James Bond è impegnato in un'esercitazione durante la quale però deve eliminare un agente che gli ha sparato sul serio. Dopo questo prologo viene inviato a Bratislava per organizzare la defezione di Georgi Koskov, un generale del Kgb. Qui sventa un attentato organizzato da una graziosa violoncellista-spia. Si reca quindi in Afghanistan dove scopre che dietro a tutto si cela proprio Koskov.
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In Zona Pericolo cambia il fattore Bond, cioè il cambio di attore con Dalton al posto di Moore e la differenza si nota subito, grazie al buon curriculum dell'attore e sfumature più realistiche e dure rispetto al suo predecessore dotato di un più spiccato senso dell'umorismo. Quello che non cambia è la narrazione della storia, attenta sicuramente all'attualità politica dell'epoca (guerra in Afghanistan fra societici e resistenza mujaheddin), ma povera di inventiva tanto che non c'è un vero proprio villain di spicco. La regia di Glen è professionale vista la sua esperienza con la serie, ma rimane un piatto dove l'ingrediente principale è cambiato ma il sapore rimane sempre lo stesso.
Cambio della guardia nei panni di James Bond, tocca a Timothy Dalton che personalmente ho trovato piuttosto monocorde e fuori ruolo nei panni dell'agente segreto. Non è aiutato da una sceneggiatura debole piuttosto noiosa nella parte centrale che vive un sussulto solo con la sequenza sull'aereo. Uno dei Bond non indispensabili.
Pessimo esordio nei panni di 007 del pur volenteroso Dalton, che sembra essere lontanissimo dai tratti caratteristici dell'agente segreto inglese: poco humour, fascino scarso, zero donne conquistate. A peggiorare la non rosea situazione va aggiunto il ritmo piatto e la presenza di Maryam D'abo, la più brutta Bond girl fin qui comparsa sugli schermi. Alla fine le uniche cose che si fanno apprezzare sono un inseguimento sulla Aston Martin super-accessoriata e la colluttazione volante finale.
Primo 007 interpretato da Dalton, attore che sembra poco adatto al ruolo di Bond, o almeno al James Bond che abbiamo conosciuto nei film con Connery e Moore. Oltre al protagonista un po' scialbo, anche i cattivi sono poco interessanti. Il plot inizialmente sembra ben strutturato, anche se prevedibile, ma poi si perde e si complica inutilmente. Film più sobrio dei precedenti, ma anche più grigio, senza "glamour": sembra più un qualsiasi film d'azione anni '80 che un film di 007.
Di solito non do mai ascolto alle recensioni, quando si tratta di film: io credo che ciascuno si debba guardare la pellicola interessata e farsi un'opinione propria. Però, ci sono quei film che, per quante persone cerchino di farlo sembrare migliori, sono oggettivamente scadenti. E' il caso di Zona Pericolo, che segna l'esordio di Timothy Dalton nel ruolo dell'agente segreto 007. Il problema, però, non è l'attore protagonista (che non ha mai rappresentato un problema per me), freddo e umano quanto basta, né l'azione spettacolare ed adrenalinica, né la regia di John Glen, che però a tratti sembra estremamente svogliata. Gli anelli deboli della catena sono essenzialmente due: 1)La sceneggiatura. Badate bene, non la trama: non solo trovo che prendere dei trafficanti d'armi come villain sia una buona idea, specie dopo tutti i milionari megalomani che ci siamo sorbiti, ma è anche il modo migliore per introdurre un maggiore realismo in tutta la faccenda. Peccato, allora, che il copione (i cui autori sono l'ormai vecchio Richard Maibaum e Michael G. Wilson), dopo aver imbastito una prima ora che rasenta la perfezione
ad eccezione della parte a Londra, con un killer travestito da lattaio (!!)
va in caduta libera nella seconda parte, con una scena prolissa dopo l'altra, fino a un climax sinceramente congegnato davvero male e un'ironia che nuoce. Ciò si nota particolarmente in quello che dovrebbe essere il villain principale,
penalizzato da battute scadenti e un doppiaggio aberrante. 2)La bond-girl. Non è un disastro come quella di Una cascata di diamanti, ma ci manca poco. Piatta, scialba, noiosa, dà sempre l'impressione di essere la persona sbagliata nel posto sbagliato al momento sbagliato. Almeno alla fine riesce a fare qualcosa.
Nel complesso, un film dalle ottime potenzialità, ma sviluppato male. Cosa sia successo per far inciampare gli sceneggiatori e il regista penso che resterà un autentico mistero. E dire che poteva essere un bond-movie fra i migliori, invece...
Piattissimo, anche se abbastanza divertente. John Glen ne ha girato qualcuno divertente di 007 , però qui è un po' ripetitivo, il film è troppo lungo e poco interessante. "Vendetta privata" con Dalton ( e sempre di Glen) è di gran lunga migliore.
Proprio non ci siamo, non mi è mai piaciuto e anche rivedendolo l'impressione non è cambiata affatto, Dalton poi come James Bond c'entra poco e niente e la sua interpretazione non gli facilita certo le cose. La trama non è nulla di fenomenale e anche i nemici alla stregua del protagonista sembrano un pò leggerini. Insomma un Bond scialbo, privo di idee e senza azzardo, monotono e ormai stancante. Si, ce ne sono stati di peggiori ma non è certo una scusa...
l insubordinazione dovrebbe essere punita e invece gli hanno fatto girare tutto il film......gli anni 80 sono di stallone schwarzenegger e kurt russel non certo di james bond che dovrebbe modellare almeno il fisico....timoty dalton è una vera frana con le donne....sean se ne faceva 3 a film roger pure...l aristocratico baronetto lazenby s è sposato e poi gli hanno ucciso la moglie....grande!.....e timoty tu le porti a vienna su un cavallo bianco sei la vergogna dell intelligence service inglese come spia e come uomo....davvero timoty volevo comprare il cofanetto di james bond ma visto che poi dovrei bruciare i tuoi film e quelli di roger moore credo che le comprero separati e spenderò di piu....