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un film che racconta un amore adolescente fra adolescenti e destinato ad adolescenti.. in fondo ogni cosa ha la sua età.. Non mi va di dargli un voto bassissimo. Al suo target di pubblico potrebbe generare gli effetti sperati.
Guardato casualmente l'altra sera su Rai movie, "amore senza fine " l'ho trovato un brutto film. Sceneggiatura pessima, troppa melassa. Dialoghi e scene stucchevoli. Anche gli attori non mi sono piaciuti.
Visto quando uscì al cinema e Zeffirelli, dopo il Gesù di Nazareth, era un regista molto quotato (a mio parere immeritatamente) anche all'estero. Credo che in una top 10 di film più mielosi e strappalacrime di ogni tempo, ci starebbe di sicuro.
Personalmente l'ho molto gradito e l'ho visto per la prima volta ad un'età vicina ai protagonisti,quindi mi ha regalato delle belle emozioni che ho portato sempre con me nella vita. Nonostante siano piovute parecchie critiche nei confronti di questo film dagli addetti ai lavori e non,penso valga la pena di vederlo e forse potrebbe colpire di più il pubblico giovanile,perchè si avvicina alle loro problematiche ,pur coinvolgendo altre fasce d'età ,trattando fondamentalmente un dramma familiare. Dedicato a coloro che almeno una volta nella vita hanno provato un sentimento talmente forte da credere di poter superare per lui ogni ostacolo! Buona visione a tutti!
Gli americani devono accontentarsi di poco quando si tratta di replicare (o meglio adeguarsi ai clichè correnti) ai generis piu' in voga (confermo la S). Ci voleva il ragazzotto carino-e un po' maledetto che stavolta si chiama Martin Hewitt (giustamente scomparso nel nulla come si addice ai perdenti di varia natura), e che - sedute psicanalitiche a parte - è convincente come una pistola scarica. Dulcis in fondo, la "bambolona" Brooke Shields, che almeno Louis Malle aveva scoperto in doti insolite (cfr. Pretty Baby) sembra una Barbie piagnucolosa e irritante. La presenza di un'ex divo in declino come Don Murray (tutto sommato l'unico convincente nel ruolo paterno) non solleva uno script pessimo, addattato da Zeffirelli sulla scia di "gente comune" esordio registico di Redford che non era certo la fine del mondo, ma aveva una sua dignità artistica. Si ricorda per il brano di Diana Ross, e non mi sembra il caso di aggiungere altro