Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
FIlm di gangster dalla vicenda piuttosto clasicsa, rispetto ad altri crime asiatici è penalizzato da un tono più "leggero", rispetto alla cattiveria e alla ferocia di altri titoli del genere.
Belle le scene d'azione per come coreografate e girate, peccato per la scrittura dei personaggi parecchio deboluccia e stereotipata e per il finale un po' insipido. Anche la durata è eccessiva per quel che offre ma comunque non annoia e rispetto a un qualsiasi action americano attuale è un capolavoro.
Buonissimo film d'azione coreano. Tutti coloro che guardano Yakuza movies, film coreani o hongkonghesi di genere, troveranno di sicuro nella trama qualcosa di già visto. Non è insomma un capolavoro, né un innovatore, è confezionato però ottimamente; "A dirty carnival" racconta dell'ascesa di Byong-Do e della sua banda, fra lotte tra gangster, tradimenti e crimini vari. Bello.
Sono rimasto piacevolmente sorpreso da questo gangster movie atipico che arriva dalla corea del sud. In quanto a trama niente di nuovo, ascesa di un giovane delinquente, è il modo in cui è raccontata che da un tocco in più alla vicenda. Attori bravi e musiche degne di note conferiscono al film una certa poeticità e quindi un' emozione: le 2 ore e passa volano via tranquille e non è poco. Buono il finale, consigliatissimo agli amanti del genere.
Film coreano (Corea del sud), diretto da Ha Yu, del 2006. Mi è piaciuto veramente tanto questo film, la Corea del sud va alla grande! In questo film non ci ho trovato difetti. Mi è piaciuta la storia, il modo in cui è stata raccontata, i personaggi (specialmente il protagonista, Kim Byung-doo, che è pure molto carino), mi è piaciuta la parte delle bande, e anche la storia d'amore tra il protagonista e la sua amichetta di infanzia, finale che non ti aspetti. Belle anche le scene delle risse tra bande, con tanto di mazze da baseball e coltelli. Dura 2 ore e 20, ma non annoia e fila via come l'olio
Kim Byung-doo che viene ucciso non me lo aspettavo, (proprio dai suoi amici di banda che avevano eseguito l'ordine del capo), poi era stato "tradito" dall'amico d'infanzia, Min-ho, (il regista), che ha messo le sue confessioni di gangster nel film, (mettendolo nei guai e alla fine è stata colpa sua se è stato ucciso), poi alla fine gli muore pure la madre, (ma lui era già morto).
Un film che riesce a farti affezionare al gangster protagonista e
Gangster movie coreano di discreta fattura, non tanto per il soggetto che tratta dell'ascesa e conseguente caduta di un gangster, quanto per i toni usati, tutt'altro che epici, anzi dove l'ambizione personale passa sopra a tutto, dai rapporti familiari a quelli di reciproca fiducia fra i membri delle gang. L'importante è stare al vertice della piramide, un livello intoccabile che osserva dall'alto questa storia che in fondo può essere solo l'ultima di tante e identiche storie che si sono susseguite: cambiano i commensali delle cene, ma il capo è sempre lo stesso. Malgrado la sua lunghezza il ritmo è decisamente scorrevole e fluido, semmai alcune sottotrame rimangono irrisolte o poco approfondite. Molto belle le sequenze d'azione che consistono in enormi risse fra gang combattute con bastoni e pugnali molto cruente e spettacolari.