anche i boia muoiono regia di Fritz Lang USA 1943
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anche i boia muoiono (1943)

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locandina del film ANCHE I BOIA MUOIONO

Titolo Originale: HANGMEN ALSO DIE

RegiaFritz Lang

InterpretiDennis O'Keefe, Anna Lee, Walter Brennan, Brian Donlevy

Durata: h 2.11
NazionalitàUSA 1943
Generedrammatico
Al cinema nell'Aprile 1943

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Trama del film Anche i boia muoiono

Nella Praga occupata dai nazisti viene ucciso il "Reichsprotektor", Reinhard Heydrich: per evitare la repressione, la Resistenza individua un collaborazionista come cavia e fa convergere su di lui le prove…

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Voto Visitatori:   8,40 / 10 (5 voti)8,40Grafico
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Voti e commenti su Anche i boia muoiono, 5 opinioni inserite

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topsecret  @  22/12/2021 14:51:05
   7 / 10
Senza dubbio un film intreressante che non manca di atmosfera, dato il contesto storico, ma a mio modesto avviso un po' ingenuo nella seconda parte, seppure abilmente orchestrata, dove si avvertono alcune forzature nelle dinamiche che si susseguono. Il cast è abile, la regia non ha bisogno di essere incensata, buona fotografia e buona sceneggiatura, manca forse un po' di ritmo in più poichè le due ore di durata si avvertono tutte.
Una pellicola comunque ben fatta sotto il profilo visivo ed emozionale.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  04/06/2011 12:32:10
   8 / 10
Ottimo film di Lang. La parte più bella e interessante è la maniera con cui Lang evoca l'oppressione nazista in una nazione occupata. Direi insolitamente azzeccata e realista. Ciò è dovuto senz'altro alla mano di Bertold Brecht che ha aiutato Lang a concepire quest'opera. Anche qui si incontra uno dei temi cardine del cinema di Lang, cioè quello della contrapposizione fra legge costituita e legge popolare. A differenza dei film precedenti, qui Lang si schiera decisamente a favore della seconda. Purtroppo il film è rovinato dal sentimentalismo e dalle forzature narrative, tipiche dei film americani dell'epoca. Peccato. Certi personaggi (come quello del professore) emergono però per umanità e realismo. Certamente l'atmosfera partigiana, di esaltazione della resistenza popolare si fa sentire notevolmente (la guerra era ancora in corso), ciò non toglie che in qualche breve scena alcune figure popolari riescano ad emergere in tutta la loro schiettezza (merito indubbiamente di Brecht).
I nazisti sono ritratti in maniera abbastanza caricaturale (effeminati, crudelissimi, viziosi, morbosi) ma decisamente pervasivi e oppressivi. L'atmosfera di arbitrio e di paura, di sorda resistenza, di dubbi e stanchezze, è rappresentata benissimo.
C'è anche una figura di commissario che ricorda un po' quella di Lohmann, tipica dei film tedeschi di Lang. Sta dalla parte del "male", però agisce in maniera molto scaltra e fine e riesce addirittura a pervenire quasi alla verità. Ricorda un po' il commissario nazista di "Bastardi senza gloria".
Sono solo delle forzature narrative (imposte dai gusti dell'epoca) a "salvare" i personaggi buoni, lasciando però qualcheduno cadere per poter rappresentare un nobile sacrificio.
Tutto questo riesce a creare una caratterizzazione tutto sommato europea e realista. Nel film viene introdotta però la figura della figlia del professore, la quale rappresenta l'americana media come veniva concepita allora: buona, ingenua, che però impara a reagire e a capire dove sta veramente il "bene", al di là delle apparenze. C'è poi tutta un'attenzione particolare al perbenismo all'istituzione della famiglia borghese.
Il film scade però nel finale quando si vuole assolutamente dare un lieto fine che salvi i principali personaggi buoni e condanni quello cattivo. L'intreccio diventa un po' macchinoso e improbabile, ma così si voleva allora al cinema e Lang non si poteva tirare indietro.

Goldust  @  02/05/2011 16:52:40
   9 / 10
Semplicemente superbo, un dramma vibrante che prende spunto da un avvenimento vero. A mio parere erroneamente catalogato come film di propaganda anti-nazista ( e perciò sminuito ) è un film che brilla di luce propria, tremendamente appassionante ancora oggi grazie al suo ritmo teso ed alla sceneggiatura perfetta. Uno dei migliori di Lang, imperdibile.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  23/03/2011 23:32:38
   8½ / 10
Anteporre gli interessi collettivi di una nazione oppressa dal giogo nazista a quelli personali, anche a costo di perdere irrimediabilmente i propri affetti personali. Questo è ciò che emerge nella prima parte di questo film in cui la famiglia Novotny viene messa a dura prova e disgregata a causa della protezione offerta all'attentatore del Boia di Praga. Nella seconda parte viene messo in luce quella tematica cara a Lang già evidenziata in M: la contraddizione fra la verità e giustizia. In questo caso la volontà collettiva di un popolo occulta la verità per punire un traditore, la menzogna e la delazione sono gli strumenti per ottenere la giustizia. Lang orchestra bene la molta carne al fuoco a disposizione, delineando in maniera eccellente i personaggi coinvolti, anche quelli più secondari. Meno propagandistico o retorico di quanto ci si possa immaginare.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  05/03/2010 00:30:44
   9½ / 10
Chi ha amato l'affresco post-moderno di "Bastardi senza gloria" può rivolgersi indirettamente a questo incantevole e misconosciuto film di Lang. Rettifico: il miglior film americano di Lang in assoluto, anche se pochi lo sanno...
Verrebbe da dire "troppo per un uomo solo", e in questo caso gli uomini sono due, un carnefice quasi senza volto e un esecutore "democratico".
"Anche i boia muoiono" è non solo la rievocazione dell'occupazione nazista a Praga, ma anche un grande racconto che fa perno sulle vicissitudini della famiglia Novotwy.
Sorretto da dialoghi strepitosi ("La libertà non è un bene che si possieda come tante cose al mondo, bisogna lottare per la libertà), una giustificata retorica, un lirismo struggente almeno quanto l'intreccio (si potrebbe coniare la definizione di noir post-bellico) è un film doppiamente coraggioso, sia per la sua data di uscita sia per le origini del grande regista.
Permeato di un gustoso e irriverente cocktail che mescola dramma a un'ironia tremendamente macabra e scoperta, diventa alla fine quasi un remake di "M", con un caratterista superlativo che finisce per riprodurre le movenze e l'espressionismo di Peter Lorre in quell'immutato capolavoro.
Più che un film sul trionfo del bene sul male, si direbbe un film di propaganda apertamente di sinistra, dove la politica dei sospetti e del "tradimento" diventano a modo loro inesorabili e fondamentali come profetici del clima maccartista dell'america di qualche anno dopo.
Assolutamente da non perdere

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