a serious man regia di Ethan Coen, Joel Coen USA 2009
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a serious man (2009)

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locandina del film A SERIOUS MAN

Titolo Originale: A SERIOUS MAN

RegiaEthan Coen, Joel Coen

InterpretiSimon Helberg, Michael Stuhlbarg, Richard Kind, Adam Arkin, George Wyner, Katherine Borowitz, Fyvush Finkel, Steve Park, Raye Birk, Amy Landecker, Stephen Park, Sari Lennick, Allen Lewis Rickman, Fred Melamed, Alan Mandell, Tim Russell, Jim Brockhohn

Durata: h 1.45
NazionalitàUSA 2009
Generenoir
Al cinema nel Dicembre 2009

•  Altri film di Ethan Coen
•  Altri film di Joel Coen

Trama del film A serious man

Il film è ambientato nel Minnesota, St. Louis Park, nel 1967. Il protagonista è Larry Gopnik, che vive nella periferia in un quartiere di Minneapolis e lavora come professore di fisica in un college ebreo. La storia racconta la lotta esistenziale e spirituale che Gopnik vivrà nell'affrontare il divorzio con sua moglie Judith e nel far fronte a numerosi problemi nel suo rapporto con i figli e il fratello.

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Voto Visitatori:   6,87 / 10 (191 voti)6,87Grafico
Voto Recensore:   8,00 / 10  8,00
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Voti e commenti su A serious man, 191 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

sciroppo  @  16/09/2020 22:52:15
   7½ / 10
Ancora un buon film dai Coen. Dramma e commedia che si mischiano impercettibilmente. In questo caso il finale in qualche modo c'è, ed è molto condensato, pochissimi minuti. Ora ve lo spiedo:


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Ultima risposta 27/04/2021 23.05.17
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sonoalessio  @  25/11/2011 23:55:38
   4 / 10
film che non lascia proprio nulla. si apre in modo strano, si chiude in modo ancora più strano. sarebbe stato più meglio se avessi sprecato queste due ore a leggere l'ultimo libro di barbara d'urso. e io odio barbara d'urso

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Ultima risposta 25/05/2015 00.21.23
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Invia una mail all'autore del commento albatros70  @  15/08/2010 00:17:58
   4 / 10
Mi dispiace ma questa volta i coen mi hanno totalmente deluso. Un film assolutamente piatto e inutile, che non decolla mai e ti lascia davvero con l'amaro in bocca...

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Ultima risposta 12/01/2011 11.59.46
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  12/04/2010 17:09:32
   7½ / 10
Le certezze non appartengono a questo mondo,ad accorgersene a sue spese è il mite professor Gopnik,vittima del suo modus vivendi apatico,fatto di una quotidianità talmente rassicurante da commutare una vita ordinaria in una prassi da non intaccare mai,sconvolta suo malgrado da una sfilza di sconcertanti avvenimenti.
Il protagonista si interroga sul perché di tanto accanimento,uomo serio e irreprensibile che non farebbe del male ad una mosca,lui che afferma ai suoi studenti che nulla è possibile da determinare con certezza,eppure persuaso di vivere in un microcosmo all’interno del quale le variabili non possono attecchire,illuso che la sua vita dai ritmi perfettamente sincronizzati non sia soggetta a improvvisi sconquassi.
C’è il timore dell’uomo davanti alle incognite della vita nell’ultimo film dei fratelli Coen,la religione diventa mezzo a cui attaccarsi disperatamente,in cui trovare risposte esaustive.
Il disegno divino si fonde con il fato beffeggiatore,in cui un pavido immobilismo non è sicura garanzia contro gli imprevisti.Se è vero che ogni azione porta a una conseguenza Gropnik evita di agire,il suo scopo è continuare sulla via conosciuta schivando ogni pericolo,all’oscuro del fatto che i gesti di altri possano sconvolgere la sua vigliacca routine.
Non un lavoro straordinario a mio avviso,interessante,fuori dal comune e bizzarro a sufficienza per mostrare quanto i Coen, anche non eccezionalmente ispirati ,sappiano fare film di spessore.
Il cinismo che induce al sorriso amaro è però meno dissacrante del solito e la storia non ha poi questi straordinari lampi di genio,distinguibili in altre opere dell’irriverente accoppiata.Il film è intriso di cultura ebraica,il messaggio è comunque facilmente decriptabile a dispetto dei numerosi rimandi ad essa.
Un’intelligente parabola esistenziale,ironica e ben studiata, la cui sintesi ultima si annida nell’atteggiamento del rabbino Marshak.Inutile porsi troppi quesiti,una telefonata o un uragano possono essere sempre in agguato pronti a spazzare via qualsiasi utopica sicurezza,meglio ascoltarsi i Jefferson Airplane ed accettarla come viene.

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Ultima risposta 12/04/2010 21.50.59
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James_Ford89  @  18/03/2010 02:54:05
   10 / 10
Capolavoro assoluto. Il mio undicesimo dieci sul sito va a questo filmone targato Coen. Nonostante il cast senza grandi nomi, gli interpreti sono molto bravi e espressivi. Il rabbino Marshak è pura genialità, tutto sembra essere lasciato in sospeso,compreso il finale...ma è solo un'illusione. La vera fine di tutti noi è questa. Credo che i Coen abbiano dato forti messaggi con questa pellicola.
Il primo è quello di non concentrarci troppo sugli eventi,andrà sempre a finire in un modo. Il secondo è: c'è sempre la quiete dopo la tempesta seguita sempre da un'altra tempesta. E il terzo che reputo il fondamentale è che non bisogna disperarsi nelle situazioni critiche, ci sono sempre cose peggiori.

Fotografia imponente e montaggio realizzato a regola d'arte. Non so proprio dare meno di 10 a questo film così tenebroso, così genuino, così reale. IMPRESSIONANTE

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Ultima risposta 22/03/2010 02.42.44
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Invia una mail all'autore del commento stuntman bob  @  29/01/2010 16:42:07
   5½ / 10
Io i Coen c è stato un periodo che li adoravo,adesso temo che stiano perdendo il tocco, con questo ennesimo film non so se si siano rialzati o caduti ancora più in basso dopo il (a mio parere) penoso burn after reading, questo film parte bene, ironico e grottesco come tutti i loro lavori,protagonista simpatico e gli altri...........io non lo so che problema abbiano i Coen riguardo alle facce, capite a cosa alludo vero?il primo rabbino, la segretaria del terzo rabbino..... quando viene inquadrato qualcuno con quella faccia volutamente da pesce lesso e non che quando cambiano espressioni siano meglio,ma dove li vanno a cercare certi individui?mi ha strabiliato la vicina di casa di Gopnick,mi sono detto ma dai che i Coen si sono resi conto che le donne a stò mondo non sono tutte chiattone.
Sceneggiatura tipica del loro stile prendere o lasciare comunque accettabile
Ma il fatto è il finale,tanto per cambiare,non ho ancora visto e probabilmente mai lo vedrò un film dei Coen di cui mi convinca il finale,niente non ce la possono fare a concludere se non decentemente almeno normalmente un film

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Ultima risposta 30/01/2010 13.09.47
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Gruppo COLLABORATORI Zero00  @  28/01/2010 09:59:02
   8 / 10
I Coen difficilmente sbagliano quando vogliono fare i Coen. E questo film, come mi ha detto una persona qualche giorno fa, è Coen al 10000%. Una commedia nera che proprio commedia non è, impregnata di pessimismo cosmico e fatalità, condito da ebraismo e con una strana vena autobiografica.
Una serie di eventi che si evolvono con una lentezza impressionante ma anche con passo fermo e duro, tanto da non annoiare mai. Il tutto fino al finale spezzato ma carico di tensione, che lascia a bocca aperta e dal sapore vagamente amaro.

Insomma, potranno non piacere, potranno apparire fastidiosi e autoreferenziali, ma i Coen colpiscno duro e colpiscono profondamente. In pratica dei cecchini.

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Ultima risposta 28/01/2010 14.20.24
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diamutene  @  23/01/2010 00:58:50
   4 / 10
Un film lento noioso di quelli che veramente ti tirano la bestemmia, e ti fanno maledire di essere entrato in sala....o forse non l'ho capito? Nell'incertezza...

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Ultima risposta 01/02/2010 00.55.29
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Lea.G  @  18/01/2010 09:51:00
   4 / 10
non riesco a esprimere tutte le sensazioni che mi ha dato un film del genere...sicuramente anche a molti che amano i cohen questo film risulterà un pacco pazzesco..

geniali i registi che da storie così semplici riescono a prendere per il cul così tante persone facendo credere di aver fatto un capolavoro di film...sono rimasta incollata alla poltrona del cinema..dalla noia..

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Ultima risposta 23/01/2010 02.44.11
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Gruppo STAFF, Moderatore Lot  @  07/01/2010 16:17:19
   8 / 10
Domattina alle sei verrò giustiziato per un crimine che non ho commesso.
Dovevo essere giustiziato alle cinque ma ho un avvocato in gamba.

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Ultima risposta 22/07/2010 14.25.02
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR williamdollace  @  31/12/2009 15:02:53
   10 / 10
“la prego. accetti il mistero”

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Ultima risposta 14/11/2012 02.21.37
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All I Want  @  29/12/2009 18:12:44
   5½ / 10
Per carità è un film girato come si deve, studiato e con dei personaggi tutto sommato caratteristici.. che però sembrano essere una sorta di "Fantozzi 2009" con molta più crudeltà e drammaticità. Fino all'inverosimile.

La cosa che può rendere profondo il film è cercare di capire cosa vogliono dire tante scene, tanti atteggiamenti, che sinceramente non capisco se abbiano veramente un senso o siano una sorta di visione fine a se stessa.

Insomma si poteva fare di più, la cosa più bella è la vicina di casa, ma anche quella sfruttata poco...
come tutto il resto, nonostante le idee ci siano.

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Ultima risposta 03/01/2010 10.43.17
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Yat81  @  27/12/2009 16:46:39
   3 / 10
C'erano 14 persone in sala..le ho contate..a un certo punto le ho contate..così.. tanto per fare qualcosa di più divertente che continuare a guardare il film.
Era la prima serata in cui usciva il film.
Durante il prologo vi giuro ho anche controllato il biglietto per essere sicuro di non aver sbagliato sala..no, non avevo sbagliato.
Dopo 20 minuti mi è anche venuta l'idea di lasciare la sala e infiltrarmi in qualche altra sala a caso..no!
Sono rimasto,sfidando la noia e quel senso di rabbia per aver preso,secondo me,una fregatura.
Alla fine del film avreste dovuto vedere le facce e sentire qualche commento delle altre persone (che non conoscevo)..beh diciamo che non erano entusiasti.Forse però non hanno capito neanche loro come me,la straordinaria bellezza e genialità del film..
Posso capire che ad alcuni piaccia il film,però penso che su100 persone a cui il film è piaciuto,40 sono ebrei,30 sono critici cinematografici (o persone che apprezzano in particolar modo regia,fotografia,sceneggiatura,ecc o falsi critici cinematografici),20 sono persone che si dicono entusiasti del film solo perchè fa figo dirlo (fa molto alternativo) o perchè ci sono di mezzo i fratelli Coen,e 10 persone che...beh si può guardare anche un documentario della National Geographic e discutere di filosofia,fisica,religione...non so se mi spiego...
A me il film non mi ha fatto riflettere e non mi ha fatto ridere,ho solo pensato ai fratelli Coen e a quanto se la spassassero a leggere i commenti più articolati e pseudo-intelligenti sui vari forum mondiali..questo si mi ha fatto ridere...

21 risposte al commento
Ultima risposta 12/01/2010 10.28.08
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  @  23/12/2009 23:26:49
   9 / 10
Cosa c'è di più comico delle tragedie altrui? E a quali abissi di comicità si può arrivare se il peggio diventa più sostenibile del male? A questi paradossi rispondono con fredda lucidità i Fratelli Coen in uno dei film più spiazzanti, cattivi, catastrofisti, grotteschi, nichilisti degli ultimi decenni. La ferocia con la quale la cultura ebraica "gentile" viene irrisa, i "maltrattamenti" che subiscono tutti i personaggi (nel migliore dei casi coperti di ridicolo, nel peggiore colpiti da morti impreviste quanto assurde), i continui non-sense sottoposti allo spettatore come autentiche sedute di piacevole tortura, il finale ghigliottinesco che stronca personaggi, storia e respiro del pubblico, rendono questo film semplicemente unico. Una perla rara che riporta i Coen ai vertici assoluti toccati con altri generi (chi non ricorda l'incredibile "Blood Simple"?!?).

Ma poi, siamo così sicuri che si tratti di altri generi?...

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Ultima risposta 03/01/2010 02.50.25
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Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  23/12/2009 18:42:10
   8 / 10
Ennesimo gran film della migliore coppia di registi sulla piazza, che sforna una pellicola colta, profonda e terribile.

Per approfondimenti, si veda l'acclusa recensione.

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Ultima risposta 13/01/2010 15.11.56
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JohnRambo  @  21/12/2009 11:13:05
   4 / 10
Della serie "Fantozzi" in versione ebrea (a dire il vero il riferimento alla cultura ebraica a mio avviso è casuale).
Non so immaginare film più sconclusionato di questo, e con velleità da "cinema impegnato" addirittura! Personaggi irritanti, senza intelligenza, senza cuore, fantocci privi di una propria volontà. Una storia senza capo né coda, con un prologo da film horror senza nesso col resto del film.
Altamente sconsigliato, soldi letteralmente buttati via.

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Ultima risposta 05/01/2010 17.47.13
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Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  14/12/2009 14:04:48
   10 / 10
Era da un bel pò che non uscivo pensando "che gran film porca *******".
I Coen si dimostrano capacissimi di elaborare un linguaggio cinematografico che va al di là del potere stordente di una sceneggiatura ferrea e coinvolgente nel risultato finale di un prodotto che come pochi sa suggerire con parole e immagini. cose che solo in parte in No Country ero riuscito a vedere (limitatamente all'opera coeniana).
A serious man, l'uomo con le palle che si scopa tua moglie. A serious man, l'uomo che si fa domande, che prende per le corna la vita..dall'altra parte noi, la razionalità che da sola non serve, che ha bisogno di un dio per poi accorgerci che di noi a dio non interessa nulla e alla fine la figura dei fessi che si sono fatti un **** di domande ce le facciamo noi..ma poi arriva la morte, in varie forme e ci coglie nel nostro trastullarci senza in realtà aver prodotto nulla..chi nella vita si realizza? nessuno, tanto vale fumare e scopare a più non posso, forse solo questo ci permetterà di vedere quel parcheggio in modo diverso. Un inchino, d'altronde basta che funzioni no?
A parte tutto ciò..il nuovo film dei Coen è un Inland Empire di un'ora e mezza..che bello, che bello.

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Ultima risposta 28/03/2012 10.52.57
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BlackNight90  @  14/12/2009 02:56:57
   8 / 10
I Coen che incontrano Allen, rimanendo comunque fedeli e coerenti con la visione del mondo che hanno mostrato in quasi tutta la loro filmografia (ed è incredibile come, a parte due film, non hanno sbagliato un colpo).
In linea con Fargo, ma molto più grottesco e feroce, questo 'A serious man' è un opera difficile da mandare giù: a fine visione si rimane completamente spiazzati, nonostante dai fratelloni ci si aspetti come finale questo e altro.
Al solito il protagonista è un inetto che farebbe la felicità di Svevo, stavolta è un professore di fisica (come in Whatever works di Allen, forse sarà proprio 'sto benedetto principio d'indeterminazione di Heisenberg e soci a scombussolare tanto i fisici!) le cui sfig.he sembrerebbero assurde se non fosse per la patina di amaro e corrosivo realismo che i Coen riescono a infliggere allo spettatore.
Si ride eccome (il padre sudcoreano, il barmitzvah del figlio su tutte) eppure alla fine permane quella sensazione, quasi sgradevole, quel senso di confusione e di spaesamento, come se sapessi che in fondo i Coen hanno ragione, che la vita nonostante i nostri sforzi è quella che è, che nonostante la nostra disperata ricerca di certezze e appigli l'uomo continuerà a farsi del male da solo fingendo di essere quello che non è, finché qualcosa non giungerà a spazzare via tutto in un secondo (ricorda tanto l'ultima pagina della Coscienza di Zeno), per cominciare tutto d'accapo: l'unica soluzione è accettare il mistero.

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Ultima risposta 10/06/2010 22.50.20
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suspirio  @  13/12/2009 17:44:59
   3½ / 10
Sono andato al cinema, ho resistito un'ora ma poi mi sono addormentato alcuni minuti, non ce la facevo a guardarelo. Al momento del risveglio ho visto che anche la persona alla mia sinistra stava dormendo, e voltandomi a destra anche altre persone stavano dormendo. E' un film soporifero. Sicuramente ad alcuni può piacere, a me no. Preferisco molto un genere alla Lynch, che pur ugualmente sofisticato, mi coinvolge e mi appaga di +.

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Ultima risposta 14/12/2009 17.00.35
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SlevinKelevra  @  13/12/2009 17:05:52
   5½ / 10
i Coen mi piacciono molto, premesso questo credo che "A Serious Men" abbia una regia incredibile ed una caratterizzazione dei personaggi fuori dall'ordinario. La sceneggiatura però non esiste, non è che è fatta male, non esiste semplicemente. Questo film è semplicemente un documentario psicologico di un uomo che non riesce a prendere in mano la sua vita e affonda tristemente nella sua incapacità. Onestamente mi sento davvero un PIRLA ad aver speso 7 euro per questo film, che se non fosse dei Coen avrebbe 5 punti di media in meno e sarebbe trasmesso da Raitre in 7a serata.

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Ultima risposta 15/12/2009 02.11.52
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*-sky-*  @  13/12/2009 00:20:38
   7 / 10
film carino ma davvero tanto strano!!! i fratelli Coen mi piacciono molto!! mi è piaciuto molto il film: nn è un paese x vekki!!

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Ultima risposta 17/12/2009 21.09.55
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wuwazz  @  11/12/2009 15:00:11
   9 / 10
Mi sarebbe piaciuto averlo visto un'altra volta prima di commentarlo, ma la voglia di scrivere su questo film era troppa, e quindi mi sono gettato in questa impresa.


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Ultima risposta 22/12/2009 13.21.27
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diabolique  @  11/12/2009 10:54:01
   3½ / 10
E' incredibile come solo i fratelli Coen riescano a farmi scrivere un commento su questo sito! Questo glielo riconosco, ma questo film mi spiegate che cavolo ha di bello?

Prometto che è l'ultimo dei Coen che vado a vedere (anche Non è un paese per vecchi non mi ha entusiasmato), ma già che viene classificato come "commedia" non è un colossale ERRORE?

Il genere di questo film secondo me? "fratelli Coen"! Perchè non saprei in quale altro modo classificarlo...mi ha strappato un sorriso di tanto in tanto, ma per la maggior parte del tempo sono stato allarvato sulla poltrona a chiedermi quando finiva! Ed il brutto è che ho iniziato a chiedermelo dopo 25minuti dall'inizio!

In pratica racconta le s***** del protagonista che vanno sempre più aumentando fino alla fine, embè? Il modo in cui vengono raccontate è senza dubbio OTTIMO, cosi come la regia, la fotografia, il lato tecnico, quello che vi pare, ma che cavolo vi lascia dentro? Una commedia lascia inquietudine? Da quando?

Il mio parere (e per carità è soggettivo e non da non esperto) è che è veramente un film di m***a..se siete esperti di cinema e volete vedere "come si fa un film" lato tecnico vedetelo, ma se volete vedere una commedia lasciate perdere..

qua sembra che si vota la tecnica invece di ciò che il film trasmette, dell'appropriatezza del genere che gli è stato associato..voto affinchè vengano creati 2 tipi di voti: uno per la "tecnica" e uno per "tutto il resto"!!!:D

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Ultima risposta 23/12/2009 22.27.28
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forzalube  @  10/12/2009 16:42:28
   5½ / 10
Il film è quasi privo di una vera e propria trama ed è più un susseguirsi di situazioni bizzarre e surreali che coinvolgono il professore protagnosita (fin qui nulla di male); il problema è che, secondo me, anziché divertire l'opera finisce spesso per annoiare con i suoi dialoghi spesso senza senso e quasi mai brillanti.

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Ultima risposta 17/12/2009 01.25.42
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Gruppo REDAZIONE Pasionaria  @  10/12/2009 14:30:35
   8 / 10
Uscire dalla sala basiti, senza parole, un silenzio spesso, già anticipatore di elucubrazioni notturne disturbanti. Questo l’effetto immediato di A serious man, film apparentemente solo caustico, in realtà stimolante come pochi.
I profondissimi Coen scarnificano la sostanza, come sempre del resto, qui lentamente con uno stillicidio doloroso che riafferma con forza sarcastica il vuoto, il caos come mancanza di ordine, di bellezza, di saggezza. La sfortuna come regola generale, l’inadeguatezza umana come sostanza dell’essere. Un nichilismo privo di appigli, sminuito unicamente dal sarcasmo corrosivo con il quale i fratelli terribili descrivono i personaggi delle loro storie, quasi umanizzati dall’ironia( in realtà si sorride per non piangere). Che nel film sia la società ebraica con i suoi pregiudizi morali e i riti sempre ottusamente uguali ad essere presa di mira, poco importa, a mio parere. Il serious man del film è lo stesso perdente di tanti altri film dei Coen, il soggetto non cambia, la loro filosofia neanche.

41 risposte al commento
Ultima risposta 28/12/2009 20.40.53
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Invia una mail all'autore del commento Ødiø Pµrø  @  10/12/2009 11:23:26
   8 / 10
Aperte virgolette

Sì, la qualità è elevata e fa la differenza. E poi la soda caustica corrode lentamente e loro ne hanno usata a piccole gocce ovunque.. Non è l'esplosivo che deflagra.. ma alla fine non rimane nulla.

Chiuse virgolette.

6 risposte al commento
Ultima risposta 11/12/2009 16.48.27
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edo88  @  10/12/2009 01:00:28
   8½ / 10
Se ci sono dei cineasti su cui si può contare, questi sono i Coen.
A serious man è un film cinico, a tratti freddo, e ottimamente girato e interpretato proprio come ogni loro altro film. Nonostante non lo consideri uno dei loro migliori lavori, è allo stesso modo un film che ho apprezzato davvero tanto ed è per questo che ho un'alta considerazione dei fratelli.
Il film poi è anche divertente, ma sempre attraverso l'humor nero proprio dei Coen (vedi le geniali scene realtà-sogno).
Tecnicamente ottimo, dalla regia solida e misurata (ho adorato tantissimi spostamenti di camera), non manca di far sfoggio di un cast azzeccatissimo, che è un'altra delle costanti dei film dei Coen. Perché in questo caso, allontanandoci dai personaggi insoliti e sopra le righe di Non è un paese per vecchi e dimenticandoci per un attimo delle innumerevoli star di Burn after reading, abbiamo un cast composto praticamente nella sua totalità da attori sconosciuti o semi-sconosciuti, ma che si rivelano scelte perfette che offrono prove più che buone e complessivamente convincenti abbastanza da pensare ad attori più o meno affermati. Mi riferisco soprattutto al protagonista, tale Michael Stuhlbarg, che non solo è la scelta perfetta (fisicamente) nell'impersonale l'uomo medio che agisce passivamente, ma che riesce anche a lasciare il segno pur interpretando un personaggio classico e monocorde. Si farebbe fatica a sottovalutarla, invece io penso che la sua prova meriti anche dei riconoscimenti, ma soprattutto spero che Stuhlbarg grazie a questo ruolo prenda parte ad altri progetti interessanti che possano regalarci altre grandi interpretazioni.
L'unica critica che mi sento di muovere è relativa alla trama e al non aver spinto un po' di più sull'acceleratore, magari facendo andare il nostro protagonista più a fondo nelle sue azioni e nelle relazioni con gli altri personaggi, soprattutto quelli familiari. Ma sono piccolezze in confronto a quello che i Coen riescono a creare film dopo film, non deludendo mai. Per esempio il proporci la storia di una famiglia ebrea con tutte le sue usanze senza che ciò estranei lo spettatore, che magari non sa niente a riguardo e non ha intenzione di saperne.
Questi sono i film che mi fanno amare il cinema, e il fatto che non siano per forza filmoni o capolavori la dice lunga sui due fratelli.

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10 risposte al commento
Ultima risposta 10/12/2009 15.46.59
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THEANSWER  @  09/12/2009 18:33:14
   1 / 10
Direi che se anche mancano 90 anni è puo succedere di tutto, il podio come peggior film del secolo è assicurato.
Film Lento anzi lentissimo, anzi superlentissimo....
Da evitare e da bruciare tutte le pellicole in circolazione...

7 risposte al commento
Ultima risposta 09/02/2010 19.27.45
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DylanDog  @  09/12/2009 02:28:37
   10 / 10
Straordinario. Il trailer da elettrochock sembra sminuirlo, e quasi mi dissuadeva dall'andarlo e vedere.

Il principio di determinazione di Heisenberg applicato alla vita: più corri dietro alla verità nel tentativo di trovarne una assoluta, più questa tende a sfuggirti. L'uomo dalla mente matematica, "perfetto", immerso in una vita "perfetta", improvvisamente travolto da cambiamenti che metteranno in discussione ogni sua certezza. Il crollo di tutti gli schemi esistenziali, la condanna non della razionalità bensì dell'iperrazionalismo, che esaspera l'applicazione dei pricìpi dell'illuminismo settecentesco alla vita odierna. Un tremendo risveglio alla matrix per chi è abituato a pretendere di affibbiare perentoriamente un senso preciso ed inequivocabile a tutto ciò che accade nonché di classificare cose e persone secondo criteri dettati dalla propria superbia.


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Ultima risposta 11/12/2009 12.45.09
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  08/12/2009 21:57:33
   8 / 10
Non credo che avvisterò qualcosa di ugualmente caustico, esilarante e amaro fino al prossimo film dei Coen.
Non starò qui a disquisire sul Maddmaths e la filosofia del gatto già citata da illustre firme letterarie, ma credo sia errato parlare, come hanno fatto taluni critici, di "manierismo" a proposito dell'ultima fatica dei Coen.
Basta un personaggio come Larry, prototipo post-moderno del Medioman americano, per capìre che "A serious man" non è un "Family man" qualsiasi.
Grandissima è la capacità dei Coen di coinvolgere scomponendo tutti i luoghi comuni del cinema classico, il (falso) buonismo di Capra, il ploffuvio verbale di Woody Allen, o le sit-com esistenziali di Paul Mazursky.
I personaggi sono assolutamente perfetti, condensati di apatìa egoismo e superficialità che giostrano attorno ai loro orridi prefabbricati come in una comunità disadorna, piatta e (fortunatamente per noi) irraggiungibile.
Sembra un'American Beauty abitato da strani alieni, circondati dalla deriva formale e tradizionalista di una fede atta a stravolgere le convinzioni laiche della vita (e delle dure prove da combattere nonostante D.io).
Se è vero che i Coen hanno in parte perduto quella dissacrazione stilistica che ha creato veri capolavori ("Fargo" su tutti), se è altrettanto evidente che intellettualizzare la commedia significa porsi davanti al conflitto dell'esercizio stilistico (tonnellate di classe, ma snobistiche) "A serious man" centra perfettamente i suoi obiettivi.
Dentro c'è di tutto, e a parte l'evidente omaggio a classici sixties (cfr. la vicina di casa sensuale e stagionata come la Anne Brancoft-Mrs. Robinson de "Il laureato) o excursus musicali dell'epoca (il ragazzino "in erba" innamorato perso dei Jefferson Airplane) si scoprono diverse realtà sociali: l'antisemitismo (il sogno di Larry), la crisi economica dell'America di oggi, la paura dello status symbol nella sua precarietà, l'inganno della fede, la sconfitta davanti alle difficoltà dell'esistenza.
Sam Rockwell è veramente straordinario.
Sembra di assistere (cfr. anche nel finale spiazzante e volutamente illusorio) a un Raymond Carver in crisi lisergica

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Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  08/12/2009 01:48:49
   8½ / 10
Che l'ironia asciutta dei Coen possa con semplicità analizzare e scardinare le sicurezze e i punti di riferimento della società odierna (non solo quella americana) ormai era appurato e questo film ne è forse il più rappresentativo.

E allora che se ne fotta il denaro, la religione, la famiglia e il sesso; non c'è spazio per nessun nostro vecchio valore ormai, chi perde è l'uomo serio, colui che mantiene la sua vita in una retta via cercando di portare avanti le sue convinzioni, quelle convinzioni che una volta potevano dirsi sincere. Non c'è spazio per le risposte, tutto quello che potrà balzarvi alla mente saranno domande irrisolvibili.

E quando tutto è passato, quando l'uomo serio ha ormai vissuto sulla sua pelle l'evoluzione di una società sempre più nichilista, allora ci si può adattare, magari soltanto cambiando un voto, da una F ad una C. Un piccolo passo verso un futuro "migliore".

Nemmeno l'uomo delle previsioni (quello di Gore Verbinski) potrà salvarci da tale uragano, tanto vale farsi un paio di risate.


Avvertenze: astenersi i mangia pop-corn.

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LEMING  @  07/12/2009 08:19:29
   6½ / 10
Regia superba, attori eccezionali, ironia e satira feroce e poi il solito finale monco (Non è un Paese per vecchi docet), e non venitemi a dire che era l'unico finale possibile, perche se su 300 persone che eravamo in sala, nessuno ha gradito questo non finale! Oramai questo è diventato un loro marchio di fabbrica, diciamo un chiccheria doc, a me però non piace!

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Ultima risposta 24/12/2009 22.25.49
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR strange_river  @  07/12/2009 00:41:09
   8½ / 10
Di non facile fruizione, l'ultimo film dei Coen, si presta a diverse letture.
Intriso di cultura e storia ebraica fin dal fulminante prologo, macabra e presaga storiella yiddish, il tratto caustico dei due fratelli può essere certamente più facilmente apprezzato da chi ne conosce simbologie, riti e superstizioni (aleggia vagamente un Allen prima maniera in tutta la prima parte del film, ma per chi ne fosse lettore, anche P. Roth può venire in soccorso).
A serious man non è solo il ritratto grottesco (ma molto meno esilarante di quello che ci si potrebbe aspettare e invece da un retrogusto decisamente amaro) di un mondo che improvvisamente crolla addosso ad un uomo serio che “non ha fatto niente” e che scopre false tutte le verità in cui credeva.
Andiamo oltre l'apparenza del tranquillo quartiere dalle belle case ordinate, saliamo anche noi sul tetto e da questo nuovo punto d'osservazione scopriamo che quello di cui in realtà ci sta parlando è del peso del caso nelle nostre esistenze, delle coincidenze e delle conseguenze delle nostre azioni.
Non per niente Larry Gopnick è un professore di fisica che tenta di spiegare ai suoi studenti l'indeterminatezza della realtà, esponendo loro il paradosso del gatto di Schrödinger, e allo stesso tempo ne redarguisce uno ricordandogli come ogni sua azione abbia delle conseguenze.
In questo campo (filosofico? Fisico? Forse ambedue) si muovono i due registi: dialoghi graffianti, situazioni paradossali e una carrellata di personaggi sui generis (eccezionali maschere di attori) garantiscono il loro elevatissimo marchio di fabbrica nel disegno impietoso della vita di un uomo nella quale subentrano forze oscure delle quali nessuno, né Rabbino né la semplice ragione, riesce a dargli comprensione o soluzione.


Finale a grande effetto



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Ultima risposta 25/12/2009 01.36.31
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Gruppo REDAZIONE K.S.T.D.E.D.  @  05/12/2009 15:20:53
   8 / 10
"Prendi con semplicità tutto ciò che ti accade";
"Tanto al di là di qualche leggera differenza sarai sempre lì, ad annaspare per una qualche boccata d'ossigeno che ti permetta di tornare dov'eri giusto un attimo prima: ad annaspare", aggiungerei.

Larry no, invece. Larry fa tutto il possibile per comportarsi come ci si dovrebbe comportare, come "un uomo serio" dovrebbe comportarsi, nonostante abbia un figlio che si limita a fumare erba, una figlia che si limita a "lavarsi i capelli", un fratello che gioca d'azzardo, una moglie che gli chiede il divorzio e varie altre cose. Fa così il giro di tutti i maggiori rabbini del circondario per confidarsi e cercare risposte che chiaramente non avrà mai. Scenario che è terreno eufemisticamente fertile per i due fratelli, che inquadrano con una regia scarna e diretta ed una fotografia essenziale le gesta di questo pover uomo alle prese con un percorso preimpostato e con un numero leggermente eccessivo di ostacoli. E non è questo terreno fertile anche per la comicità grottesca e corrosiva dei Coen? Un paio di scene a metà film sono esilaranti oltre che perfette per la struttura del film che, se gestito diversamente, sarebbe potuto risultare forse un po' troppo pesante. In questa pellicola, infatti, i Coen calibrano perfettamente l'uso dei mezzi a loro disposizione e la rendono incredibilmente solida, riuscendo nel loro intento: rendere il film alquanto caustico (nel caso non si fosse ancora capito).
A chiudere il quadro, un finale tanto semplice quanto stupendo. In due minuti scarsi i Coen fanno esplodere il loro classico nichilismo con una violenza tale da affascinare lo spettatore e, al tempo stesso, strappargli via qualsiasi visione anche solo lontanamente confortante.

Perfetta la prova degli attori, praticamente sconosciuti (tranne Wollowitz)

"Don't you want somebody to love, don't you need samebody to love.."




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Ultima risposta 07/12/2009 12.16.24
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Almasy88  @  05/12/2009 02:49:09
   9 / 10
come prevedevo,una volta finito il film mi sono guardato intorno ed ho visto facce deluse ke più deluse nn si poteva e lì mi son detto "bene,le solite perle ai porci!" no a parte gli skerzi immaginavo ke questo film avrebbe destato molto spaesamento e contraddizioni nella gente,a me personalmente è strapiaciuto:
1 perkè i fratelli coen alla regia sono sempre un bollino di garanzia secondo me,2 perkè i personaggi sono vere e proprie caricature della società in cui ci troviamo oggi...basta guardare l'accuratezza delle espressioni e la potenza dei dialoghi per sorridere e divertirsi,3- il preambolo e il finale ti lasciano scervellare e fantasticare a distanza di ore ed ore dal termine della proiezione!
ke dire un film ke ricollegandomi con opinioni già dette magari nn avrà un successo enorme al botteghino ma nonostante ciò per me è sorprendente.

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Ultima risposta 17/03/2010 13.14.33
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  27/10/2009 21:45:40
   8½ / 10
Altra straordinaria pellicola dei Coen, questa volta alle prese con un film più "piccolo" senza alcun attore di grido, girato interamente nella loro città natale - Minneapolis -

Solito meccanismo narrativo inarrivabile, solita messa in scena di straordinaria potenza espressiva, per il percorso dei un uomo medio con cui i due registi intraprendono l'ennesimo attacco frontale alla società americana.

Tutto il cinismo con cui questi registi continuano a descrivere semplici storie di vita in A Serious Man raggiunge vette impressionanti: c'è di tutto, dalla cultura ebraica al "Di0 denaro", dalla società fondata sul lavoro ai finti moralismi religiosi, in un vortice di situazioni sempre in bilico tra il satirico grottesco e il drammatico, con una valanga di sequenze e dialoghi da mandare giù a memoria - tra tutti un incipit che sembra uscire da un horror d'annata -

Ma oltre alla critica sociale A Serious Man è anche una profonda riflessione sulla solitudine dell'uomo, uno spaccato di vita quotidiana con situazioni limite capaci cmq di rispecchiare la realtà, con un personaggio principale per il quale è impossibile non provare una completa empatia. Il tutto in attesa di un'"esplosione" continuamente rimandata.

Il film poi è stracolmo di elementi autobiografici - dalla scuola ebraica ai genitori entrambi professori - con un cast formato da fecce sconosciute ma tutte terribilmente in parte: personaggi capaci di entrarti nel cervello fin dalla prima inquadratura.

Regia da veri esteti, fotografia impeccabile, musiche azzeccatissime, per un prodotto che nell'ordine:

1- Al botteghino incasserà tre euro.
2- Darà fastidio a perecchi.
3- Susciterà lo smarrimento di tanti altri.

Finale che più coeniano di così non si può.

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Ultima risposta 07/12/2009 01.15.07
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR kubrickforever  @  25/10/2009 20:16:40
   8½ / 10
Fighiiiissiiiimoooooo!
i fratelli Coen tornano alla ribalta e per l'ennesima volta dimostrano, qualora qualcuno avesse ancora qualche dubbio, il loro straordinario talento girando una delle loro migliori pellicole.
Una sceneggiatura pungente, accattivante e soprattutto spietata è il punto di maggior forza di questa black-commedy.
La regia è davvero superba, personalissima seppur priva di particolari innovazioni.
Ottima anche la prova di tutto il cast, in particolar modo Michael Stuhlbarg nel ruolo dello sfigatissimo Larry Gopnik.
Consiglio vivamente la versione in lingua originale per poter godere appieno della performance degli attori.
Non so voi, ma io ho riso dall'inizio alla fine.

Lasciate ogni speranza, voi che entrate al cinema!

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Ultima risposta 08/01/2010 19.05.05
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