40.000 dollari per non morire regia di Karel Reisz USA 1974
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40.000 dollari per non morire (1974)

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locandina del film 40.000 DOLLARI PER NON MORIRE

Titolo Originale: THE GAMBLER

RegiaKarel Reisz

InterpretiJames Caan, Lauren Hutton, Paul Sorvino, Morris Carnovsky, Burt Young

Durata: h 1.51
NazionalitàUSA 1974
Generedrammatico
Al cinema nel Luglio 1974

•  Altri film di Karel Reisz

Trama del film 40.000 dollari per non morire

Ritratto di un intellettuale ebreo, docente di letteratura in un college, giocatore accanito e masochista che la passione per il gioco spinge verso l'autodistruzione.

Film collegati a 40.000 DOLLARI PER NON MORIRE

 •  THE GAMBLER (2015), 2015

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Voto Visitatori:   7,75 / 10 (8 voti)7,75Grafico
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Voti e commenti su 40.000 dollari per non morire, 8 opinioni inserite

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VincVega  @  23/12/2017 12:27:12
   8½ / 10
Film sottovalutato e troppo poco conosciuto. Coinvolgente, intenso. Sceneggiatura magnifica e ruolo della vita per James Caan, che impersona tale Axel Freed, professore universitario dipendente dal gioco d'azzardo, che vive la vita sempre sul filo del rasoio, perchè solo così riesce a condurre un'esistenza soddisfacente. Un film drammatico con dei momenti di tensione pazzeschi, incluso un finale stupendo.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  05/12/2017 00:01:10
   8 / 10
L'essenza di questo bel film è nella lezione che tiene agli studenti su George Washinghton e più precisamente quando parla del rischio. Ovviamente del rischio del fallimento, della paura del fallimento che porta a rifiutare il fattore rischio. In questo film il protagonista vive in pieno la filosofia del rischio e nei meccanismi del gioco d'azzardo e tutto ciò che è connesso, legale e soprattutto illegale. Accettare di vivere in pieno il rischio significa assaporare in egual misura vittorie (poche) e fallimenti (tanti). La spirale autodistruttiva è dettata dal rifiuto ad un modo di vivere conformista, essere sempre sul filo del rasoio e rimanerci ben saldo. Nel truccare il gioco preventivamente per pura necessità di salvare la pelle, annulla il fattore di rischio e va sul sicuro per paura di fallire totalmente. In poche parole torna all'ovile come gli altri. Un personaggio senza possibilità di redenzione perchè forse non vuole essere redento, sostenuto dall'interpretazione di un Caan favoloso. Fuori dai clichè cinematografici il mondo del gioco azzardo, osservato con uno sguardo realistico e senza fronzoli. Ottimo film.

TheLegend  @  25/03/2015 03:31:47
   7 / 10
Ho visto da poco il remake di questo film e devo dire che si differenziano sotto molti aspetti,sia sotto il profilo della storia che dei personaggi.
Li ho apprezzati entrambi ma devo ammettere che il remake mi ha coinvolto di più.

kingofdarkness  @  16/02/2015 12:52:46
   6 / 10
Sono costretto, a malincuore, ad andare un po' controcorrente rispetto ai commenti degli altri utenti prima di me.
Non voglio togliere nulla al film, che, ammetto, tratta delle tematiche serie come quelle della dipendenza dal gioco con una certa umanità, senza fronzoli.
Questo aspetto è molto apprezzabile, se consideriamo i canoni hollywoodiani di oggi dove storie di questo tipo sono sempre condite con ironia, sesso, trasgressione estrema, etc. etc.
The Gambler, invece, riesce ad essere più concreto, più razionale, più realistico e anche più tagliente, se vogliamo.
Il problema di fondo è che nel sottoscritto non ha suscitato alcun tipo di emozione. Ho seguito il susseguirsi degli eventi con gran distacco, senza provare nè empatia nè compassione nei confronti del protagonista (bravo James Caan, niente da dire) e delle sue disgrazie.
Quindi, fatta eccezione per alcune scene, come ad esempio il primo discorso al padre, o la scena nella vasca nella quale Axel si rende conto di aver toccato il fondo, il film in generale non mi ha colpito per niente.
Mi dispiace, perchè lo trovo comunque un buon prodotto, valido e ben realizzato, ma evidentemente non è il mio genere (difatti io e il gioco d'azzardo siamo agli antipodi).

DogDayAfternoon  @  30/10/2013 22:06:57
   7 / 10
James Caan: non mi ero mai accorto della straordinaria bravura di questo attore, forse perché nel Padrino è oscurato da Pacino e Brando, ma col senno di poi va assolutamente annoverato tra la generazione d'oro che ha fatto grande il cinema americano anni '70.

"The gambler" è un one man show, praticamente il film è James Caan e Axel Freed, il personaggio da lui interpretato. Molto azzeccata e originale l'idea di vedere lo scommettitore non come il solito gangster, o l'ubriacone o il malavitoso: Axel è un insegnate di inglese colto, con una buona famiglia alle spalle. A dimostrazione del fatto che il vizio non è solo dell'ignorante, non guarda in faccia a nessuno.
L'idea è buonissima, apprezzabili anche gli aspetti più culturali accennati nelle lezioni (il 2+2=5 di Dostoevskijana ma anche Orwelliana memoria) e, almeno nella prima parte, il ritmo è abbastanza sostenuto.

Qualche limite però c'è, primo fra tutti il personaggio femminile; Lauren Hutton totalmente insufficiente, non trasmette nulla ma forse non è neanche tutta colpa sua: è proprio il personaggio di Billie a non esser stato sfruttato a pieno, manca completamente di profondità sembra quasi più un riempitivo. Inoltre, se come detto l'idea di base è molto buona, alla lunga risulta un po' ripetitiva e quindi facilmente stancante, con il film che più si avvicina alla conclusione e più si appiattisce, diversamente da quello che mi aspettavo.

La sensazione finale è comunque quella di aver visto un ottimo film, e i dubbi sul perché certi film non abbiano avuto il successo che si sarebbero meritati sono sempre di più. Forse l'azzardo di proporre un argomento poco considerato dal cinema dell'epoca non ha pagato, ma evidentemente anche al regista piaceva il gusto del rischio.

Nota: per fortuna ci sono i cinefili del sito (leggi: Angel Heart) che ogni tanto ci fanno scoprire queste chicche finite nel dimenticatoio.

dagon  @  12/10/2013 23:34:25
   7 / 10
Ottima prova di James Caan in un film che esplora, senza alcun compromesso o concessione allo spettacolo, l'inferno della dipendenza dal gioco d'azzardo. Asciutto ed impietoso.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Angel Heart  @  28/09/2013 20:09:17
   8½ / 10
Ottimo, straziante, tesissimo spaccato sull'autodistruzione di un uomo logorato dalla febbre del gioco d'azzardo.
Vero ed accurato, per tutta la visione lo spettatore assiste impotente (e con un ansia man mano sempre più marcata) al continuo precipitare, in un tunnel senza vie d'uscita, di questo professore di letteratura incapace di gestire la sua "malattia" anche quando avrebbe tutti i mezzi per farlo.
Il banco alla fine vince sempre: regola semplice da ricordare ma difficile da applicare. Non importa se vinco o perdo, non importa se il mio vizio distrugge me e tutte le persone che mi amano e che mi stanno attorno; lo so che sto sbagliando, lo so che sto per fare qualcosa di stupido e che potrebbe costarmi caro, lo so, eppure non posso farci niente, non posso resistere al richiamo di quel brivido, di quella eccitante sensazione che provo prima del momento decisivo in cui ho tutto in ballo e non posso più tornare indietro.

E come detto più su, mentre il protagonista si muove ed agisce masochisticamente con questa mentalità, lo spettatore assiste scena dopo scena alla sua rovina nella speranza che questi non si inguai più di quanto già non sia.
Alla fine c'è spazio per un briciolo di redenzione, ma come si vuole in questi casi, per raggiungerla bisogna pagare un prezzo caro e purtroppo indelebile.

Film così reali ed efficaci sui vizi del gioco ce ne sono veramente pochi, e questo è senza dubbio uno dei migliori. Tanto dolore, tante umiliazioni, tante scene strazianti (quelle con la madre in particolare); il regista Reisz e lo sceneggiatore James Toback (che sembra avere un debole - ed ottimo fiuto - per queste storie di autodistruzione, vedasi il successivo "Fingers" con Harvey Keitel) non cedono a retorica e sentimentalismi, vanno dritti al sodo (il film parte già con il protagonista preso con la mèrda fino al collo), e non si risparmiano nulla sulle conseguenze di questo male che, come la droga o l'alcool, una volta che ti prende non ti lascia più andare, buono, cattivo, ricco o povero che tu sia.
James Cann ECCELLENTE, una delle sue migliori interpretazioni in assoluto, ma il resto del cast non gli è da meno (ci sono pure Burt Young nei panni di uno squallido strozzino e in una scena anche un giovane James Woods, con un taglio di capelli osceno, nella parte di un impiegato di banca).

Da vedere assolutamente... storie del genere non possono non colpire, specie se raccontate in maniera così verosimile.



Nota: orribile titolo italiano. Primo perchè la cifra è 44.000 e non 40.000, e secondo... era tanto difficile intitolarlo "Il Giocatore" o "Il Giocatore d'Azzardo" o "Lo Scommettitore"?

Invia una mail all'autore del commento mancio  @  16/09/2010 17:44:56
   10 / 10
Bellissimoooooooooooooooooooooooooooooooooooo

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