Un banchiere italo-americano, tipico self-made man, controlla rigidamente i suoi tre figli. Quando muore, dopo essere stato arrestato per pratiche illegali, uno dei figli si vendica dei fratelli, ritenendoli responsabili.
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Successi e miserie di Gino Monetti, intraprendente commerciante italo-americano che si impone, non sempre lecitamente ma comunque in buona fede, come banchiere "del popolo". Ne seguiamo la saga familiare attraverso gli occhi del figlio più responsabile, Max, e non è un caso che l'unico flashback che ne rappresenta gli eventi venga anticipato da una carrellata sulla scala di casa Monetti, come a simboleggiare appunto la salita e la discesa delle fortune del patriarca. Il tono è comunque pessimista, e Mankiewicz sembra puntare il dito in particolar modo sull'istituto famiglia, qui disgregato da lotte intestine ( dettate dall'avidità, uno dei temi centrali del suo cinema ) ed in generale da una diffusa mancanza d'amore. Fuori dall'ordinario la prestazione di Edward G. Robinson, severo uomo e padre d'altri tempi dalla esuberante personalità.