3 from hell (2019)

A 14 anni da "La casa del diavolo" Zombie(che sceneggia e co-produce)decide di girare un ulteriore capitolo dedicato alle gesta dei famigerati Firefly.Li riporta in scena con un espediente frozatissimo(semplicemente vengono ricoverati in ospedale dove contro ogni pronostico sopravvivono alla crivella subita nel film precedente)e poi li scatena nell'ennesima mattanza a suon di citazioni varie sia cinefile che musicali(c'è anche "In A Gadda Da Vida" durante uno scontro).Come per "31" null'altro che la rimasticazione a pilota automatico dei precedenti film del regista,ed anche qui il risultato non è così pessimo se si cerca semplice intrattenimento chiudendo un occhio sul resto.Lo stile è sempre quello sporco e rozzo di Zombie,la violenza abbonda in bilico tra sgradevolezza e humour nero(spassose le sequenze col clown capitato per sbaglio in casa Harper interpretato da Clint Howard,o il discorso di Otis e Winslow sui film hard)e le situazioni pur arcinote sono ritmate quanto basta per fungere.Un solo accenno surreale nella sequenza di Baby in isolamento,che spiace non abbia seguito,e una caratterizzazione dei protagonisti tirata via(che tra certe frasi,il look di Otis e l'adorazione mediatica sembrano più che mai ricalcare la Famiglia Manson)potrebbero essere considerati i difetti più "evidenti",segno di una spiacevole mancanza di idee da parte di un regista che aveva ben altro talento fino a pochi anni fa ed ora sembra votato al declino...Sperando in una sua ribalta(non ho ancora visto "The Munsters" e spero possa essere buono)qui ci si può comunque accontentare.Dee Wallace è Greta.Dedicato a Sid Haig(in scena giusto all'inizio),scomparso poco dopo l'uscita del film e già malato durante le riprese.

Quattordici anni dopo Zombie rievoca il suo iconico terzetto di assassini psicopatici fornendo una spiegazione abbastanza forzata di come siano scampati alla sparatoria finale di "The Devil's Rejects". Era rischioso rimettere le mani nella saga dopo il bellissimo finale del secondo film e soprattutto non avere a disposizione Sid Haig nel ruolo di "Capitan Spaulding" che compare in un piccolo cameo già ammalato, scomparirà nello stesso anno di uscita di "3 From Hell". Richard Brake completa il tassello mancante del classico terzetto con il ruolo di Winslow il "lupo mannaro di mezzanotte". Prima parte che riprende i tipici canoni della serie con l'evoluzione dei due fratellastri dopo la lunga prigionia e seconda parte con la trasferta messicana e la resa dei conti in stile western contro i "Black Satans". Violenza e crudeltà disumana sono ancora il piatto forte del film dove Sheri Moon stavolta è la mattatrice assoluta. Colonna sonora sempre molto accurata. Vediamo se Rob gira anche il quarto capitolo...

Non ci posso fare niente, lo stile di Rob Zombie non mi piace.
Un filmaccio sporco a metà strada tra il documentario e il grindhouse, senza un obiettivo specifico se non quello di ripresentare dopo anni il terzetto cattivo che fa violenze fine a se stesse.
Personaggi fuori dalle righe, tutto in un contesto volgare e irritante. Spaulding muore all'inizio e Danny Trejo si vede per un minuto, ma perché questa scelta? Erano forse i migliori.
Lasciamo perdere la regia, che purtroppo non mi si confà. Lungaggini nei momenti culminanti, proprio per rimarcare il narcisismo di questo regista. Qualche tentativo di humor qua e là. E la finisco qua.
Ho speso anche dei soldi per guardarlo. Sono proprio un rinco.glio.nito.

Urge credere alle favole per immaginare i tre assassini ancora in vita, l'epico finale de "La casa del diavolo", sciorinato sulle immortali note di "Free bird" dei Lynyrd Skynyrd e accompagnato da un'abbondante gragnola di colpi non sembrava aver lasciato scampo ai fuggitivi. 
Zombi riporta in vita i suoi iconici villain, e al netto delle motivazioni che l'hanno indotto a fare ciò (soldi? rilancio della propria carriera? colletta per pagare le cure a Sid Haig?), sforna un film che pur non aggiungendo nulla a quanto fatto nelle precedenti pellicole, conferma il talento crudele e lisergico di questo poliedrico artista. Intriso da immoralità e luridume quasi tangibili "3 from hell", appoggia su diversi registri cinematografici: tra documentario, prison movie, home invasion, ed infine sanguinoso western non ci si annoia. Zombi segue i suoi personaggi (orfani di Haig, per lui un significativo cameo prima della morte e sostituzione col feroce Richard Burke di "31") dalla prigione fin dentro al Messico, dove si troveranno nuovamente sotto il fuoco nemico. Ce la faranno i nostri (anti)eroi a salvare ancora la pellaccia?
L'ormai riconoscibile cifra stilistica conferma Zombi totalmente innamorato dell'exploitation anni '70, contesto in cui la sua rude attitudine trova terreno fertile per attecchire. I personaggi non presentano variazioni caratteriali clamorose (a parte Baby, ancora più svampita e folle del solito) mentre violenze di vario genere, turpiloquio, ammiccamenti sessuali e una soundtrack da urlo si avvicendano sullo schermo. Chi ama il cinema allucinato e per nulla accomodante di Zombi dovrebbe trovare soddisfazione, come il sottoscritto.

Bello, grande Rob. Sheri Moon è invecchiata ma è sempre in forma

Mezzo punto in più solo per l'amore che ho provato e che mi ha ricordato gli anni universitari per il cinema di Rob Zombie. Un voto sentimentale per un film leggermente forzato, privo della follia omicida della casa dei mille corpi e del capolavoro (personalmente parlando) di devil's rejects. Persino Sheri Moon e Bill Moseley mi sembrano poco convinti nelle loro interpretazioni.

Ammetto che quando ho saputo che avrebbero girato questo film di questa specie di trilogia di Rob Zombie, non è che l'idea mi fece impazzire, perchè ho amato "La Casa del Diavolo" ed il finale era perfetto così (sotto le note di Free Bird). "3 From Hell" parte dal presupposto che i tre protagonisti

SPOILER dopo quello che è successo, partendo già con lo svantaggio, ma la curiosità era troppa. Diciamo che a parte qualche forzatura

SPOILER , il film scivola via che è una meraviglia, ricalcando "La Casa del Diavolo". Intrattiene bene questo, abbastanza malato come suo solito Rob Zombie, anche se non ci sono particolari novità e qualche scena mi è sembrata riempitiva (tipo quella del pagliaccio). La parte finale non mi ha soddisfatto, troppe forzature. In definitiva, non un film brutto, ma rimango dell'idea che dovevano fermarsi a "La Casa del Diavolo".

Sinceramente sono rimasto un pochino deluso. Il piu' debole sicuramente dei film di Rob Zombie. Comunque per gli appassionati da vedere e recuperare assolutamente.

Terzo film sulla mortale famiglia Firefly.
La regia di Zombie sembra un po' rozza ma appare efficace soprattutto quando si tratta di girare scene violente. Gli interpreti non se la cavano male, in particolare la Moon offre una buona prova, il ritmo è però un po' statico e la durata appare eccessiva, soprattutto perchè si perde in lungaggini evitabili.
Nel complesso, un film sufficiente, non un capolavoro di genere ma capace di intrattenere degnamente nonostante una mancanza evidente di idee brillanti.

In 3 fron Hell Rob Zombie non fa che riproporrere La Casa del Diavolo, tanto che mi è sembrata la parte seconda di quel film. La mancanza di Sid Haig, pur presente in un quasi cameo, si sente e l'introduzione di Richard Brake (già protagonista di 31), nel ruolo del fratellastro di Otis, è un rimpiazzo troppo debole colmare tale forzata assenza. Non è girato male, migliora quando la vicenda si sposta in Messico ed anche grazie ad una buona colonna sonora il film viene portato a casa. Non paragonabile alla Casa del diavolo, più vicino ad una perversa rimpatriata.