another happy day (2011)

Buon film specie per un regista esordiente, nonchè figlio d'arte. Il matrimonio, evento lieto in generale, è utilizzato come detonatore per scandagliare nel profondo i rapporti interpersonali di una famiglia allargata. Rapporti non certo idilliaci, in cui sotto la cenere covano risentimenti ed altarini vari. Una buona sceneggiatura, dialoghi non certo banali e ben strutturato sia nell'approccio minimalista che nella coralità dell'opera. Persone che si mettono a nudo, anche in maniera brutale e diretta, senza dubbio efficace.

Panoramica su psicodramma familiare che vede al centro dei vari conflitti sorelle, madri e cognate in grado di trascinare anche gli ometti, per loro natura più semplici e sani, nei vortici dell'ansia e della contrapposizione a tutti i costi. Il tutto ambientato, tanto per cambiare, in occasione del matrimonio di uno dei figli. Il film non è fatto male, anche se un po' troppo ripetitivo dall'inizio alla fine. Viene da domandarsi se questo genere di persone ogni tanto si rilassino e smettano di vedere l'universo come un colossale problema da risolvere a tutti i costi... Non è proprio il genere di film che apprezzo e non so dare più di un sei...

Esordio decisamente coraggioso per Levinson che porta sul grande schermo un dramma famigliare piuttosto intenso, per quanto non originalissimo.
La storia di Lynn che in occasione del matrimonio del suo primo figlio dovrà fare i conti con le totali incomprensioni con l'ex-marito, la prepotenza fisica e morale della sua nuova moglie, la freddezza della madre, l'ormai totale lontananza del padre e la delicata fragilità degli altri suoi tre figli oltre alla superficialità della sorella.
Un film che mette molta e forse troppa carne al fuoco, ma il ritmo è senza dubbio calibrato. Un film prodotto da Ellen Barkin che sicuramente si conferma cardine portante dell'intera storia. La colonna sonora firmata da Ólafur Arnalds l'ho trovata minimalista e quindi molto adatta, considerando anche che è stata composta in sole due settimane.