In un ospedale pubblico di New York City regnano l'incompetenza e il caos e per giunta nelle corsie si aggira un missionario fanatico e omicida. Il primario ha anche i suoi guai privati.
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Andando oltre l'idiota titolo italiano - che rischia di proiettare lo spettatore in una tipologia di film sbagliata alla "ospedale più pazzo del mondo" - al pellicola di Hiller è un'istantanea abbastanza cinica sul disfunzionale sistema ospedaliero americano, sferzata solo occasionalmente da una spruzzata di humour nero ed imperniata su di una risibile sottotrama gialla. E' quindi un dramma a tutti gli effetti dove i problemi quotidiani di un ospedale ( burocratico, organizzativi, amministrativi e di incompetenza professionale ) vanno di pari passo con le frustrazioni personali di un primario stanco della propria vita ( un enorme George C. Scott, dolente negli occhi e nell'animo ). Un'opera che a dispetto delle molteplici vie scelte riesce a dire qualcosa di valido e che si apre e si chiude nello stesso modo, ovvero nel caos. Oscar alla sceneggiatura originale ma anche Scott avrebbe meritato.
Premettendo che chiunque abbia messo o contribuito a mettere il titolo in italiano sarebbe punibile con l'impalazione su pubblica piazza, passiamo al film. Il film di Hiller sicuramente è un oggetto alquanto strano. Al centro del film c'è la denuncia di malasanità utilizzando l'espediente della crisi profonda di un ottimo primario di fronte ad un paradosso evidente e che si ripete ormai quotidianamente, cioé di pazienti quasi sani che muoiono all'interno dell'ospedale per inenfficenze, incapacità ed interessi personali. Degno del racconto di Buzzati dei Sette piani. E' vero che non è una commedia, ma è anche vero, e la morte iniziale del dottor Sheafer ne è un esempio lampante, ha un incedere tipicamente comico se non fosse per la tragicità dell'epilogo. Una risata strozzata. E' una pellicola con un'ottima sceneggiatura che fonda sul paradosso e situazioni grottesche senza quasi mai usare toni eccessivamente grotteschi. La stessa struttura ospedaliera è un corpo malato cheal suo interno genera un contrappasso divino nei suoi stessi medici ed infermieri inefficienti, facendoli morire utilizzando la loro stessa inefficienza. Non è comico, nè tantomeno una commedia ma c'è tanta ironia amara in un contesto caotico come un girone infernale. Sicuramente da recuperare per l'estrema fluidità nella gestione delle diverse tonalità usate, cosa tuttaltro che facile.
Incredibile che un film ormai quarantenne ed insignito di un relativamente importante premio Oscar oltre che essere inserita nella "National Film Registry" della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti non abbia alcuna valutazione... Un film che viene spacciato per commedia nera ma che in realtà di commedia ha ben poco se non per alcune scene e dialoghi grotteschi, specie all'inizio ed alla fine! Il titolo italiano è completamente fuorviante e fa pensare ad una commedia demenziale in stile "L'ospedale più pazzo del mondo" o giù di li...in realtà questa è una pellicola con una sceneggiatura molto intelligente ed acuta ma sopratutto è un "urlo sociale" in varie direzioni...specie un manifesto contro la burocrazia, le incapacità e l'ottusità del sistema ospedaliero americano; che in questo film incarna metaforicamente altri settori socio-politici degli U.S.A. Sapiente regia di Arthur Hiller che con sicurezza si muove tra corsie e reparti di THE HOSPITAL...toni cupi e riprese a spalla caratterizzano la regia. Eccellente interpretazione agrodolce del maestoso George C. Scott che qui interpreta un primario colpito da una crisi di mezza età...combattuto tra gli istinti suicidi ed i principi morali che lo tengono aggrappato al suo lavoro. La storia si svolge quasi interamente all'interno dell'ospedale ed è strutturata come un giallo grottesco, con intelligenti omicidi (travestiti da errori medici)... Un ottimo film assolutamente da riscoprire, di certo cinico!