a snake of june - un serpente di giugno regia di Shinya Tsukamoto Giappone 2002
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a snake of june - un serpente di giugno (2002)

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locandina del film A SNAKE OF JUNE - UN SERPENTE DI GIUGNO

Titolo Originale: A SNAKE OF JUNE

RegiaShinya Tsukamoto

InterpretiAsuka Kurosawa, Yuji Koutari, Shinya Tsukamoto, Tomoro Taguchi, Susume Terajima, Mansaku Fuwa

Durata: h 1.17
NazionalitàGiappone 2002
Genereerotico
Al cinema nel Novembre 2003

•  Altri film di Shinya Tsukamoto

•  Link al sito di A SNAKE OF JUNE - UN SERPENTE DI GIUGNO

Trama del film A snake of june - un serpente di giugno

Rinko è sposata con un uomo che non osa toccarla perchè ossessionato da un'igiene maniacale. Un giorno riceve una busta con delle foto che la ritraggono mentre si masturba. Il tizio che gliele ha mandate la ricatta con delle richieste a sfondo sessuale alle quali lei sembra non esserne dispiaciuta.

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Voti e commenti su A snake of june - un serpente di giugno, 49 opinioni inserite

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Signor Wolf  @  01/02/2022 00:50:20
   6½ / 10
Mi spiace non potere giudicate positivamente A Snake of June come gli altri film di Tsukamoto che ho visto, La prima parte pur godibile, sa di già visto (per gli Standard dell erotico giapponese). La seconda che contiene gli aspetti drammatici è quasi monca, fra particolare surreali che nell'economia del Film non ci stanno, vi è un vuoto prima del finale, quasi come se mancassero 10 minuti di film. Im film arriva si ad una risoluzione, ma è il come ci arriva che non mi convince.

Ah, non mi piacciono i filtri blu.

Oskarsson88  @  13/09/2016 00:29:36
   6 / 10
Particolare film dalla discreta fotografia, però non mi ha preso.. purtroppo col mercato asiatico spesso non resto coinvolto.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  11/06/2016 20:59:36
   7½ / 10
Buon film. Definirlo "erotico" è senz'altro riduttivo, è un film completo attraversato da eros e thanatos, il tutto in modo vagamente surreale, mentre una pioggia scrosciante lava via tutto.
Un'opera intensa e ispirata. Anche se la trama può apparire banale, il film non lo è di certo.

alex94  @  31/01/2015 15:28:06
   9 / 10
Altro bellissimo film diretto da Tsukamoto.
La trama è molto profonda e poetica,la regia,la fotografia e la recitazione sono stupende,praticamente perfette.
Secondo me è l'opera più affascinante di questo regista,merita sicuramente una visione.

ferzbox  @  08/11/2014 12:45:05
   7½ / 10
Un'analisi delle frustrazioni umane,legate la maggior parte delle volte alle insoddisfazioni sessuali o all'assenza di esperienze gratificanti.
In uno scenario perennemente piovoso e oscuro,aiutato da una fotografia in bianco e nero,il regista Shinya Tsukamoto(Tetsuo-Tokyo fist) ci immerge in un mare di sofferenza esistenziale,dove una giovane donna repressa dalla quasi totale assenza del marito(presente ma a sua volta vittima di complessi personali),trova rifugio in un'uomo prossimo alla morte.
Conosciuto tramite il suo lavoro(telefono amico),Rinko viene ammaliata telefonicamente da quest'individuo petulante e pieno di gratitudine nei suoi confronti,innescando una relazione morbosa e simbiotica
La frustrazione sessuale di Rinko verrà messa alla luce fino alla liberazione dell'anima,dove la triste e squallida vita borghese che ha sempre vissuto per amore del marito,esploderà in tutta la sua essenza.
Un trio di personaggi legati da un'unico filo intrecciato che porterà alla rinascita dell'individuo.
Con una tecnica meno visionaria di altri suoi lavori,ma sempre particolarmente psicologica ed artistica,Tsukamoto ci accompagna in un viaggio tortuoso all'interno della sofferenza umana.
Altra ennesima chicca del regista giapponese; non tra i migliori ma sempre notevole.

GianniArshavin  @  24/02/2014 15:49:32
   7 / 10
Primo approccio con Tsukamoto assolutamente convincente.
A snke of june è un film particolare,pieno di simbolismi e significati che rendono l'opera di grande valore anche se molto probabilmente ostica per alcuni.
Girato in un bianco e nero tendente al blu,la regia di Tsukamoto disturba e stordisce lo spettatore,passando da momenti di grande pacatezza ad altri esplosivi e psichedelici.
La storia narrata è molto interessante,e i messaggi che possiamo estrapolare da essa sono molteplici. Tsukamoto gioca molto con la vicenda infarcendo il tutto di elementi psicologici,erotici,violenti e simbolici.
L'autore nipponico come sempre oltre a dirigere creerà letteralmente la sua pellicola,curandone anche la produzione,il montaggio,la sceneggiatura ed interpretando anche il personaggio più enigmatico ed ambiguo del film.
Non scendo nei particolari perché voglio approfondire meglio la conoscenza del cineasta in questione,ma posso consigliare questo lavoro a tutti gli amanti del cinema che "fa pensare" e che raggiunge questo scopo passando per strade certamente non convenzionali e commerciali.

Invia una mail all'autore del commento luca986  @  30/07/2013 17:14:41
   8 / 10
Un film affascinante. Grandissima regia. Non è però classificabile come erotico.

_Hollow_  @  10/06/2013 00:28:37
   10 / 10
Aaaaaaaahhh non l'avevo ancora commentato!
Ed è andata bene, perché se sul momento sarebbe sembrato semplicemente splendido, invece bisogna riconoscerlo per quello che è: un capolavoro, se non IL capolavoro.

Nonostante Tsukamoto sia un genio e abbia sfornato cose come Tokyo Fist o Bullet Ballet, dopo aver visto "A Snake of June" capisco perché questo sia il film che più ha tenuto a fare, quello che per anni l'ha tormentato ("Per un lungo periodo di tempo, ogni anno quando arrivava la stagione delle piogge, continuavo a pensare con rammarico, mentre guardavo in tralice una bella ortensia, che neanche questa volta avevo girato A Snake of June. E così sono passati dieci, anzi, forse quindici anni") e quindi non dirò una scemenza ad elevarlo a capolavoro da cineteca e storia del cinema ...

Non si può capire leggendo, va semplicemente guardato, in quel suo azzurrino, colore appunto dell'acqua e dell'ortensia (se vi mettete a scaricare probabilmente ve lo dovreste semplicemente guardare in bianco e nero ...).

Idea carina realizzata da dio; trama confusionaria ma alla fine finalmente comprensibile; profondo, maturo, toccante.

Da brividi lei fotografata sotto la pioggia; cult e da videoclip dei NIИ le scene degli uomini mascherati allo spettacolo snuff; alle musiche il solito Chu Ishikawa ...

Imprescindibile.

Badu D. Lynch  @  27/03/2013 01:29:18
   9½ / 10
Ennesimo capolavoro di Shinya Tsukamoto.
Uno dei suoi film in cui vi è una componente maggiore di simbolismi e psicanalisi.
Un gioco macabro, soffocante e tremendo fatto di desideri repressi che non trovano nessun tipo di sfogo e libertà, se non grazie all'aiuto di Iguchi che, probabilmente, rappresenta l'espressione passionale e carnale imprigionata nell'subconscio dei protagonisti. Un film perfettamente alienante, fatto di passioni silenziose e di silenzi passionali.
Tsukamoto rules!

1 risposta al commento
Ultima risposta 27/03/2013 10.58.19
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Numenoreano  @  17/09/2012 16:15:05
   8 / 10
Rinko è una garbata ragazza che lavora in un consultorio telefonico per assistenza psichiatrica. Riesce nel lavoro a fare ciò che non gli riesce nell'intimo della sua ormai inaridita relazione matrimoniale: avere un contatto, aiutare qualcuno, sfogarsi. E' relegata in una prigione di autocompiacimento perché il suo compagno sfoga totalmente la sua repulsione sessuale nel suo invasamento demoniaco contro lo sporco, suo particolare autoerotismo. Tutto ciò finchè non incombe, a rompere gli equilibri, il voyeuristico Iguchi, a suo dire precedentemente aiutato telefonicamente da Rinko. Il quale non si da pace onde liberarla dalle sue inibizioni mentali e fisiche.


La stagione delle piogge giapponese (Giugno, dal titolo) è virata da Tsukamoto in blu, dal colore dell'acqua e delle ortensie. Essa è una prigione di solitudine e rassegnazione dalla quale si può guarire soltanto grazie ad un serpente (dal titolo), il cui cambiare pelle lo rende un simbolo di rinnovamento e rinascita. Rinnovamento che, essendo un rettile, arriva strisciando furtivamente come fa l'impertinente figura di Iguchi. E che pare possa avvenire solo con la piena presa di coscienza del proprio corpo, attraverso un "percorso didattico" verso il superamento dei propri limiti mentali e fisici.
In questo senso il serpente, a dispetto della connotazione negativa affibiatagli dalla tradizione cristiano/cattolica, arriva ad acquisire il miglior significato positivo in quanto allegoria di completezza, dall'immagine a cerchio del serpente che si morde la coda. La completezza a cui aspira una coppia di innamorati divisa dalla mancanza di contatto nel periodo in cui, solo dopo violente pioggie, finalmente sbocciano le ortensie.

speXia  @  07/12/2011 18:14:13
   7½ / 10
Premettendo che è il mio primo film di Tsukamoto (ma ho intenzione di recuperare i Tetsuo e Nightmare Detective) mi è piuttosto piaciuto! La trama è ottima, così come la caratterizzazione dei personaggi (e gli attori che gli interpretano). Bellissima fotografia, fredda e cupa, e quindi adattissima! Inoltre il lato psicologico del film è molto interessante, se non addirittura angosciante (la parte dedicata a Rinko mi ha messo ansia!) e il villain è un personaggio molto interessante!!
Bello!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Tumassa84  @  27/06/2011 09:41:39
   9 / 10
A Snake of June è un progetto cullato molto a lungo da Tsukamoto, che già lo aveva pensato ai tempi del primo Tetsuo. Originariamente voleva fare un film erotico piuttosto violento, ma poi ha ripensato il taglio del film eliminando la violenza e concentrandosi di più sull'erotismo e sulla tematica che contraddistingue il regista, ovvero il rapporto tra il corpo umano e la società moderna.

La protagonista è Rinko, una donna che lavora nel campo dell'assistenza sociale. Più precisamente il suo compito è quello di ricevere le telefonate di gente depressa e disperata, il più delle volte sull'orlo del suicidio, per consolarla ed aiutarla. Il marito, Shigehiko, è invece un normale sarariiman e ricalca il classico impiegato tratteggiato da Tsukamoto: continuamente preso dal lavoro e talmente assuefatto da una società asettica da rifiutare qualsiasi elemento vitale che squilibri l'ordine artificiale a cui è abituato: passa tutto il tempo libero a tirare a lucido la casa, vuole che niente sia in disordine, è contrario a tenere animali per via della loro puzza, prende medicine che cancellano l'odore delle proprie feci e soprattutto si rifiuta di avere una vita sessuale con la moglie. Ciò è fonte di profonda frustrazione in Rinko, la quale però è incapace di dare sfogo alle proprie pulsioni.

A rompere tale equilibrio interviene un terzo personaggio: Iguchi, interpretato dallo stesso Tsukamoto. Egli invia a Rinko delle foto che ha scattato di nascosto che la immortalano mentre si sta masturbando, e per telefono le dice che se vuole i negativi dovrà fare come dice lui. In questo modo la obbliga a fare quello che lei non sarebbe mai riuscita a fare, ovvero a dare libero sfogo alle proprie pulsioni e riscoprire la sessualità sopita. Si tratta del più classico dei villain tsukamotiani, che agiscono contro il protagonista ma per il loro bene, lo mette alle strette per risvegliarlo dallo stato di apatia in cui è sprofondato e consegnarlo a nuova vita. Il suo ruolo è molto simile allo psicoanalista freudiano, che deve riuscire a far riemergere nel paziente i desideri rimossi nell'inconscio, che un falso io rifiuta per effetto dell'azione oppressiva del Super-io, ovvero delle regole e dei modelli che ci vengono imposte dalla società. E' la perdita di godimento che l'uomo paga come scarto alla Civiltà. Allo stesso modo, Rinko non si rende nemmeno conto di quelli che sono i propri desideri, si rifiuta di riconoscersi per quello che è; e sarà solo grazie allo psicoanalista Iguchi se ella riuscirà a rappacificarsi con se stessa e con le proprie pulsioni risiedenti nell'inconscio.

Iguchi non curerà solo Rinko, verso cui è riconoscente perchè l'aveva aiutato quando era sul punto di suicidarsi, ma anche il marito. In realtà questo processo è molto meno approfondito e la parte dedicatagli è breve (d'altra parte la vera protagonista del film è Rinko). Iguchi comunque gli farà fare una serie di esperienze estreme, fino a ricoprirlo interamente di pece (lui maniaco del pulito) e picchiarlo a sangue. Importante è anche quell'indimenticabile scena quando Rinko libera tutta la sua energia sessuale sotto la pioggia e sotto i colpi incessanti dei flash della macchina fotografica di Iguchi, e Shigehiko inizia a masturbarsi riscoprendo così i propri istinti sessuali.

Dal punto di vista stilistico, il film è di assoluto valore: già il bianco e nero virato sul blu, a ricordare il colore della pioggia che scorre incessantemente e si riflette sui palazzi è una scelta azzeccatissima che rende unica la pellicola. Inoltre abbiamo delle importanti novità dal punto di vista della rappresentazione di Tokyo: per la prima volta abbiamo nell'ambiente urbano la compresenza armonica di elementi artificiali e naturali. Se la Tokyo dei due Tetsuo, di Tokyo Fist e di Bullet Ballet era un ambiente totalmente alienante e che rifiutava qualsiasi elemento vitale, qui vi sono una serie di cambiamenti: innanzitutto la casa di Rinko, che coniuga forme squadrate con linee curve e morbide (quello della linea curva e del cerchio è un motivo che permea tutto il film, sin dalle primissime inquadrature), il giardino con fiori rigogliosi e foglie su cui si poggiano le lumache, la pioggia che scroscia violenta ed energica in tutta la città, risvegliando gli istinti sessuali dei suoi abitanti (o almeno è questo che sostiene Tsukamoto, che dice di sentire un erotismo particolare nell'aria in concomitanza della stagione delle piogge in giugno).

In definitiva, A Snake of June è a mio avviso uno dei migliori film di Tsukamoto, che purtroppo nei 10 anni seguenti non riuscirà a tornare agli stessi livelli (nonostante alcuni film indubbiamente riusciti e apprezzabili). Sicuramente è imprescindibile per comprendere l'opera del regista, trattandosi di una tappa fondamentale della sua filmografia in cui esplora esaustivamente la sua visione dell'erotismo.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  17/02/2011 23:38:28
   7½ / 10
Come in Tokyo fist dove il recupero della fisicità del proprio corpo si esprimeva attraverso lo sport della boxe, in snake of juno questo avviene attraverso la (ri)scoperta del sesso. Togliersi la maschera che indossiamo quotidianamente per liberare le nostre pulsioni represse, in cui la coppia di protagonisti riesce di nuovo a comunicare. Pellicola dal ritmo sincopato fatto di pause meditative ed improvvise esplosioni, in cui Tsukamoto mette in luce il dualismo dei personaggi.

Kymmy  @  07/07/2010 20:15:23
   10 / 10
E' il film di Tsukamoto ke preferisco, non so come definirlo: Capolavoro assoluto è il termine migliore....La Kurosawa è indimenticabile. Emozionante e travolgente. Da vedere assolutamente!

TheLegend  @  14/11/2009 03:24:09
   6 / 10
Le opere di Tsukamoto sono sempre visivamente appaganti ma in questa pellicola mancano le sensazioni più viscerali.
Non mi ha trasmesso molto e mi ha lasciato piuttosto indifferente.

topsecret  @  11/11/2009 12:17:51
   7½ / 10
Un film particolarmente intenso ed emozionale, fotografato da colori freddi e pungenti in un turbinio di emozioni contrastanti.
Coinvolgente e molto valida l'interpretazione di una Asuka Kurosawa affascinante e sensuale.

Guy Picciotto  @  13/09/2009 18:31:12
   9½ / 10
Si è tanto discusso sul lavoro dei vari Cronenberg e Tsukamoto, sul logos che caratterizza la loro ricerca filmica, un tentativo di vivisezione della carne in rapporto alla macchina ed alla tecnologia, ad un utopica fusione ballardiana tra uomo e macchina a livello biologico, ebbene l'esperienza tenderà sempre più a rimuovere l'immediatezza della dimensione carnale e a valorizzare invece l'insieme delle pratiche e delle operazioni che sembrano realizzare la trascendenza dell'uomo tecnologico rispetto ai processi naturali.
Se vi ricordate, con Tetsuo "l'uomo macchina" Tsukamoto giocò allo scoperto rispondendo alla provocazione non più tanto utopica di quel videodrome cronemberghiano e spinse totalmente verso quella fusione tra uomo e macchina, a distanza di tanti anni, nel 2002 firmando l'altro suo capolavoro "a snake of june" più che sull'immediatezza carnale, Tsukamoto porta la riflessione semantica a livelli iper-metaforici, risprofondando nella carne solo dopo un lunghissimo viaggio di formazione, secolarizzato, distorto quanto volete, ma sempre ipermediato dalla consapevolezza del reale. Non c'è niente di immediato in questo film: le stesse pulsioni istintive e a-razionali sono metaforizzate in immagini postmoderne.
L'atto sessuale come serie di scatti fotografici, il seno femminile, fecondità rinascita e eterna giovinezza, inquadrato nell'incubo senza fine che si intrufola a poco a poco in un yakuza movie sconclusionato, scardinandone ogni schema narrativo; l'uomomacchina tetsuiano; il passare di immagine a immagine, di testo in testo, tutto questo è frutto più di una fortissima riflessione su di sé, virata su temi leggermente sfasati rispetto a quelli classici occidentali, per di più sotto forme narrative in parte estranee al destinatario occidentale, ma soprattutto estremizzata come qui da noi non si ha il coraggio di fare.
Non è allora la "purezza", quella che ritroviamo nel cinema giapponese di un Tsukamoto, ma il prototipo di una specie di processo hegeliano dei contenuti istintuali che, dopo essere passato per i due rapporti inferiori, quello "puro" e naif e quello negativo del rigetto dall'altro da sé (che pure fa parte di sé), ormai lo ingloba tutto in se stesso, diventando autoconsapevole e metabolizzandolo fino in fondo all'interno di processi cognitivi del tutto razionali.
Dunque: il relativismo all'eccesso, piuttosto che l'immediatezza. La "sostanza e il sangue" non sono che le estreme conseguenze dei due mondi, quello razionale e quello istintuale, finalmente riconciliati in un film dalla totale spudoratezza estetica, in un bianco e nero con tendenze bluastre costanti per tutta la pellicola, dove sesso e malattia, mutilazioni e mutamenti sono un tutt'uno con un erotismo che gioca con l'inesorabile decadenza del corpo umano, dato che l'uomo di sola carne tukamotiano è ormai decaduto, parliamo di post-erotismo allora, vissuto dal cyborg-telespettatore che si masturba (il marito nel film), interfacciato dal video (la moglie), immortalata dal terzo elemento fuori campo, ovvero la macchina fotografica.
Si è parlato a proposito di questo grande film come della degna risposta giapponese ad 'Eyes Wide Shut', e non sono d'accordo dato che a livello non di contenuti (su questo forse siamo nello stesso campo da gioco) ma di regia siamo molto distanti, ossessiva e febbrile quella di tsukamoto, estetizzante nelle carrellate e ipnotica nel distendersi costante per tutte le 2 ore e mezzo quella dell'ultimo grande kubrick.

Invia una mail all'autore del commento Banana Pie  @  13/07/2009 11:33:25
   8 / 10
Bello, decisamente diverso dalle violente pellicole precedenti di Shinya, comunque rimane la caratterizzazione psicologica così particolare che caratterizza le sue opere. Toccante e artistico, anche se nel complesso mi ha lasciato meno dei lavori precedenti.

VikCrow  @  04/03/2009 16:21:50
   10 / 10
Il capolavoro per eccellenza di Tsukamoto!!

Ciaby  @  23/12/2008 20:51:37
   10 / 10
Tsukamoto riesce a trovare la poesia nella perverversione più estrema... capolavoro

Rand  @  19/12/2008 15:12:23
   8 / 10
Qui Tsukamoto dimostra ancora una volta di essere un regista notevole,dopo tetsuo,sperimentale e disturbante,realizza un opera complessa e intima,in cui denuncia la mancanza di sentimenti,la rigidità della società giapponese,la pornografia libera,il manicheismo della psicologia dominante.Un film intrigante che ragiona sulla privazione di umanità che i giapponesi loro malgrado riflettono,nonostante filosofia e autocontrollo.Averlo visto sottotitolato ha dato più realismo alla vicenda,senza doppiaggi penosi,da vedere.

everyray  @  07/07/2008 16:09:06
   7 / 10
Non rientra di certo nei miei gusti,ma devo ammettere che questo film ha qualcosa di affascinante..
Di certo c'è che quì l'erotismo viene fuori in maniera molto efficace,ma molto sottile e la differenza con i generi erotici occidentali si vede benissimo.

Dan of the KOB  @  12/04/2008 13:38:30
   7 / 10
Tsukamoto è sicuramente un regista di grande talento!
Lo dimostra con quest'opera tecnicamente ineccepibile! Una fotografia di rara bellezza c'accompagna durante tutto il film!
Alcune scene sono davvero suggestive e si ha come l'impressione di esser di fronte ad un quadro in movimento!
Le tematiche affrontate sono sicuramente originali e forti! Molto interessanti, ma sono allo stesso tempo il limite del film secondo me!
In un'ora e un quarto di film non è possibile toccarle tutte adeguatamente, la storia avrebbe dovuto avere maggior respiro!
Nonostante questo resta un'opera di valore, tra le più digeribili del regista, della quale consiglio la visione a tutti!

onda  @  16/03/2008 12:53:33
   8 / 10
Sovraccarico e con molta carne al fuoco (la malattia, la frustrazione sessuale) ma tutto questo passa in secondo piano di fronte alla bellissima fotografia bianco - blu, al montaggio suggestivo, alla plasticità delle riprese.
Molto brava e sensuale la Kurosawa.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR quadruplo  @  08/12/2007 12:25:30
   8 / 10
A snake of June rappresenta il film della svolta per Tsukamoto.
Uno dei temi principali del regista nipponico è sempre stato quello della rinascita della persona tramite la mutazione corporea (vedi il metallo di Tetsuo, la mostruosità di Hiruko, la violenza autoinflitta di Tokyo Fist).
Tutti i suoi film presentavano questo attraverso una violenza molto esplicita, creando un cinema spesso "elitario" per la digeribilità delle sue opere.

Come primo capitolo del suo nuovo corso, Tsukamoto sceglie un film erotico, prendendo il titolo dall'aumento del desiderio sessuale che avviene durante il mese di Giugno, mese che dà inizio alla stazione delle pioggie in Giappone. E' proprio il blu intenso del cielo nelle giornate di pioggia, unito alla pelle bagnata, l'immagine che rimane impressa del film.

Tornando al discorso iniziale, Tsukamoto cambia in maniera radicale riducendo al minimo la violenza e la regia schizzofrenica dei precedenti lavori, mostrando inoltre come la rinascita interiore avvenga non più con la mutazione esterna del proprio corpo ma attraverso una liberazione degli istiniti sessuali (secondo le parole dello stesso regista, violenza e sesso rappresentano due modi diversi di mostrare la propria individualità spesso repressa dalla società odierna). Il corpo, invece di coprirsi di strati, si scopre, mostrando il proprio io (la svolta intimista di Tsukamoto continuerà anche nel successivo Vital).

Ad ogni modo, il regista in questione è sempre quello di capolavori estremi e come Tetsuo e Tokyo Fist, lecito quindi aspettarsi un film erotico non proprio canonico.

Il risultato finale del film è ottimo: il regista giapponese conferma di poter creare delle storie appassionanti non basate unicamente su una sperimentazione ermetica, non a caso quest'opera è stata apprezzata da un'audience maggiore rispetto ai lavori precedenti.
SIcuramente un'altra perla di un regista che non sbaglia un film.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  27/11/2007 14:20:13
   7½ / 10
è un ottimo film di un regista con le palle, Tsukamoto.
La scena finale e quella nella pioggia sono fantastiche, molto austere, anche se liberatorie. la solenne musica, le inquadrature, l'attenzione per i dettagli (mi ha ricordato il Kieslo polacco), l'animalismo (il topo e la lumaca), la sofferenza teatrale ed esagerata della bravissima Asuka Kurosawa fedele alla recitazione popolare giapponese contribuiscono a creare un ambiente atipico, fuori dal tempo, metafisico, ma straordinariamente veritiero. forse è un pò lontano dal mio status putandi, ma è di indubbio fascino.

Crimson  @  23/11/2007 01:43:23
   7½ / 10
Essendo un film di Tsukamoto non bisogna aspettarsi un erotico tout court, ma qualcosa di eterogeneo, ricco di sfaccettature, di dicotomie: libido/repressione, sanità/malattia, integrità/mutilazione, solo per citare quelle che mi hanno colpito maggiormente.
La catarsi (altro tema caro al regista) di coppia, che si compie nella bellissima scena finale, passa attraverso delle riconciliazioni individuali con delle parti di sè, di Rinko e del marito, represse o nascoste. E' una presa di coscienza che si impone come una vera e propria prova di sofferenza e espiazione, per entrambi. Forse troppo più dinamica e centrale quella di Rinko, meno tratteggiato invece il profilo del marito, a mio avviso.
Il nodo centrale di coppia e dell'intero film, ed elemento di maggior fascino per me, è rappresentato dal cancro. Esso si pone come interrogativo morale per entrambi, ulteriore elemento di incomunicabilità (la scena in cui Rinko confessa al marito che per guarire dovrebbero asportarle il seno, è uno dei momenti reali più interessanti) e pur tuttavia risolvibile, forse solo sul piano psichico (?) nella conturbante scena finale a cui ho già accennato. Forse che al dolore (altro tema fondante) si possa rimediare psichicamente attraverso il pieno insight della propria sessualità?

Tom24  @  10/09/2007 00:02:36
   8 / 10
Altra perla di Tsukamoto. Anche se meno frenetico di Tetsuo, la regia la si riconosce subito, come la sovrabbondanza di simbolismi (il cerchio, la lumaca , i fiori, il sudore, l'ambiene metropolitano, la pioggia incessante che ricopre il film...), la marcata psicologia dei personaggi e le sensazioni che solo un regista di questo calibro sa dare. Erotico forse si, ma profondamente poetico.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  03/08/2007 21:09:58
   8 / 10
V. RECENSIONE

1 risposta al commento
Ultima risposta 22/02/2008 00.42.10
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tarantino92  @  21/05/2007 20:04:49
   7½ / 10
propio un bel filmino.
altro che salò........

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Ultima risposta 21/05/2007 20.30.49
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento matteo200486  @  29/01/2007 08:17:48
   8½ / 10
Dramma erotico bellissimo e appassionante, veramente un gran film... Shinya Tsukamoto nn mi delude mai anzi mi sorprende ogni volta! Un ottimo lavoro con una fotografia sublime... Delirio, sesso violenza, un film visionario (come spesso ne caso di questo regista). Sicuramente consigliato...

benzo24  @  10/06/2006 18:56:36
   10 / 10
Sensuale e disperato, sesso e malattia, mutilazioni e mutamenti, questi i temi di a snake in june, che tsukamoto mette in scena con un triangolo atipico e per se stesso si ritaglia la parte del guardone, per una vota non è passivo, ma è vero e proprio regista e sceneggiattore (nella realtà e nella finzione, come sempre torna sempre il tema del doppio nei suoi film) della vita dei protagonisti. un vibratore, un cancro, la sporcizia dell'anima, le voglie represse, la pioggia , i flash della macchina fotografica come lampi. Questo film non è un film erotico, ma è vero e proprio erotismo, un erotismo che gioca con l'inesorabile decadenza del corpo umano.

Invia una mail all'autore del commento tomby  @  19/07/2005 09:34:22
   8 / 10
Un bel film. Soprattutto la fotografia mi ha colpito. Tutto il film in blu. Già. Un film erotico, che fortunatamente non si volgarizza in scene hard. Si vede ciò che serve per capire, e basta. Solo una cosa non ho capito: cos'erano quei luoghi in cuic'era quella gente con l'imbuto sugli occhi?

dragodilegno  @  18/12/2004 22:07:09
   8 / 10
Il film è tratto da...... manara. La storia è italianissima. In italiano "il gioco", in francese "le click". Era un fumetto.

byuzna  @  30/11/2004 15:29:05
   9 / 10
Semplicemente un opera bellissima.
Ho visto la versione in lingua originale sottotitolata (non credo ne siano uscita altre), ovviamente non sono riuscito a capire il tono delle frasi e questo ha penalizzato non poco il film, forse avrei dato anche 10 se recitato in inglese, non doppiato però!.




Accidori  @  20/04/2004 09:38:17
   9 / 10
Il film mi è piaciuto molto per il tema e la forma stilistica.
Per il finale avrei scelto un’altra soluzione.
Realizzare che è meglio scopare la moglie (niente-male) che pulire i rubinetti del bagno, mi sembra un pochino ovvio…



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Ultima risposta 31/05/2004 23.23.59
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Invia una mail all'autore del commento paolo  @  02/04/2004 17:12:49
   8 / 10
La cosa che mi ha colpito di più di questo splendido film e del cinema orientale in genere, è la totale spudoratezza estetica ed espressiva che lo caratterizza. è come se il giappone non risentisse assolutamente delle leggi stilistiche e dei canoni tanto cari a noi europei. Questo film è carico di trovate originali e creative nel vero senso della parola. Le immagini, violentissime per l'acume estetico di cui sono sature, vengono accompagnate da una colonna sonora estremamente poliedrica e da effetti sonori acidi e riverberati. l'occhio e l'orecchio si perdono in un turbine sensoriale quasi primitivo e più vicino al mondo infantile che a quello adulto. La recitazione è degna di nota ed il montaggio è schizzato ma funzionale allo scorrimento del film. Il tema trattato è di per se banale ma viene affrontato in modo estremo riuscendo ad essere credibile. L'astrattezza che caratterizza tutto il secondo tempo è una prova di come non ci siano confini nell'arte di fare cinema ma che solamente i grandi hanno la padronanza per rompere gli schemi e crearne di nuovi. Consigliato agli assatanati di estetica e ai cultori della sperimentazione. Un film che apre gli occhi verso un modo di CREARE fuori dagli schemi ma pregnante di valori e significato.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  06/03/2004 17:34:23
   8 / 10
Ecco l'ennesimo capolavoro proveniente dall'oriente.

Bellissimo bianco e nero con tendenze bluastre, regia ossessiva e perfetta del grande regista di Tetsuo.
Il regista lo ha sentito molto questo film e si vede tantissimo.
Finalmente sono riuscito a vedere questa pellicola in dvd, in giapponese, sottotitolato.
Stupendo!

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Ultima risposta 15/03/2004 16.13.09
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5percentnation  @  05/03/2004 15:37:21
   10 / 10
Fotografia grandiosa, regia dinamica e padronanza del mezzo espressivo, tematica stimolante. La degna risposta giapponese ad Eyes Wide Shut.

Milan  @  25/02/2004 19:56:45
   10 / 10
Gruppo COLLABORATORI gerardo  @  27/01/2004 15:08:03
   7 / 10
Mah! La tematica e gli spunti non sembrano essere particolarmente originali, ma il film è comunque interessante.

Invia una mail all'autore del commento Mangaman  @  01/12/2003 21:44:18
   8 / 10
Perfezione Stilistica, tema ossessivo, attori brillanti e incalzanti, regista narciso e cupo, spero che questo film traini gli altri capolavori sconosciuti di questo grande regista paragonabile solo a Cronemberg! E poi parlare giapponese non è difficile. Io l'ho visto a Tokyo e ne sono rimasto innamorato come tutta la sua filmografia. GRAZIE REVOLVER Team di ESISTERE!

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Ultima risposta 15/03/2004 16.14.27
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