a ciascuno il suo cinema regia di Nanni Moretti, Amos Gitai, Tsai Ming-Liang, Takeshi Kitano, Hou Hsiao-Hsien, David Cronenberg, David Lynch, Chen Kaige, Lars Von Trier, Wim Wenders, Zhang Yimou, Gus Van Sant, Roman Polanski, Wong Kar-Wai Italia, Cina, Israele, Giappone, USA, Taiwan, Danimarca, Finlandia, Spagna, Iran, Francia 2007
Ogni tanto gli anniversari non vengono per nuocere. È il caso del sessantesimo del Festival di Cannes che ha spinto il suo Presidente e mentore Gil Jacob a celebrare offrendo ai registi di cui sopra la possibilità di realizzare un film di 3 minuti avente al centro la sala cinematografica o comunque l'idea di film già realizzato. Quindi niente lavoro del set, registi e attori ecc.. ma l'opera finita e il suo rapporto con il luogo che resta ancora (almeno idealmente) al centro della sua fruizione. Ne è uscito un mosaico davvero interessante di letture e di spunti.
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Omaggio ed individualità sono i binari che trasportano ciascun regista nella creazione finale di CHACUN SON CINEMA, assegnato quasi come un compito e reso un esperimento collettivo di 34 episodi, ciascuno dei quali aventi il cinema e la visione in sala come elemento in comune, filo conduttore e tema portante che, se da una parte rende monotona la visione, dall'altra offre l'interessante modo di vedere il cinema di ciascun regista attraverso il suo stesso modo di farlo. E' così che ci si trova catapultati in un mosaico di scenari, situazioni, generi e stili differenti, sequenziati con un ritmo, eccessivamente, e anche troppo velocemente, altalenante, ma che in più frangenti regala il lato affascinante della varietà, tra cui la rappresentazione onirica di Lynch, l'egocentrismo (e l'eccentricità) di Von trier, il piano-sequenza di Inarritu, per dirne qualcuno, senza escludere un'enorme catasta di materiale indie, il tutto convergente nel sentimento rivolto e proveniente dalla settima arte.