Nel Québec, sul finire degli anni Sessanta, Sylvette e Anglomard danno il benvenuto alla loro quattordicesima figlia: Aline. Nella loro famiglia, la musica regna sovrana e, crescendo, Aline rivela di avere una splendida voce. Il produttore musicale Guy-Claude si mette allora in mente di trasformarla nella più grande cantante del mondo.
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È possibile apprezzare un semi-biopic s'una cantante che non s'ammira diretto da una regista che viceversa l'adora così tanto da deificarne il cognome (Dion=>Dieu) e da interpretarne pur'il ruolo? La quasi Céline, range vocale di 3 ottave e 3 note, è una ragazza comune del Canada francese (Quebec) con la quale le ragazze comuni di mezzo pianeta s'identificano rendendola una pop star internazionale (non so di quali canzoni: l'Oscar per il tema principale di "Titanic"? Mah) con un patrimonio stimato di 450 milioni di dollari ("Forbes" 2019), la terza artista musicale femminile più ricca al mondo. Né commedia né dramma appassionato e appassionante, però in questi casi chi guarda il film è lo stesso pubblico che va a un concerto con l'ologramma di Whitney Houston.