after life (1998) regia di Hirokazu Koreeda Giappone 1998
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after life (1998)

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locandina del film AFTER LIFE (1998)

Titolo Originale: WANDAFURU RAIFU

RegiaHirokazu Koreeda

InterpretiArata, Erika Oda, Susumu Terajima, Taketoshi Naito, Kyoko Kagawa

Durata: h 1.58
NazionalitàGiappone 1998
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 1998

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Trama del film After life (1998)

Una volta morti, gli uomini e le donne possono portare nell'aldilà un solo ricordo fondamentale della vita terrena. Per questo alle porte del paradiso alcuni consiglieri aiutano nella scelta. Uno di questi, Shiori, si innamora dell'appena morta Mochizuki.

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Voto Visitatori:   8,64 / 10 (7 voti)8,64Grafico
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Voti e commenti su After life (1998), 7 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  24/06/2018 21:08:12
   7½ / 10
Non è un paradiso, purgatorio o inferno. L'aldilà di Koreeda è un luogo dove viene effettuata la scelta fondamentale pre proseguire il processo di trapasso. Compiere l'ultmo passo definitivo dalla vita terrena. Tutto questo è affidato alla selezione di quel particolare ricordo da portare con sè per tutti i trapassati. Un ricordo che li definisca come individui per poter dare nei limiti del possibile un senso alla loro vita. Compito non facile per chi deve scegliere e per coloro che devono aiutare a scegliere. Un vecchio palazzo cadente è lo scenario per descrivere un'umanità molto varia, tra attori professionisti (sorta di angeli umanizzati che aiutano nella scelta) ed attori non professionisti (la maggiorparte dei trapassati). Un film che sa essere poetico, molto rifilessivo perchè gli interrogativi che pone non sono nè pochi, tantomeno banali.

_Hollow_  @  07/01/2014 02:28:43
   8 / 10
Un ottimo film, che pensavo fosse molto più "leggero" e in realtà non lo è affatto. Non che sia una sorta di critica, è solo fatto ... a modo suo.
Praticamente una sorta di documentario; per la raffinatezza dell'argomento e il modo in cui è girato mi ha ricordato molto "Tokyo-Ga" di Wenders infatti (ovviamente solo un'impressione, i due film non hanno molto in comune a parte quella).
Direi che come tema invece mi ricorda molto "Vivere" di Kurosawa ... la conclusione dei due film è praticamente la stessa (bellissima).

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Però non so, in fin dei conti è un film veramente strano. Bello il tema, bellissima la metacinematografia che si inserisce nel finale, però non scorre via perfetto. Per questo non lo premio del tutto come son solito fare con film del genere.
Il fatto è che nonostante la lentezza sia una sorta di pecca, un po' come quello strano effetto-documentario in cui è girato ... si capisce vedendolo che questo film sia perfetto così. Doveva esser così, anche nelle sue imperfezioni. E, non per ultimo, l'impressione è che nasconda pure diversi simbolismi, che sia piuttosto ermetico.

Quindi riassumendo, da vedere per la morale e per la metamorfosi registica del finale metacinematografico; non certo se si cerca dell'intrattenimento. In pratica da evitare solo se non piace la filosofia, o il cinema.

Ciaby  @  26/06/2013 19:10:22
   10 / 10
Da un soggetto a dir poco geniale si sviluppa un film poetico, intelligente e commovente come, a volte, solo i Giapponesi sanno essere. Non eccede in formalismi, in ghirigori, in colpi bassi o soluzioni visive: è girato come se fosse un documentario, secco, ma anche amichevole ed è forse anche questo la sua forza emotiva.

Notevole il contesto metafilmico.

Splendida la scena dei protagonisti che rimangono incantati dalla luna piena che poi si scopre essere, in verità

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Lucignolo90  @  24/05/2013 01:46:28
   8½ / 10
Bellissima l'idea del film di immaginare una specie di "limbo", di anticamera dell'aldilà in un edificio dalle terrene sembianze, un pò come Tornatore pochi anni prima aveva fatto con un commissariato in "Una pura formalità".
In un edificio scolastico questi "consiglieri" devono aiutare gente appena passata a miglior vita a scegliere il ricordo più importante del loro vissuto e a metterlo poi in scena filmandolo in studio per riviverlo in eterno una volta varcato il confine dell'altro mondo.
C'è chi, come Takashi e Shiori, non ha avuto mai avuto un ricordo degno di essere scelto e sono rimasti nelle vacue sfere di questo purgatorio, mettendosi a disposizione e diventando a loro volta consiglieri in attesa di far riaffiorare i ricordi. E per Takashi le cose cambieranno radicalmente quando una persona che ha avuto indirettamente un rapporto con lui nella vita passata, sarà un suo assistito.

La cosa sulla quale, credo a mio modesto parere, voglia far riflettere il film è che la gioia maggiori della vita, sia stata essa breve, longeva, dolorosa, gioiosa, vissuta in solitudine o in compagnia, non è tanto il ricordo che una persona ha riguardo le proprie esperienze personali, ma il fatto che sia stato o meno in grado di lasciare un'impronta nella vita di altre persone tale da essere ricordato da queste, tale quindi, da divenire a propria volta un ricordo; un personale modo per Koreeda di affermare attraverso canali a lui cari quali la memoria, il vero senso dell'esistenza di un essere umano, una minuscola tessera di un infinito puzzle che non può far altro che interagire con altre persone per dare un significato alla sua vita, tutto il vissuto suo e degli altri forma un flusso inesauribile, destinato a non cancellarsi del tutto nemmeno negli eterei spazi sconosciuti.

Tutto questo grazie al solo mezzo che può far rivivere ciò: il cinema. L'arte fatta di immagini in movimento catturate dalla cinepresa, quelle che possono far vivere per sempre chi vi è immortalato.

deralte  @  27/12/2010 22:07:03
   9 / 10
Garbato, quasi fatto in punta di piedi tanto è la sua semplicità, senza mai scendere nel patetico-pingereccio che il tema del film potrebbe favorire.. Molto interessante l'idea di guardare alla propria vita passata e tirare un po le somme di come la felicità ci ha più o meno toccati.. La morte e il ricordo argomenti cari a Koreeda nei suoi film.. Attori e ambientazione mi son piaciuti.. Bellissima la scena finale del protagonista.. Da incorniciare.. Riflessivo..

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Invia una mail all'autore del commento mister_snifff  @  22/12/2010 07:48:06
   8 / 10
Film particolare sull'aldilà, riflessivo e dai ritmi lenti, nella prima parte si assiste ad lungo flusso di interviste, come in un documentario di Wiseman, in cui "i morti" in delle stanze all'interno di una specie di centro accoglienza che funge da purgatorio, raccontano le esperienze più particolari, toccanti delle loro esistenze o comunque quelle meritano di essere ricordate per l'eternità;
nella seconda parte il film mette da parte il taglio documentaristico, diventa più allegorico e si incentra maggiormente su due dei protagonisti, comunque il tema portante rimangono sempre i ricordi e come valutiamo quelli che abbiamo conservato nei cassetti della memoria: hanno reso la propria vita degna di essere vissuta? Oppure hanno contribuito piuttosto a rendere speciale la vita d'altri individui? In definitiva un film da guardare, un'originale meditazione sulla vita, la morte e la memoria.

Diames  @  14/09/2006 17:31:41
   9½ / 10
Uno dei migliori film orientali che abbia mai visto (e ne ho visti parecchi). Un capolavoro. Ogni personaggio (e sono molti) è delineato alla perfezione. Surreale, ma estremamente "umano" e concreto. Girato molto bene. Abbastanza scorrevole per essere un film più allegorico che narrativo. Alla fine vorresti che non finisse (almeno così è stato per me). Da vedere assolutamente. Magistralmente gestito il contrasto tra "grandezza" della metafora e "umiltà" della messa in scena. Anche la quasi totale assenza di musica non pesa. Insomma, un film magico... sì, credo che questa sia la parola giusta. Certo, da vedere in silenzio, con tutta la buona volonta di immergersi totalmente nella visione. Ne varrà la pena.

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