando invece sul tema degli effetti speciali, un altro plauso va fatto al trucco. Funziona bene, vediamo come i contaminati siano pieni di pustole, di escrescenze a dir poco disgustose, frutto delle scorie radioattive contratte a seguito della guerra atomica. Chissà se Paul Verhoeven, per il suo "Total Recall", uscito nel 1990, ha tratto qualche idea per i mutanti che abitano Marte. Si notano forti similarità.
Ottime le scene d'azione, mai troppo trash. Ci sono ottimi movimenti con la macchina da presa, alcune sequenze sono costruite molto bene, ad esempio quelle ambientate in mezzo agli autobus distrutti. Non manca neanche la credibilità.
Il finale l'ho trovato dignitoso, anche abbastanza inaspettato. Martino riesce a non gettare all'aria quanto fatto di buono per 85 minuti e conclude la pellicola in maniera più che dignitosa, inserendo anche un pizzico di tristezza e romanticismo.
Ottima la colonna sonora, caratterizzata per lo più da sintetizzatori. Un tema musicale che rappresenta efficacemente lo stile del film.
Altro elemento che non dispiace, è la sceneggiatura. E' ovvio, presenta diverse pecche, però al contempo, ha delle belle trovate. Innanzitutto è piuttosto originale (per i tempi) la scelta di rendere sterile tutta l'umanità a seguito della guerra atomica. Un'intuizione davvero particolare e contenente anche un pizzico di critica sociale. Poi abbiamo 1-2 colpi di scena notevoli, come ad esempio quello finale:


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Lo screenplay segue anche una certa linearità e ha un buon ritmo.
Ovviamente, come accennato prima, ci sono diverse falle. Prima di tutto, le scopiazzature dai vari film citati all'inizio del commento, poi una terrificante stesura dei personaggi, nessuno è un minimo approfondito. Parecchie situazioni prevedibili e la cosa peggiore di tutte, i dialoghi, spesso ripetitivi e inutilmente filosofeggianti. Battute del genere sono utili in questo film quanto un orso polare nel deserto.
La scenografia convince per alcuni versi, per altri no. Partendo dai lati positivi, c'è da dire che, vista dall'interno, Manhattan devastata è realizzata degnamente. Somiglia molto a quella di "1997 - Fuga da New York", però, alla fine, si lascia apprezzare. Inoltre il regista sa valorizzare bene la location, la rende marcia e ci ricava pure qualche sequenza di suspense.
Però, quando poi le inquadrature sono esterne alla città, ci si accorge immediatamente che il director altro non filma che un modellino, peraltro realizzato male. Ma il bello deve ancora venire, essì, perché il citato modellino di Manhattan non è niente in confronto alla location identificata come l'Alaska. Qui si raggiungono picchi trash d'alta scuola, con quella che, in teoria dovrebbe essere una riproduzione del territorio dell'Alaska, ma invece, somiglia più ad una base lunare di un film di fantascienza degli anni 50.
La fotografia è senza infamia e senza lode, funziona in alcuni spaccati, in altri meno. E' forse più efficace nelle scene girate in location sotterranee, dove ci sono dei bei contrasti di luce.
Il cast beh, che dire del cast. Michael Sopkiw, che somiglia moltissimo a Kurt Russell, non penso abbia ben chiaro il significato del termine espressione. Gli altri interpreti non sono meglio. Spicca solo, il sempre valido Luigi Montefiori, alias George Eastman, in ruolo molto stravagante ma che solo lui poteva recitare.
Altra nota dolente è la totale anonimizzazione dei personaggi. Nessuno ha carisma o un'identità ben costruita da parte del director.
Per quanto riguarda le scene trash, a dire la verità non ce ne sono moltissime, ma quelle presenti, sono diventate immortali:


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Ultima menzione va fatta al fastidiosissimo suono delle pistole laser degli Eurac, roba da videogiochi (quelli dell'epoca si intende), e ho detto tutto.

Conclusione: un film che nella sua "trashaggine" sono riuscito ad apprezzare, e la cosa mi ha fatto davvero piacere perché ciò significa che ogni tanto, anche questo tipo di cinema, riesce a provocare sensazioni positive. E poi voglio dire, Sergio Martino è un nome rispettabile all'interno delle pellicole a basso costo nostrane, non parliamo certo di un Fragasso o di un Mattei. I difetti sono tanti, si, ma ho voluto premiare i non pochi lati positivi. Il 6 e mezzo forse è un po' largo come voto, ma con questi film, se è possibile, cerco sempre di essere più buono.

ferzbox  @  08/08/2016 19:39:53
   6 / 10
Prendendo in prestito lo scenario di Mad Max, Sergio Martino(o se vogliamo Martin Dolman) dirige la versione alternativa italofrancese del capovaloro carpenteriano "1997- Fuga da New York"....
I richiami al film di John Carpenter sono talmente evidenti che sarebbe impossibile non notarli; basti guardare il protagonista per associarlo subito a Jena Plissken....oppure mettere a confronto la trama; Jena doveva entrare in una zona di New York adibita a carcere di massima sicurezza dove i criminali erano lasciati nel più completo sbando al fine di recuperare il presidente degli Stati Uniti, mentre Parsifal (eroe di questa pellicola) deve fare la stessa cosa per trovare l'unica donna ancora fertile per poter dare speranza alla razza umana, condannata a vivere in un modo post atomico totalmente devastato e succube delle radiazioni.
In verità di richiami ce ne sono anche altri, se pur più velati.....come alcuni uomini scimmia nati dalle mutazioni genetiche(i costumi ricordavano una certa saga ), oppure la presenza di alcuni Cyborg chiamati "Replicanti" (mhà guarda un pò....)....insomma, Martino fa un minestrone con un accozzaglia di roba estrapolata un pò di qua e un pò di la, presentando un prodotto girato con quattro soldi ma tutto sommato abbastanza ritmato e decentemente studiato nei dialoghi.
Nonostante mi sono accorto della critica massiccia presente qui su Filmscoop una sufficenza io la voglio dare....per due motivi...
1) Queste produzioni erano molto meno squallide di quanto non lo fossero altre americane...

2) Bisogna ammettere che al di là di diverse sbavature nel lato tecnico, l'impegno c'era e si vedeva...

In pratica non me la sento di sputare addosso ad un prodotto che tentava di regalare qualcosa di originale e diverso dal solito....magari oggi fosse così; va giudicato per quello che è...in fin dei conti vengono tollerate certe pellicole trash che sarebbe davvero ingiusto deridere questa.
Certo, c'è da dire che Sergio Martino era un pò ridicolo quando affermava che la sceneggiatura era stata concepita prima del film di Carpenter( letto su Wikipedia).....si certo, e gli asini volano.....

1 risposta al commento
Ultima risposta 08/08/2016 22.48.52
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76eric  @  13/05/2010 22:41:18
   6 / 10
Non è il genere di Martino e questo è noto.
Inutile il fatto che il regista dica che la "sua sceneggiatura" sia antecedente a quella di Carpenter di 1997 Fuga da New York (mio personalissimo top 3).
Questo film GRONDA trash da qualsivoglia lato lo si vuole vedere.
Voto trash 10. Però in fin dei conti è anche simpatico dai...........
Il rumore degli spari è troppo cool e la sassata al capo......, anche di più.
Da segnalare nel cast la presenza del "cane arrabbiato" 32. Cultrash.

2 risposte al commento
Ultima risposta 14/05/2010 18.34.40
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andrea9002  @  14/02/2009 05:00:22
   7 / 10
Trashone doc made in Italy veramente imperdibile!
Solo per dare un'idea: in 1997 il protagonista si chiama Iena (Snake nell'originale) qui si chiama Parsifal...
E' veramente comico ma neanche involontariamente...
Per una serata in compagnia o per maratone trash...

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR frine  @  08/01/2009 03:50:35
   7 / 10
A me non è affatto dispiaciuto;-)
Basterebbe la magnifica scena del duello fra automobili (citazione kitsch-SF da "Gioventù bruciata") per dargli la sufficienza.
Citazioni evidenti (dall'ovvio "Fuga da New York" in poi) e forse, dico FORSE, anche qualche lodevole anticipazione:-)
Va bene, è lento, poco credibile, sceneggiatura debole....ma che volete, io con i siborg(!!!!!) in agguato, i nani e i topi di stile Argentiano, e tutto il resto mi sono divertita!

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HATEBREEDER  @  20/10/2008 18:31:48
   9 / 10
Pazzesco capolavoro trash del genere post-apocalittico, che attinge a piene mani da 1997 fuga da new york (anche se a sentire martino la sua sceneggiatura sarebbe stata scritta prima, rispetto a quella di carpenter...) e crea una sinfonia di inettitudine come poche: raggi laser stile telefilm dei power rangers, i "siborg" al posto dei "cyborg", occhi spappolati, attori che non muovono un muscolo del viso manco a pagarli oro, gente bruciata viva e mangiata dai topi, uomini scimmia col costume da sceicco, scene di lotta che un consulente di investimento unicredit è più credibile, duelli "senza regole" per decidere chi si tromba la bionda di turno risolti dall'eroe a calci nei maroni, nani che si suicidano urlando "sai che ti dico? che sei una *****!", e molto, molto altro ancora.
Questa è pura poesia, da non perdere.

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