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Il primo e tutto sommato dimenticabile tentativo di portare le gesta dell'eroina di Crepax sul grande schermo si risolve in un soft horror traballante con esitanti venature erotiche. Forse potrebbe essere rivalutato in futuro per una qualche pretesa estetica che si rifà lontanamente alle tavole dei fumetti del suo autore ma, diciamolo, anche no: la pellicola è abbastanza sballata di suo, anche per colpa dei tagli dei distributori e agli echi sessantottini - oggi ridicoli - disseminati tra le pieghe della storia. Non paga poi la scelta della De Funès nella parte principale: per quanto abbia un viso interessante è completamente priva del conturbante sex appeal estetico marchio di fabbrica della Valentina di Crepax ( e che la Hampton nel telefilm successivo incarnava a dovere).
Per il suo secondo film Corrado Farina (regista dell'horror politico "Hanno cambiato faccia") si inspira al personaggio dei fumetti "Valentina" realizzando così un film che mischia l'horror con l'erotico con la critica sociale e politica,purtroppo con risultati non particolarmente esaltanti. Il difetto peggiore è infatti da ricercare in una sceneggiatura terribilmente mediocre,che introduce una serie di argomenti e di personaggi sicuramente interessanti senza trattarne nemmeno uno in modo approfondito,appare tutto superficiale e da questo punto di vista anche tirato via. Nonostante ciò il film riesce a non risultare troppo noioso grazie ad alcune belle scene di nudo e grazie sopratutto alla buona regia e fotografia. Per quanto riguarda la recitazione devo dire che raggiunge tutto sommato la sufficienza,Isabelle de Funes se la cavicchia discretamente nonostante la vedo poco appropriata per il ruolo di Valentina,bravi naturalmente anche George Eastman e Carroll Baker. Come film non mi ha fatto impazzire,mi aspettavo qualcosa di meglio,ha comunque un suo fascino,sicuramente imperdibile per l'amante del genere,evitabile per tutti gli altri.
Anche in Baba Yaga Farina imposta il film su due aspetti principali come nel precedente e molto più riuscito Hanno cambiato faccia, dove c'era una rilettura sociale in chiave moderna e attuale del mito del vampiro. Con Baba Yaga si prende come spunto la Valentina di Crepax come soggetto di base nel quale vengono inseriti la politica sociale e l'espterismo sotto forma di magia nera e streghe. Non vi aspettate un horror, ma una storia densa di mistero con buone atmosfere e una cura tecnica di buon livello che comprende sia la fotografia che la ricostruzione scenografica. Dove fallisce il film di Farina, oltre ad un ritmo troppo lento, è nel personaggio principale di Valentina: la De Funès offre una una buona somiglianza fisica, ma eccessivamente fredda e distaccata tanto da essere un bel corpo senz'anima, al contrario della Baker che letteralmente le ruba la scena ogni qualvolta appare sullo schermo. La differenza sostanziale è che solo uno dei due personaggi è veramente intrigante, l'altro nemmeno per striscio.