a ciascuno il suo regia di Elio Petri Italia 1967
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a ciascuno il suo (1967)

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locandina del film A CIASCUNO IL SUO

Titolo Originale: A CIASCUNO IL SUO

RegiaElio Petri

InterpretiGian Maria Volonté, Irene Papas, Gabriele Ferzetti, Laura Nucci, Mario Scaccia, Luigi Pistilli, Leopoldo Trieste, Salvo Randone, Giovanni Pallavicino, Tanina Zappalà, Luciana Scalise, Orio Cannarozzo, Anna Rivero, Michele Jannucci, Franco Tranchina, Carlo Ferro, Carmelo Oliviero, Valentino Macchi, Aldo Cascino

Durata: h 1.33
NazionalitàItalia 1967
Generedrammatico
Tratto dal libro "A ciascuno il suo" di Leonardo Sciascia
Al cinema nel Novembre 1967

•  Altri film di Elio Petri

Trama del film A ciascuno il suo

In un paese della Sicilia vengono uccisi due uomini: il farmacista Manno e il dottor Roscio. Le indagini della polizia concludono che gli assassini hanno agito per motivi di onore nei confronti di Manno e che Roscio è stato ucciso in quanto aveva assistito all'omicidio. Paolo Laurana, un professore di liceo, giunge invece alla conclusione che le persone incriminate sono estranee al fatto e che la vera vittima da colpire era Roscio e non Manno....

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Voto Visitatori:   7,44 / 10 (32 voti)7,44Grafico
Voto Recensore:   9,00 / 10  9,00
Miglior sceneggiatura (Elio Petri, Ugo Pirro)
VINCITORE DI 1 PREMIO AL FESTIVAL DI CANNES:
Miglior sceneggiatura (Elio Petri, Ugo Pirro)
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Voti e commenti su A ciascuno il suo, 32 opinioni inserite

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alex94  @  23/10/2023 19:17:40
   8 / 10
Bella trasposizione di un romanzo di Sciascia,ben diretta da Petri ed ambientata in Sicilia,in una provincia soffocante, dominata da sospetti reciproci e dall' omertà,con personaggi che restano ben scolpiti nella mente grazie ad un cast eccellente ( anche nei ruoli secondari) nel quale emergono ovviamente i tre protagonisti, Volonté,Papas e Ferzetti.
Una storia complessa ed intrigante che regge bene fino ad un finale amarissimo ed inaspettato,da antologia.
Da vedere.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR wicker  @  15/03/2022 18:32:53
   8 / 10
Regia di polso di Petri, ottime recitazioni di Volontè , Papas e Ferzetti , sceneggiatura presa di pari passo da quello che forse è il migliore di Sciscia per coesione della storia, ritmo e tensione.
Tanto basta per farne un ottimo film

Invia una mail all'autore del commento luca986  @  24/11/2021 23:27:03
   6 / 10
Discreta trasposizione del romanzo di Sciascia

suzuki71  @  02/04/2020 18:59:09
   8 / 10
Uno spaccato intenso della Sicilia di alcuni decenni fa, dalla bella regia e magnificamente interpretato. Suggestive le ambientazioni, sia paesaggistiche che di interni. Un film intenso, come non se ne fanno quasi più. Anzi, senza il quasi.

Thorondir  @  17/08/2018 14:25:48
   8 / 10
Elio Petri racconta, da un libro di Sciascia, la Sicilia "profonda", quella ancestrale, strettamente legata ai vincoli famigliari, sospettosa, timorosa, pudica ma spietata. Lo fa creando un film di genere (giallo) dal respiro molto più ampio, che travalica la trama "noir" per diventare sguardo antropologico sulle sottigliezze dei metodi mafiosi, raccontando al contempo la Sicilia che ti guarda di soppiatto. Splendidi i continui stacchi di montaggio a sottolineare gli sguardi fuggevoli, le labbra che si muovono in dicerie che l'ascoltatore non potrà ascoltare, le cose non dette e pensate, quelle dette con un secondo fine, le trame nascoste di una terra bella e terribile. Dietro questi sospetti incrociati, una fotografia ammaliante, capace di essere calda negli splendidi paesaggi e tremendamente glaciale negli interni, quasi a ribadire che al di là di tutto "A ciascuno il suo" è innanzitutto un noir. E noi è anche l'atmosfera. Volontè giganteggia, ma non è una novità.

Matteoxr6  @  23/09/2017 01:14:28
   5½ / 10
Il romanzo di Sciascia trova i suoi nuclei fondanti nell'ottica denunciataria dell'omertà, dell'ignoranza e della corruzione che hanno permesso e alimentato una cultura mafiosa sempre più dilagante. Cose che nel 2017 ci appaiono scontate e cristalline nelle loro dinamiche, ma che evidentemente negli anni '60 ancora non erano pienamente assodate, specie dall'esterno. Lo stile che si evince dal soggetto è il tono beffardo che dipinge la vicenda del protagonista. Il compito di Petri stava quindi nel dare immagine a ciò nel migliore dei modi possibili. L'ambientazione rende molto e fa da cornice prorompente, ma la regia nel suo complesso non mi è piaciuta: manca secondo me un certo dinamismo necessario, oltre a una caratterizzazione dei personaggi migliore e che rimanesse più impressa, esaltando i caratteri della sceneggiatura. Si poteva fare di più e Petri ne aveva le doti, avendoci dimostrato la sua bravura diverse altre volte.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  06/07/2016 11:09:34
   8 / 10
Dal romanzo di Sciascia uno spietato affresco della Sicilia degli anni '60 dove a trionfare è l'omerta', dove chi cerca di spostare gli equilibri della vita sociale deve essere eliminato.
Del resto il nostro protagonista incauto cosa cercava di fare? Solo cercare la verita', difendere chi era stato accusato per errore, corteggiare una donna amata...cose all'apparenza naturali e ovvie ma che spostano l'equilibrio. Una situazione gestita da potenti, notai, avvocati e...mafiosi...anche se la parola "mafia" non è mai utilizzata da Petri.
Una regia particolare, un cast perfetto dove spicca, come sempre, Volonte' e ottime musiche firmate Bachalov.

GianniArshavin  @  23/06/2016 18:02:06
   6 / 10
A ciascuno il suo è un film del 1967 diretto da Elio Petri , tratto dall'omonimo romanzo di Leonardo Sciascia (che non ho letto).
Dopo i bellissimi "Indagine su un cittadino" e "La classe operaia va in paradiso" ho deciso di continuare la scoperta di questo regista con il film in questione , che mantiene il solito tono da denuncia sociale tipico del suo cinema mescolando il tutto ad una vicenda di cronaca nera attualissima in quel periodo (ma dopotutto anche ora).
Torna il grande Gian Maria Volonté nel ruolo principale (qui bravissimo ma meno rispetto ad altre performance) che interpreta un professore comunista che decide di indagare privatamente su un sospetto fatto di sangue. Questa decisione lo porterà lentamente in una spirale di sangue,intrighi e collusioni politiche.

Nonostante gli spunti e un clima sempre teso e ambiguo ,quest'opera di Petri l'ho trovata meno ispirata rispetto ad altre; la storia procede lenta e in maniera poco incisiva , senza graffiare veramente se non nel beffardo e amaro finale.
Un'altra mancanza del prodotto sono dei personaggi di contorto non all'altezza: se la Luisa di Irene Papas riesce nel complesso a convincere , è tipo la figura dell'avvocato a lasciare a desiderare e a mancare di una caratterizzazione soddisfacente.
Ottime e calzanti le location e la colonna sonora , costanti nei lavori dell'autore.
Dunque un film che merita di essere visto , non è una perdita di tempo e rappresenta l'ennesima conferma della bravura di Petri. Tuttavia personalmente non mi ha fatto impazzire.

pak7  @  12/01/2016 05:19:39
   7 / 10
Non ho visto molto di Petri, solamente la meravigliosa interpretazione di Sordi in "Il maestro di Vigevano". Di genere totalmente opposto, "A ciascuno il suo" ci fa volare nella splendida Sicilia, dove un'intellettuale indaga su un duplice misterioso omidicio. Non mi ha fatto impazzire, pellicola che vorrebbe essere di denuncia e ci riesce solamente in parte, rimanendo sul filo del rasoio per tutta la durata del film, fino al finale rivelatorio. Ottime le interpretazioni della Papas e di Ferzetti.

Goldust  @  28/07/2015 15:00:00
   7 / 10
Chi meglio di Petri, il nostro regista più sensibile alle tematiche di denuncia sociale e politica degli anni '60 e '70, poteva portare sul grande schermo il primo romanzo di Leonardo Sciascia? Il suo stile registico accusatorio ed invadente, fatto di grandangoli e zoom vorticosi, ben si sposa con la natura oscura ed indagatoria della sceneggiatura, sempre pronta a cambiare pelle al pari dei personaggi che la popolano. La descrizione degli ambienti siciliani, i paesaggi spogli ed assolati, l'omertà ottusa della cittadinanza compongono un quadro di rara efficacia e rimandano ad alcuni film di Germi anch'essi ambientati in Sicilia ed anch'essi riguardanti la Mafia, nei quali però le istituzioni erano ben più presenti.
Per una volta il pur bravo Volontè non è il migliore in campo, il viscido Ferzetti riesce a fare meglio.


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DogDayAfternoon  @  20/12/2014 16:10:25
   6 / 10
Non ho letto il libro di Sciascia, ma devo dire che la trasposizione cinematografica non mi ha colpito più di tanto anche per il fatto che la storia raccontata non mi è sembrata molto interessante. Molto bella invece l'ambientazione, d'altronde quando giri un film in Sicilia è anche facile visti i paesaggi a disposizione.
L'inizio è abbastanza promettente e mette la giusta curiosità, poi però questa curiosità si spegne sempre più con il procedere del film. Le musiche di Bacalov non sono malvagie, ma in carriera ha fatto di meglio. Stesso discorso per Volontè, che è sempre un grande ma sicuramente non è una delle sue prove più esaltanti.

Non è un brutto film, ma lascia poco il segno.

Dick  @  24/08/2014 14:15:59
   8 / 10
Tratto dal famoso romanzo di Sciascia, un bel film a metà tra il giallo e il ritratto di una società omertosa dove le indagini potevano e purtroppo, come si è visto possono, e non solo li, essere sviate soprattutto riconducendo il tutto al solito delitto d' onore. Bene in parte il cast. Ebbe purtroppo meno successo del successivo e altrettanto bello "Il giorno della civetta", ma si aggiudicò il premio per la miglior sceneggiatura a Cannes e trionfò ai nastri d' argento.

Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki  @  08/04/2014 13:24:52
   7½ / 10
Inizia il sodalizio con Pirro (davanti alla mdp anche con Violonté) e il cinema di Petri, influenzato dai moti del '68, si fa decisamente più impegnato. Qui recupera un testo di Sciascia, disamina lucida sulla mafia, pessimista come solevano essere i suoi trattati, la forza di un uomo che si infrange contro un muro di omertà, un giallo che districherà un sistema solidissimo senza capire dove inizi e dove finisca, tutti sono collusi.
Il Volonté più misurato nel cinema di Petri, fa il salto di qualità, qui accusa la debolezza della carne, sedotto dalla vedova, finisce ostinatamente in trappola, il finale, via crucis allestita dalla mafia, girata con meticolosa sobrietà, rammenta quello de 'Le conseguenze dell'amore', medesima fine contro un potere ineluttabile. 'Potere' che assurgerà a tema principale del successivo 'Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto'.

Oskarsson88  @  21/06/2013 20:01:39
   6½ / 10
Interessanti i risvolti, ma come film mi ha preso il giusto diciamolo. Di Petri ho visto di meglio.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  20/03/2013 13:00:17
   6½ / 10
Il (bellissimo) romanzetto di Sciascia è un giallo nella forma scorrevole e intrigante mentre nella sostanza parla della società siciliana (ed italiana) del periodo tra intrallazzi di letto, politici e omertosi. Petri non ne cattura appieno lo spirito rendendo una pellicola in ogni caso piena di spunti interessanti al contempo pesante, poco accattivante nella forma e sostenuta da ottime interpretazioni (con il sempre grande Volontè).
Tra i punti di forza c'è magari quel senso di esplicito molto più evidente che nel libro di Sciascia, più ironico e malizioso: il finale è comunque la parte che più si accorda al romanzo con la festa dell'ipocrisia.



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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  08/01/2013 19:38:56
   7½ / 10
Gran film di Petri con uno straordinario Gian Maria Volontè impegnato in un indagine troppo pericolosa in una sicilia degli anni '60. Una pellicola che è quasi un documento sull'omertà e la mafia che, ancora oggi , sono presenti nel nostro paese. Bellissima colonna sonora, triste, che s'incastra alla perfezione con le scene. Uno dei migliori Petri da vedere.

Invia una mail all'autore del commento anthonyf  @  10/12/2011 16:57:00
   6 / 10
Esteticamente suggestivo e ben fatto e, recitativamente parlando, molto accurato e convincente, questo film di Petri, tratto dall'omonimo romanzo di Sciascia si lascia guardare e ritrae in modo molto curato l'omertà siciliana degli anni '60: purtroppo, e scusate per questo, devo ammettere che ho avuto molta difficoltà nel seguirlo e che ci ho messo molto per arrivare alla fine, sebbene la durata fosse piuttosto breve: estremamente lento, e pesante come un macigno.
Riconosco il merito a Petri, ma non riesco ad andare oltre la sufficienza.
Sul genere, molto più scorrevoli sono "Una Storia Semplice" di Emilio Greco o "Il Giorno della Civetta" di Damiano Damiani.

Leonardo76  @  29/07/2011 23:26:56
   8 / 10
molto bello, bravissimo Volontè nella parte di una pecora bianca in un paesino omertoso. Finale non banale.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  15/11/2010 12:15:25
   7½ / 10
Tratto dallìomonimo romanzo di Sciascia. Il film di Petri racconta la storia di due incolpevoli vittime, molto interessante la tecnica del depistaggio delle indagini. Curate tutte le caraterizzazioni dei personaggi dal professor Laurana, uomo intelligente ma non pienamente coraggioso, alla vedeva di una delle due vittime, Luisa.
Ben diretto e soprattutto ben interpretato.

DarkRareMirko  @  17/10/2010 00:38:15
   9 / 10
Altro magistrale film di Petri, con un grande Gian Maria Volontè.

Ha la sua forza, tra le tante altre cose, nella narratività anticonvenzionale, che ogni tanto regala qualche scena particolare o qualche momento originale.

Ottimo adattamento da Sciascia con un film indimenticabile, che critica l'omertà e la mafia, dando al contempo uno spaccato d'Italia che purtroppo, a diversi livelli, non cambierà mai.

Regia invisibile che al contempo dimostra di avere tanta forza rappresentativa; meraviglioso.

W Petri ed il suo cinema.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  05/08/2010 16:09:55
   7½ / 10
Due uomini vengono uccisi durante una battuta di caccia,logicamente non può trattarsi di una disgrazia,la polizia archivia velocemente il caso come delitto passionale arrestando tre contadini del luogo,a Paolo,giovane professore idealista,i conti non tornano e mettendosi a indagare per conto proprio scopre una macchinazione molto più spinosa.
Petri porta sullo schermo con la consueta maestria una versione semplificata dell’omonimo romanzo di Leonardo Sciascia,la solida regia e l’accuratezza nello svelare con gran senso della misura tutti i retroscena della vicenda facilitano il mantenimento di una preziosa atmosfera di suspense per tutta la durata del film.Lo spaccato popolare descritto è intriso di cultura mafiosa da cima a fondo,ogni gesto,ogni parola, sono setacciate e vagliate da un modo di vivere talmente radicato nel tessuto sociale da apparire come pura normalità.La quasi totale assenza delle forze dell’ordine è indicativa di quanto le autorità possano far poco contro il potere di coloro che “contano”,coperti dall’omertà dei ceti meno abbienti,vittime di un sistema tentacolare dal quale Paolo,un trattenuto ma sempre bravo Volontè,cercherà di affrancarsi.Lucia vedova di una delle due vittime ,le dà il volto l’ammaliante adescatrice Irene Papas, è la personificazione di quell’ambiguità che si respira per tutta la durata del film,favorita da una schiera di personaggi sfuggenti che non si capisce da quale parte stiano.
Finale amarissimo in cui tra la popolazione festeggiante,collusa in maniera completa con un malcostume in apparenza incontrastabile, qualcuno commenta le gesta del professore rimarcandone la madornale stupidità.

yonkers86  @  28/02/2010 03:50:31
   7½ / 10
Buon film di Petri che segue le orme della sua produzione del periodo, senza però mai emergere in maniera netta e senza mai accattivare e coinvolgere in pieno lo spettatore.
Ambientato nella provincia palermitana degli anni 60, riprodotta in maniera davvero fedele soprattutto negli atteggiamenti dei "notabili", il film narra della ricerca di verità e giustizia del professore Paolo Lurana (stratosferico Volontè come al solito) a seguito dell'uccisione di due suoi amici.
Se all'inizia può sembrare un delitto passionale, con lo svilupparsi della storia si capisce subito che vi sono ben altre motivazioni alle spalle.
Come ho già detto ho apprezzato molto come Petri abbia ricostruito il sistema ancora tipicamente classista del mezzogiorno italiano in quel periodo, con i "notabili" ed i potenti a fare i loro comodi e il popolino capace solamente di dire "non vedo,non sento,non parlo".
Volontè ,come al suo solito, sforna una prestazione ottima anche se il suo personaggio è decisamente piatto e poco caratterizzato, insomma un personaggio ed un protagonista poco incisivo nell'economia del film.
Chi invece mi è piaciuta un sacco è Irene Papas, Luisa ossia la vedova dell'amico di Laurana. Personaggio indecifrabile e camaleontica come poche, a mio avviso il vero metronomo di tutto il film assieme all'avvocato Rosello.

Chiaramente, come tutti i film di Petri, la regia e la fotografia si attestano ad ottimi livelli, come suo solito c'è un grosso utilizzo della presa diretta e del primo piano.
Anche la colonna sonora è molto bella e molto ben curata, anche se magari non è in piena sintonia con alcuni momenti del film.

Alla fine ciò che impedisce a questo film di emergere e di decollare verso la vetta è la sua eccessiva piattezza di narrazione, arrivati ad un certo punto del film si capisce palesemente come le cose andranno a svilupparsi e finire.
Per il resto è davvero un buon film che merita la visione, a maggior ragione se siete degli amanti del maestro come il sottoscritto

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  04/06/2009 11:40:05
   8 / 10
Indubbiamente un gran film.
L'unica pecca è che sia difficilissimo da seguire e un pò lento anche nella narrazione il che non depone molto a favore di un film di tal genere, drammatico sì, ma anche "poliziesco".
è drammatico nel momento in cui Petri (e Sciascia) decide di affidare una critica fortissima alla mentalità ottusa e omertosa dei siciliani ("la Sicilia mi piace in queste ore" "Quando non ci sono i siciliani allora") a un insieme meraviglioso di Cinema e Contesto (uso la parola rubandola a Sciascia): Cinema con le sue musiche patetiche e stupende, con le interpretazioni straordinarie del cast d'eccezione presente, con una fotografia che fa rabbrividire da quanto è antica e moderna allo stesso tempo, colori patinati, sfuggenti, ma intensamente dolenti, come la realtà siciliana. Contesto con tutto ciò che la sceneggiatura molto sapientemente mette in scena, la mafia, l'omertà, la lontananza della Sicilia dai centri di potere, e la compresenza di due leggi, quella dello Stato e quella dei Siciliani. Per concludere basta semplicemente citare gli stessi personaggi:
"Qua a Palermo sembriamo a Dallas." (riferendosi all'abitudine di far esplodere la gente, triste abitudine che colpirà trent'anni dopo gente come Chinnici, Falcone e Borsellino)
"Da noi invece si uccide ancora con i metodi tradizionali" (riferendosi alla lupara).

Gruppo REDAZIONE maremare  @  07/04/2009 00:53:53
   9 / 10
Tratto dall'omonimo romanzo di Sciascia.
Tutto combacia alla perfezione in questo film di denuncia, dalla inconfondibile regia corrosiva di Petri, alle straordinarie interpretazioni dei due protagonisti principali.

FrankSanz  @  10/02/2009 19:33:43
   8½ / 10
Secondo me è il migliore film sulla mafia in assoluto ed assieme all' "Indagine sul cittadino.." il miglore di Petri.
La storia è avvincente e Volontè grande, come sempre.

gasy  @  03/01/2009 18:09:55
   8 / 10
Un ottimo Volontè interpreta questa pellicola di Petri che non è una delle migliori dei due. Il ritmo è lento, ma la storia avvincente.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  12/11/2008 22:59:16
   8 / 10
Un giallo per mostrare uno spaccato della società siciliana, ma non solo siciliana, visto che il "modello" preso in esame può essere applicato un po' ovunque. In un intreccio di interessi fra politica e affari (più o meno lecitI), dove abitualmente si gioca molto duro, la figura dell'intellettuale di Gian Maria Volontè, improvvisato detective, mostra tutta la sua ingenuità e la consepevolezza del suo straniamento dalla realtà sottolineato ulteriormente, con molta ironia, dalla regia di Petri e dal suono beffardo della colonna sonora di Bachalov.

Crimson  @  23/09/2008 19:18:40
   8 / 10
Questo è il primo grandissimo film di Petri. Un'indagine spigolosa e interessante all'interno di una realtà ancora molto attuale, che colpisce nel segno. Un giallo in cui lo spettatore capisce in fretta quali siano i mandanti degli omicidi, ma non è questo l'aspetto che più conta. Petri analizza i meccanismi che regolano il 'sistema' in una provincia siciliana, e le motivazioni che sottendono ai due omicidi apparentemente privi di senso.
Un film che associo spontaneamente a 'non si sevizia un paperino': ma se nel film di Fulci l'analisi si soffermava sulle credenze dettate dall'ignoranza sia di natura religiosa che di superstizione, nel film di Petri è un'intera 'casta' politico-religiosa ad essere al centro delle riflessioni. Un apparato solido e impossibile da scalfire.
La storia è quella di uno scrittore (Gian Maria Volontè) che decide di far luce autonomamente sul misterioso omicidio di due concittadini e amici uccisi durante una battuta di caccia. Commette l'imprudenza di ritenere di poter smascherare i mandanti con le proprie forze, anche dopo essersi reso conto della portata dell'indagine. E soprattutto, è colpevole di non analizzare con la giusta attenzione sia l'assassino che la vedova di uno dei due. Quest'ultimo (Irene Papas) è probabilmente il personaggio di maggior interesse del film, perchè capace di anteporre il proprio onore a qualunque altra legge umana.
Il finale è la perfetta sintesi del messaggio che il film intende fornire. Anche lo spettatore più speranzoso deve rassegnarsi difronte ad un sistema più forte di qualunque attacco, e al cui confronto il coraggio di un singolo appare inevitabilmente come la sfrontatezza di uno stupido.
Un film 'politico' finalmente, dopo tanti anni in Italia di censura nei confronti di certi messaggi. La libertà del cinema di portare alla ribalta la sofferenza del protagonista (in questo caso un intellettuale fuori da ogni logica della realtà in cui vive, da quella politica fino a quella sessuale) nell'incapacità di opporsi ad un sistema che lo schiaccia e che lo spinge al di fuori della realtà stessa.
Incredibile la capacità e l'attualità di Petri, soprattutto coi suoi film migliori, nell'aver ritratto questo amaro contrasto, sempre attuale. Quanto sono cambiati determinati scenari tra sistema politico e cittadino in quarant'anni? poco o nulla.
Gian Maria Volontè offre la solita magistrale interpretazione. Difficile scegliere quale sia la prova migliore tra i film di Petri di cui è stato protagonista assoluto, tale è stata la costanza nel calarsi nel personaggio in modo unico e inconfondibile.

metafisico  @  03/09/2007 17:58:09
   7½ / 10
c'è un pò troppa ideologia i questo film.
peccato perchè gli attori e la trama sono ottimi. oltre ovviamente alle musiche

Jumpy  @  08/06/2007 20:25:13
   7½ / 10
Lo vidi per caso un po' di tempo fa, mi è piaciuto, molto bravo Gianmaria Volontè.

Drugo McQueen  @  02/05/2007 03:19:24
   7 / 10
Buon film di Petri che segue le orme della sua produzione del periodo, senza però mai emergere in maniera netta e senza mai accattivare e coinvolgere in pieno lo spettatore.
Ambientato nella provincia palermitana degli anni 60, riprodotta in maniera davvero fedele soprattutto negli atteggiamenti dei "notabili", il film narra della ricerca di verità e giustizia del professore Paolo Lurana (stratosferico Volontè come al solito) a seguito dell'uccisione di due suoi amici.
Se all'inizia può sembrare un delitto passionale, con lo svilupparsi della storia si capisce subito che vi sono ben altre motivazioni alle spalle.
Come ho già detto ho apprezzato molto come Petri abbia ricostruito il sistema ancora tipicamente classista del mezzogiorno italiano in quel periodo, con i "notabili" ed i potenti a fare i loro comodi e il popolino capace solamente di dire "non vedo,non sento,non parlo".
Volontè ,come al suo solito, sforna una prestazione ottima anche se il suo personaggio è decisamente piatto e poco caratterizzato, insomma un personaggio ed un protagonista poco incisivo nell'economia del film.
Chi invece mi è piaciuta un sacco è Irene Papas, Luisa ossia la vedova dell'amico di Laurana. Personaggio indecifrabile e camaleontica come poche, a mio avviso il vero metronomo di tutto il film assieme all'avvocato Rosello.

Chiaramente, come tutti i film di Petri, la regia e la fotografia si attestano ad ottimi livelli, come suo solito c'è un grosso utilizzo della presa diretta e del primo piano.
Anche la colonna sonora è molto bella e molto ben curata, anche se magari non è in piena sintonia con alcuni momenti del film.

Alla fine ciò che impedisce a questo film di emergere e di decollare verso la vetta è la sua eccessiva piattezza di narrazione, arrivati ad un certo punto del film si capisce palesemente come le cose andranno a svilupparsi e finire.
Per il resto è davvero un buon film che merita la visione, a maggior ragione se siete degli amanti del maestro come il sottoscritto

benzo24  @  07/07/2006 02:02:31
   7½ / 10
uno dei migliori film di petri con un superbo volontè.

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