Richard, un professore del college, riceve una diagnosi che può cambiargli la vita e decide di rinunciare a tutte le convenzioni e alle apparenze per vivere la propria esistenza nel modo più coraggioso e libero possibile. Con un senso dell'umorismo tagliente, coraggio e un pizzico di follia, attraversa ogni tipo di vizio: fuma, beve, fa sesso e rivolge insulti a chiunque gli dia fastidio, provando un piacere mai avuto in tanti anni.
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"Arrivederci professore" parte dal concetto di un plot assai impegnativo e struggente, la trama è già palese, il successo della produzione di Wayne Roberts dipende essenzialmente dai meccanismi della sceneggiatura.
Il film, in effetti, è un classico esempio di fatica cinematografica allestita pressappoco sull'attore e sulla situazione. Le risorse del film si spendono intorno ad un carismatico e celebre attore, Johnny Depp; ma non basta.
"Arrivederci professore" è baldanzoso ed effervescente, ma non si colloca precisamente da nessuna parte. Troppo leggero per distruggere e troppo pesante per esser assorbito come commedia. Dovremmo parlare di una commedia nera, fra umorismo sinistro e situazioni taglienti, poco altro. L'intenzione sarebbe pure dignitosa qui, ma come detto, scarseggia l'empatia con lo spettatore. Per noi si tratta di un feeling che fatica tremendamente a nascere. Fotografia e performance attoriali discrete, elegante anche la regia. Visione comunque evitabile con qualche cliché di troppo.
Verissimo il commento sotto di me, in quanto purtroppo il film rimane a metà strada tra commedia e drammatico senza incidere in entrambi i lati. In maniera talmente tanto evidente che non si capisce nemmeno perché johnny sia stato fatto diventare un professore (?) Però ci sono battute carine e momenti commoventi, ho apprezzato molto il finale. Bravo Depp, Secondo me si può vedere.
Un film che ,visto l'argomento molto delicato che viene trattato avrebbe dovuto essere piu' deciso in una direzione o nell'altra.Ovvero verso quella anticonformista e decisamente comica ,attingendo anche all'humor nero,oppure verso quella drammatica lasciando perdere certe situazioni al limite del grottesco.Invece vuole "tenere il piede in due scarpe" per piacere ai chi piace il genere comico e anche a chi quello drammatico.Ma resta "a meta' del guado" e cosi',in qualunque modo lo guardo,non mi e' piaciuto
Non lo ritengo un film riuscito per molti motivi. Vuole essere anticonformista ma non lo è abbastanza, vuole divertire ma non ci riesce, vuole essere strappalascrime ma non riesce nemmeno in questo. Non spinge abbastanza, non basta un bravo Deep, su cui si basa tutto il film e il mio giudizio positivo, a salvare qualcosa di amorfo, senza nessuna immagine. E ovviamente non rimarra' alcun ricordo di questo film...
Il film non offre nulla di nuovo come originalità e si basa essenzialmente sull'ottima prova recitativa di Johnny Depp. Ad un professsore cinquantenne viene diagnosticato un male incurabile, decide di rifiutare le cure e abbandona il comportamento politicamente corretto che aveva caratterizzato la sua vita concedendosi ogni tipo di libertà sia fisica che intellettuale. La relazione extraconiugale della moglie e il coming out della figlia fanno da riempitura ad un dramma affrontato dal protagonista in maniera ironica e sarcastica. Il resto del cast viene letteralmente sovrastato dal magistrale Depp.
Un film con una sceneggiatura ne complessa ne originale, ma estremamente azzeccata e cucita alla perfezione addosso a Depp che regge il film da solo senza particolari attori a sorreggerlo. La prima ora è praticamente stupenda sia nel ritmo che nei dialoghi (il vero punto di forza del film), oltre alle espressioni di Depp che rendono perfettamente l'idea di ciò che sta accadendo. Il finale è un pò frettoloso e non la sta troppo a far lunga sui romanticismi. Io personalmente ho adorato questo film.
Deboluccio, con una sceneggiatura già vista ,poco e costruito pathos e un Deep che si sta costruendo una parte di carriera da attore che sembra dire "lo faccio,ma non ne ho voglia " . il film scorre anche bene ma non ha nessuna intuizione degna di nota e in un paragone con altri tipo "l'attimo fuggente " perde di brutto
Deep inscena quel che rimane della sua vita privata e attoriale adottando per il proprio autobiopic un'ibridazione del cancer movie col film di college', divisa in sei capitoli, cinematograficamente non necessaria (ogni argomento è stato già trattato, e molto meglio, in opere precedenti con altri registi e altri protagonisti), ma redditizia in presenza d'accaniti appassionati dei due suddetti sottogeneri. Come solo qui in Italia (https://www.boxofficemojo.com/movies/intl/?page=&wk=2019W25&id=_fTHEPROFESSOR01).
Avevo zero aspettative ed invece mi devo ricredere. Certo la visione non è eccelsa come non lo è Depp in questo ruolo, però la storia regge bene. Il ritmo non annoia e la durata è azzeccata.
Quando si tratta di film che hanno come protagonista l'insegnamento, la scuola, un professore, viene quasi spontaneo confrontarlo con quello che ha lasciato, almeno personalmente, un segno tangibile e duraturo: L'ATTIMO FUGGENTE. In fondo, si tratta sempre dello stesso messaggio: carpe diem, "afferrare ogni respiro della propria vita e vivere come se fosse l'ultimo". Non indimenticabile la prova di Depp, una versione terminale e più disinibita del professor Keating, molto meglio quella di un ottimo comprimario come Danny Huston, abile nell'interfacciarsi con il protagonista in discreti siparietti, a volte lievi e altre più marcate. Discreta anche la regia e la sceneggiatura che tentano di proporre qualcosa di poco originale in modo però che riesca a far breccia in chi guarda. Il ritmo non sembra avere cedimenti di sorta e la visione scivola via senza intoppi in un finale abbastanza esplicativo. Secondo me, un film discreto che merita di essere visto.
L'ho visto sabato sera al cinema, ero indeciso tra questo e Annabelle 3, e infine ha scelto la morosa per me XD. Buon film, nulla di eccelso, una dark comedy tutto sommato diverte e riflessiva, la ribellione del professore al contesto borghese scatta attraverso la diagnosi di una malattia che non gli lascera scampo. Il film non cade nel melodrammatico grazie alla sua ironia cattiva e spiaccante, ci fa sorridere dinanzi alla disgrazie e alla paura più antica dell'essere umano, quella della morte. La realizzazione del film è convincente, alcune situazioni sono allineate bene con al storia, altre si lasciano un pò andare, si poteva calcare di più la mano sulle convinzioni borghesi. La caratterizzazione dei personaggi è fatta bene, soprattutto dei protagonisti. Per quanto riguarda gli attori, a me ha convinto tantissimo Johnny Depp, non è la migliore interpretazione dell'attore, ma convince, senza infamia e senza lode il resto del cast. Il paragone con l'Attimo Fuggente è troppo, a mio avviso questo film non ha lo spessore per essere paragonato al film di Wier, resta un buon film poetico, un'inno alla vita dinanzi alla morte.
Banale e strappalacrime il film non funziona per niente. Vorrebbe essere una commedia drammatica su un evento terribile della vita che capita ad una persona eccentrica e si trasforma in un film grottesco con un protagonista a tratti insopportabile Jhonny Deep davvero in una parabola discendente non solo nei progetti ma anche nelle performance.
Infine anche la sceneggiatura è imbarazzante soprattutto nel finale, talmente stupido in cerca di una poetica da rasentare il ridicolo.
Interpretazione non caricaturale di Johnny Depp che ho apprezzato ma il film ha parecchi difetti: il tema del protagonista affetto da male incurabile è già stato affrontato varie volte con risultati migliori. Ci sono evidenti imitazioni di scene di American Beauty e un tentativo di competere con l'Attimo fuggente (che non riesce minimamente). E poi varie incongruenze e scene al limite dell'assurdo, vino e superalcolici in quantità e la figura dell'amico (tra l'altro bravo attore) che non si comprende davvero che ruolo abbia in tutta la vicenda. Il film si salva con un 61/2 solo per l'interpretazione di Depp che si cala (bene) nei panni ma subisce una sceneggiatura davvero malfatta e scopiazzata qua e là.
La scena con lo studente nel suo studio è assurda. Nelle prima scene dichiara di non avere più alcun interesse per la moglie, per poi (nel discorso finale) dichiararle un grande amore. Il discorso alla cena del Rettore è scontato e prevedibile.
A me non mi ha entusiasmato troppo questo film. Sì è carino ma da come è stato messo giù all'atto pratico non è che mi abbia entusiasmata. il finale mi sembra buttato lì. Secondo me potevano fare di meglio.
poi anche sempre le stesse frasi retoriche, trite e ritrite, "cercate di avere una vita meravigliosa, non arrendetevi mai, siete speciali, il mondo ha bisogno di voi, ecc." Che noia! e poi puntualmente il 99% fa una vita come tutti i comuni mortali e cioè mediocre!!!
L'unica cosa che mi è veramente piaciuta è quando dice che tutti possiamo morire domani e di cercare di vivere appieno il momento presente, ma questo non vuol dire necessariamente fare una vita perfetta o migliore, ma viversi la vita, punto. senza stare troppo lì a pensare!!!!
Il film vola via in un niente... nonostante l'apparente leggerezza e toni tra il cinico/sarcastico/commedia ed il sentimentale, tocca temi molto profondi: (in)comunicabilità nella coppia, sfaldamento delle famiglie, amicizie, affetti, passioni. Depp, come Di Caprio, è di quegli attori che invecchiando sembra migliorare, ma tutto il cast è all'altezza dei ruoli. Tra i migliori film visti al cinema da un bel po' :)
Le parole sono tante, magari non milioni, ma migliaia, questo sì. Eppure ce n'è una, che il Depp pronuncia in un punto cruciale, e connota l'intera pellicola. Non è bene spoilerare rivelandola, ma qualche minuscolo indizio è d'obbligo... Comincia con la A, e con lo stesso fonema si conclude: l'inizio è bellico, ma solo in ApparenzA, perché la fine è rassicurante, musicale, dolce e tenue, uno verbo AggregativA. Il grande Roberto Calasso potrebbe ora sentirsi a dir poco compulsato, ma non solo lui, persino il mitico Thebarum conditor, che tanto male faceva ai pitoni… Fermiamoci qui. Solo quella parola, naturalmente riferita al contesto aureo della nostra esistenza, ossia il nucleo compatto "in", "per" e purtroppo spesso oggi anche "contro cui" viviamo, rende il film meritevole dei massimi elogi.
Forse "il seguito" ideale de "L'attimo fuggente", certamente poetico, affascinante, ricco, bellissimo. Johnny Depp è magistrale; una delle sue migliori interpretazioni.