attenberg regia di Athina Rachel Tsangari Grecia 2010
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attenberg (2010)

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locandina del film ATTENBERG

Titolo Originale: ATTENBERG

RegiaAthina Rachel Tsangari

InterpretiGiorgos Lanthimos, Vangelis Mourikis, Evangelia Randou, Ariane Labed

Durata: h 1.35
NazionalitàGrecia 2010
Generedrammatico
Al cinema nel Gennaio 2010

•  Altri film di Athina Rachel Tsangari

Trama del film Attenberg

Marina è una ragazza che trovando la specie umana strana e repellente, decide di prenderne le distanze. Tuttavia, continua ostinatamente ad osservarla attraverso alcune canzoni, i documentari sui mammiferi di Sir David Attenborough e le lezioni di educazione sessuale che riceve dalla sua unica amica, Bella. Un giorno arriva in città uno staniero, che la sfida a calcio balilla. Il padre si prepara intanto per la fine del 20 ° secolo, che considera decisamente "sopravvalutato". Così, tra il padre, lo straniero e Bella, Marina scopre il mistero della fauna umana.

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Voto Visitatori:   7,22 / 10 (9 voti)7,22Grafico
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Voti e commenti su Attenberg, 9 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR 1819  @  03/07/2022 15:09:45
   7½ / 10
Ben poco commerciale, il che è un pregio. Viaggio introspettivo dentro le esperienze di vita di una giovane donna.

7219415  @  17/11/2015 02:03:48
   6 / 10
non male ma davvero troppo lento!

lupin 3  @  19/02/2015 02:16:33
   7½ / 10
Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  14/02/2015 21:22:26
   6½ / 10
Dai recinti per pastori ai bulldozer, saltando la rivoluzione industriale. La Grecia che ha bypassato le tappe intermedie come Marina, la protagonista, ragazza bizzarra ed immatura dal punto di vista sessuale. Ha 23 anni ma sembra aver saltato a piè pari tutta la fase adolescenziale. Il sesso è qualcosa di inesplorato, più intuito perchè non vissuto se non attraverso le esperienze della sua amica. Un cantiere a cielo aperto come si vede nel finale del film, un qualcosa di incompiuto. Nel cinema greco attuale, vedi Lanthimos ed Avrenas, c'è un continuo riferimento alla figura paterna, ma mentre nei film come Dogtooth e Miss Violence i connotati sono estremamente negativi e dannosi, in Attenberg ci sono più sfumature. Si sottolinea maggiormente la sua mancanza o la sua inadeguatezza. La maturazione di Marina avviene per gradi ma senza un riferimento preciso, un punto fermo che ormai il padre morente, anche volendo, non può sostenere. Eccede nel grottesco durante i siparietti con l'amica e soprattutto non ha la forza dirompente sia di Dogtooth e Miss Violence, pur essendo stilisticamente molto simile nella messa in scena. Lo stesso Lanthmos fra l'altro compare nelle vesti di attore, segno probabile di una certa coesione, almeno tematica del cinema greco attuale.

impanicato  @  04/12/2014 00:29:30
   7½ / 10
Ennesima conferma che il cinema greco sia in rampa di lancio e che non si voglia piú fermare. Ottime produzioni su ottime produzioni. Dopo Kynodontas, questo é il secondo film ellenico che mi sorprende positivamente.
La prima scena é emblematica: due ragazze che si baciano. Ma c'é qualcosa di strano, non é un bacio passionale come quello tra due amanti, ma qualcosa di forzato, quasi animalesco. Marina sta imparando a baciare, ma non le piace. Non le piacciono neanche gli uomini, e neanche le donne. Non le piacciono le persone. E' una misantropa, proprio come il padre. Ma vorrebbe cambiare, forse per piacere agli altri o forse per compiacersi. E questo suo cambiamento, questa sua crescita arriverá mediante il sesso. Perché l'uomo é un animale, é una scimmia terrestre, proprio come i gorilla dei documentari di Sir David Attenborough (dalla cui storpiatura é tratto il titolo), assunto come maestro ispiratore per i suoi balletti o le sfide con il padre. Quest'ultimo é in fin di vita a causa di una malattia e non ha mai insegnato alla figlia come comportarsi con la societá, rendendola cosí com'é.
Riesco a trovarci anche un attacco alla Grecia come nazione, uno stato che é cambiato in modo repentino da terra di pastori a terra di industrie e logorato dalla crisi. Per fuggire da quel posto, dovrá sopraggiungere addirittura la morte che riuscirá a superare quel tabú.
Ho apprezzato i diversi dialoghi nosense, proprio come certe scene che fanno sorridere, ma che sono di una freddezza brutale. Si nota molto l'influenza di Haneke.
Ottima la fotografia e le performance degli attori. Curiosa la presenza dei Suicide, che sono il protagonista in piú di questa pellicola.

Oskarsson88  @  02/09/2014 22:39:27
   7 / 10
Il caro Oh ha già detto tutto! Film crudo come gli altri due film greci di recente uscita e similare fama! Anche se decisamente meno negativo degli altri, o almeno non così direttamente. 7+

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR oh dae-soo  @  28/03/2014 01:01:25
   8 / 10
Mi prendo la responsabilità di quello che dico.
Non è una trilogia ma per me lo è.
Chiamatela La Trilogia del Padre, chiamatela la Trilogia dell'Educazione, chiamatela la Trilogia del Misantropo o chiamatela semplicemente la Trilogia Greca, fatto sta che da oggi per me questa una trilogia sarà.

Dogtooth di Lanthimos
Miss Violence di Avranas
Attenberg della Tsangari

Tre capi d'opera venuti da una nazione che cerca di uscire attraverso l'arte da una situazione disastrosa, devastante. E' come se il trovarsi sull'orlo del baratro abbia portato le menti di quello stato ad accendersi e cercare un riscatto artistico creando a una nuova scuola cinematografica di straordinario livello, capace di analizzare l'uomo come pochi altri cinema al mondo.
E' impossibile, almeno per me, scindere i tre film tra loro, io li vedo come un solo, terribile, affascinante, straniante unico film, il Film Greco degli anni 2000.
Forse, ma soltanto forse, questo Attenberg non raggiunge il livello degli altri due (rispettivamente Miglior Film del blog 2011 e 3° miglior film del blog 2013) ma è l'ennesima conferma di trovarci davanti a una nuova scuola, che certamente conosce la lezione hanekiana, ma che con straordinaria originalità ci regala film comunque unici.
Trilogia del Padre l'ho chiamata.
Sì perchè in tutti e 3 i film la figura del genitore maschio è totalizzante, castrante, incredibilmente intensa.
Se il padre di Dogtooth poteva esser visto come una specie Creatore che ha plasmato a proprio piacimento i suoi Golem e quello di Miss Violence all'incirca la stessa cosa, anche se in maniera molto meno concettuale ma molto più "fisica", il padre d Attenberg è una figura senz'altro più positiva delle altre, anzi, quasi un buon padre, ma che come gli altri due ha chiuso sua figlia dentro una prigione di vetro al di fuori della quale era meglio non andare.

"Vorrei che stessi di più con gli altri" dice il padre ormai morente alla figlia.
"Ma se non l'hai mai voluto" gli risponde lei.

I 3 padri hanno chiuso i propri figli dentro un mondo innaturale creato da loro, li hanno plasmati, gli hanno insegnato la vita, chi più chi meno, in un modo aberrante.
Per questo ho parlato anche di trilogia dell'Educazione.
In Dogtooth è totale, totale, il mondo esterno non esiste proprio,l'unica realtà conosciuta è tutta e solo in quella casa. Lo stesso linguaggio è composto da parole inventate là dentro.
In Miss Violence l'educazione avviene attraverso esperienze inumane, devastanti, innaturali. E anche lì i figli sembrano quasi credere che quella sia l'educazione giusta. Fino a quel suicidio, iniziale sì nel film, ma dopo anni e anni di completo soggiogamento.
Qua la figlia, Marina, è molto più semplicemente una ragazza che il padre ha protetto da tutti, un padre misantropo che gli ha regalato e dato in "eredità" la propria visione del mondo.
E non è un caso che più il padre si avvicina alla morte più Marina comincerà a conoscere questo mondo di fuori fino a quel momento sconosciuto e visto con paura e disgusto.
Attraverso cosa?
Il sesso.
E anche qui possiamo arrischiare un'altra tematica che accomuna i tre film.
Se in Dogtooth e Attenberg il sesso è completamente sconosciuto ai ragazzi, tanto che si trovano in età ormai matura a non sapere nemmeno come si fa (fantastica la prima sequenza di Attenberg con un lungo e impacciato bacio lesbo che un'amica prova ad insegnare a Marina) in Miss Violence il sesso è invece presente in modo massiccio e aberrante. E non è un caso che Marina descriva gli atti sessuali che fa, perchè li sta imparando in quel momento, il sesso è visto come conoscenza.
Molto spesso una visione sbagliata del sesso (dovuta ad educazioni o esperienze traumatiche), o una non conoscenza di esso, porta a una vita "sbagliata". E per Marina scoprire piano piano e in maniera molto naturale il sesso (anche grazie all'umanità e comprensione del partner, interpretato tra l'altro da Lanthimos, il regista di Dogtooth, vedete che tutto è collegato?) porterà a una visione della vita e del mondo più centrata.
Critici molto più preparati di me potranno sguazzare nei tre modi in cui il sesso è presentato nei tre film.
Ma ci sono mille altri piccoli aspetti che accomunano le tre opere.
Il ballo ad esempio, quello ipocrita e finto del prologo di Miss Violence e i due assolutamente stranianti ed assurdi negli altri due film. In Attenberg addirittura le sequenze di ballo "innaturale" delle due amiche (quasi identiche a quello di Dogtooth) sono una specie di intermezzo che scandisce il film, ce ne saranno almeno 5 o 6. Ma più che balli forse possono ricordare certi movimenti animaleschi, e non è un caso che il titolo, Attenberg, sia la storpiatura di Attenbrough, un documentarista i cui filmati guarda sempre Marina. Perchè in Attenberg l'uomo (Marina) è primitivo, non conosce nulla, deve scoprire anche le cose più basiche, come un pò in Dogtooth, l'uomo è una specie animale in cattività che non conosce la società nella quale dovrebbe vivere.
Anche il linguaggio in questo è importante.
Se nel film di Lanthimos il linguaggio era uno dei tanti mezzi per creare una realtà "altra" ai proprio figli, in Attenberg padre e figlia si sfidano continuamente a duelli verbali, che siano vere e proprie contese uno contro l'altro oppure sedute di imitazione nelle quali i due si scimmiottano. Il linguaggio diventa mezzo per conoscere il mondo o forse ripararsi da esso.
Tra l'altro, pur se il rapporto è tutt'altro che normale e naturale, non si può negare come le scene tra padre e figlia rapiscano lo spettatore, arrivando a volte quasi a delle punte di lirismo o di fortissima commozione (lo scimmiottamento attraverso le mascherine ad esempio).
Le tre regie sono glaciali, come detto credo da tutti, il riferimento (sempre quello) ad Haneke è lampante, con questa violenza fredda, immobile.
E in tutti e 3 i film, film che se vogliamo mostrano una sorta di racconto di "formazione", c'è una specie di vendetta o tentativo di ribellione finale, quello di cui non sappiamo l'esito in Dogtooth, quello violento e definitivo di Miss Violence, quello più morbido ma comunque ugualmente decisivo in Attenberg.
E sempre una ragazza ne è protagonista, sempre.
Tre film incredibili, non adatti a tutti perchè altamente disturbanti.
Ma tre film che analizzano in maniera superba il potere devastante dell'educazione, il potere devastante del plagio, il potere devastante di costringere altri ad una vita che non ha niente di naturale.
E forse è bello che io lo abbia visto l'8 Marzo.
Perchè nel 90% dei casi della condizione di cui sopra sono vittima le donne.
Guardatevi questa Trilogia Greca.
Ma preparatevi, vi farà star male.

3 risposte al commento
Ultima risposta 28/03/2014 12.45.08
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sweetyy  @  07/07/2013 03:37:48
   7 / 10
Si vede che c'è lo zampino di Lanthimos (tra l'altro recita pure nel film) anche se me lo aspettavo molto più particolare (come Dogtooth che ho preferito).
Comunque un film da vedere, che non lascia di certo indifferenti.

Ciaby  @  26/06/2013 19:00:48
   8 / 10
Grazie alla presenza di autori eccezionali come Yorgos Lanthimos (che produce anche questo "Attenberg", partecipandovi anche come attore), il cinema greco contemporaneo sta vivendo dei momenti di grande creatività e di grande genio. Un cinema che si sta facendo sempre più provocatorio, frigido ed esplicito insieme, schizzato, fuori di testa. Tutto questo c'è anche in "Attenberg", un film minimalista che racconta una non-storia di crescita, redenzione ,scoperta che lo rendono un film che non lascia mezze misure: o lo si ama, o lo si odia.

Bellissimo, con dialoghi nonsense indimenticabili e dall'ottima regia che si pone perfettamente tra il punk e il minimalismo immobile.

Menzione d'onore ai veri protagonisti del film: i Suicide. Per qualsiasi fan della band, "Attenberg" è un must.

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