Storia di una famiglia criminale vista dall'interno, negli aspetti più emotivi e contraddittori, che si spingono fino agli archetipi della tragedia greca. In una dimensione sospesa tra l'arcaico e il moderno, si svolge il racconto di tre fratelli che, dal Sudamerica e dalla Milano della finanza, sono costretti a tornare nel paese natale sulle vette selvagge della Calabria per affrontare i nodi irrisolti del passato.
Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
Ero indeciso se mettere 6,5, perchè penso fosse il voto più adatto. Tuttavia voglio dare mezzo voto in più perchè il film racconta ciò che qui, in Calabria, molti non si aspettavano che venisse raccontato. Certi aspetti, certe vite, certe vicende, certi luoghi, sono noti. Vorrei dividere il giudizio in due parti. Sul film: lento nella prima parte, ma è un racconto che farà meglio comprendere lo sviluppo delle sequenze finali. Il personaggio del maggiore dei fratelli (l'attore più bravo), credo racchiuda il messaggio che il regista ha voluto trasmettere, una sorta di ribellione da un contesto dal quale, nella vita reale, è molto più difficile emanciparsi. Un pò troppo teatrale in alcune scene, ma ciò che era importante era parlare non della storia della 'ndrangheta e della sua rinomata ferocia, ma una storia sulla (dis)umanità nella quale a volte si è costretti a vivere. La seconda parte del giudizio riguarda più che altro le reazioni che ho visto al cinema: la maggior parte della gente esce quasi delusa perchè molti, qui, si aspettvano forse un documentario sulle faide, una guerra in stile gangster movie, con quel subdolo ma pericolosissimo senso di soddisfazione che si ha nel sapere di essere parte di queste terre criminali. Si combatte la mafia a parole, ma poi nei fatti c'è una sorta di orgoglio nel dire "abbiamo l'organizzazione criminale più potente del mondo". Insomma molti volevano vedere confermata questa forza perchè credo che da queste parti, in fondo, siamo tutti un pò 'ndranghetisti nell'atteggiamento. Felice che questo stupido orgoglio sia stato spiazzato dalle scelte del regista.
Non sai spiegarti bene il perché, ma "Anime nere" è un film importante nella cinematografia italiana di questi anni. E' un film fatto col cuore, anche se proprio lo stile andrebbe elogiato e criticato allo stesso modo per la sua uniformità ideologica, quasi volesse denutrirsi dei cliché e al tempo stesso non sradicarli interamente. Un mantra familiare degno del capolavoro di Ferrara, "Fratelli", con qualche momento forse non completamente carburato (i funerali di... ops spoiler). E' un film sincero che non tutti capiranno (io stesso ho faticato a comprendere il gergo mafioso, tipo la frase "campi cent'anni") sostenuto da un attore (Marco Leonardi forse???) strepitoso, specialmente nell'ultima grande scena il suo sguardo è di quelli che non si dimenticano: perduto e assalito da rabbia vendetta e rimpianto