basta che funzioni regia di Woody Allen USA 2009
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basta che funzioni (2009)

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locandina del film BASTA CHE FUNZIONI

Titolo Originale: WHATEVER WORKS

RegiaWoody Allen

InterpretiEvan Rachel Wood, Henry Cavill, Patricia Clarkson, Kristen Johnston, Larry David

Durata: h 1.32
NazionalitàUSA 2009
Generecommedia
Al cinema nel Settembre 2009

•  Altri film di Woody Allen

Trama del film Basta che funzioni

Il principale protagonista di questa commedia sull'amore inaspettato è uno scienziato di grandissimo livello che vive un momento di amarezza e depressione che lo porta a un tentativo di suicidio. In questo momento drammatico della sua vita si trova ad ospitare a casa sua una ragazza piuttosto ignorante di cui si innamora e che poi sposerà.

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Voto Visitatori:   7,32 / 10 (208 voti)7,32Grafico
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Voti e commenti su Basta che funzioni, 208 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

MonkeyIsland  @  10/04/2015 00:40:05
   7 / 10
Dopo Criminali Da Strapazzo (la prima mezz'ora) questa commedia è in assoluto la migliore Alleniana del nuovo millennio : fresca, vivace e con degli ottimi personaggi.
Grande Boris/Larry David e brava la Wood che in ruoli da svampita sembra quasi un'attrice di livello (sembra).

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Ultima risposta 10/04/2015 14.31.51
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Oskarsson88  @  29/04/2011 16:30:32
   5½ / 10
Commedia decisamente piatta, in particolare l'inizio è abbastanza snervante con lo sproloquio del depresso protagonista... Evan Rachel Wood è davvero bella ma non basta questo per fare di un film! Peccato perchè stimo W. Allen. Poche risate...

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Ultima risposta 29/04/2011 19.07.03
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Reservor dog  @  26/01/2011 11:31:40
   4½ / 10
Proprio non ci siamo. Allen conferma la pessima vena degl'ultimi anni e palesa come, dopo aver girato Match point, le sue storie abbiano notevolmente perso forza. Basta che funzioni è quanto di più scontato si possa immaginare. Il personaggio di Boris non è altro che l'ennesima rivisitazione dello stereotipo del genio misantropo che riesce ad uscire dall'isolamento autoimposto grazie alle attenzioni di una donna molto più giovane e molto meno intellettualmente dotata. Le sue battute sono sì brillanti e in grado, talvolta, di strappar un sorriso, ma dietro tutto ciò vi è solo lo sconfinato egocentrismo di Allen, nonché il suo compiacimento per il personaggio che è e che ha creato; nemmeno che soffrire d'attacchi di panico e piccole fobie fosse quasi un riconoscimento che certifica il maggior spessore intellettivo rispetto al volgo. Come se tutto ciò non bastasse dobbiamo subirci anche la quanto mai ipocrita storiella della gente di campagna che, trasferitasi nella grande mela riesce finalmente ad essere se stessa senza le imposizioni dettate dalle convenzioni sociali. In definitiva non credo fosse necessario girare un film per far sapere al mondo che le relazioni si basano su equilibri instabile e perlopiù incomprensibili. Unica nota positiva, la prova di Evan Rachel Wood.

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Ultima risposta 02/02/2011 13.49.20
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IceKiller  @  21/10/2010 09:27:12
   4½ / 10
Proprio un film, e a parere personale non nel senso "buono" del termine, puo' piacere a chi aprezza lo "stile" di Allen.. evitabile.

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Ultima risposta 18/04/2011 09.55.30
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mainoz  @  09/08/2010 10:07:29
   7½ / 10
Ritorno in grande spolvero di Allen, una commedia geniale. Il film è pieno di battute, sarcasmo ed ironia..tale da essere forse la sua migliore commedia ,grazie anche ad un protagonista veramente unico e un ottimo cast di supporto

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Ultima risposta 09/08/2010 16.15.02
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marco86  @  14/07/2010 03:32:43
   7 / 10
boris è il mio alter ego moderato... devo preoccuparmi?
che poi credevo di essere l'unico a lavarsi le mani cantando la canzoncina del compleanno...

vabbè, a parte questo, il film è bellino e divertente, senza però avvicinarsi a quelle commedie riflessive che rappresentano la parte migliore della vasta produzione di Woody.
il cinismo tipico dei film migliori, qui finisce in realtà nel diventare miele nel finale abbastanza sdolcinato, ma a parte questo, credo che sia uno delle migliori commedie Alleniane degli ultimi anni.

poi per me ha un valore affettivo enorme, infatti gli aggiungo 3 punti bonus e il voto affettivo diventa 10. 10 e lode. anzi, 10 e un cuoricino.

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Ultima risposta 23/07/2010 20.39.31
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Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  21/05/2010 00:06:58
   8 / 10
Un film molto riuscito. Direi quasi perfetto, ma non è una novità.
Si spiega come Allen piaccia così poco agli americani.
Splendida la Wood in un film che è perfettamente ritagliato sulle sue indiscusse doti da attrice.
Meno male che Allen si è fatto da parte, il suo alterego è perfetto per l'occasione.
Direi una messa in cinema perfetta della mia concezione sulla vita, direi che Allen mi abbia quasi copiato.

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Ultima risposta 21/05/2010 15.24.43
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annibalo  @  21/01/2010 19:11:41
   7½ / 10
Allen è così, verboso e sarcastico ma il film è il succoso compendio della logica Fazzy, la definizione di entropia è poi favolosa come anche l'aforisma su Cezanne. insomma una mega s....mentale della filosofia "accidentale" di un regista e autore ormai irraggiungibile.

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Ultima risposta 23/01/2010 18.34.52
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halflife  @  08/01/2010 20:57:19
   8½ / 10
quando un film funziona funziona...non basta che funzioni...piaciuta la battuta?

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Ultima risposta 14/01/2010 06.14.25
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Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  31/12/2009 19:05:18
   7½ / 10
Piacevolissima sorpresa, forse l'Allen che son riuscito meglio a digerire.
Una commedia divertente e scacciapensieri, trainata da un protagonista che buca letteralmente lo schermo e riesce a rivolgersi a noi pubblico in maniera disincantata.

Distante dalla schiettezza e dall'humor nero dei suoi primi film, il messaggio di Allen riesce comunque ad essere forte e diretto.

Ah, Evan Rachel Wood è una dea, se penso solo al suo ruolo in "The wrestler" e in questo film mi vengono i brividi da quanto è brava.

Il finale non mi ha convinto del tutto.

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Ultima risposta 03/01/2010 15.28.55
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  23/12/2009 14:35:32
   7 / 10
Boris è un anziano scorbutico,maniacale e pieno di nevrosi,fornito di grande cultura utilizza modi estremamente sarcastici e fin troppo diretti per relazionarsi con il prossimo.
Melody è giovane,molto bella e incarna lo stereotipo della ragazza del sud,innocente e poco istruita.
Sarebbe impossibile pronosticare una relazione appagante tra due così differenti personalità,ed invece questa matura a dispetto di ogni pregiudizio.Allen non pretende di spiegare le motivazioni di un avvenimento così anomalo,ma si limita ad accettarne l’esistenza,insomma,come da titolo,basta che funzioni.
Il regista abbatte i muri delle convenzioni tendendo a dimostrare come un rapporto possa essere una questione di incastri inspiegabili,quasi alchemici,non sempre sostenuti da ordinaria razionalità.
Le due parti in causa si completano,Melody è come un contenitore vuoto che viene riempito dalla saggezza e dal sapere di Boris,il quale trova nelle squisite doti della fanciulla un equilibrio che gli rende più tollerabile il mondo circostante.
Il sapere può equivalere a prigionia,perché consente di analizzare il mondo con occhi consapevoli e quindi disincantati,ma è strumento imprescindibile per la ricerca della libertà e della scelta senza vincoli,come infatti accadrà a Melody e al suo nucleo famigliare,investiti inconsapevolmente dall’attitudine solo in apparenza distruttiva di Boris.Il tutto si riduce ad una questione di scelte e di prospettive,di capacità di adeguarsi al mondo senza necessariamente piegarsi a consuetudini e formalità.
Siamo lontani dall’eccellenza del primo Allen,ma il regista/attore dopo il pessimo “Vicky Cristina Barcelona” e gli scialbi “Scoop” e “Sogni e Delitti” si risveglia dal torpore artistico in cui era precipitato e, pur proponendo temi che si ripetono spesso nella sua filmografia, torna a proporre un lavoro divertente basato su situazioni molto verbose ed al tempo stesso parecchio dinamiche grazie alla deliziosa energia dei dialoghi.
Non mancano tempi morti e alcune irritanti tendenze all’autoincensamento (Boris è certamente l’alter-ego di Allen),situazioni accomodanti o stucchevoli,ma il lavoro è da premiarsi in quanto ci restituisce un autore in buona forma.

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Ultima risposta 02/01/2010 18.07.30
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Invia una mail all'autore del commento wega  @  23/11/2009 20:17:45
   9 / 10
"Ma tu in che cosa sei un Genio?" -"..Meccanica Quantistica." -"Sìì..ma in che campo!!"

Quanto amo questo film. E' il grande ritorno di Woody Allen e il migliore risultato da "Harry a Pezzi". Allen sta sempre peggio, e l' alter ego Boris non è altro che il ricongiungersi di tutti i pezzi lasciati nella propria filmografia, da Harry a l' hypochondriac di "Hannah e le sue Sorelle". Larry David è perfetto nella parte di un genio con la zoppia alla House, superiore ai "bigotti e imbecilli contadini" perché l' unico ad avere un' esatta visione d' insieme; dopo tutto è un fisico. E la Wood un adorabile "vermetto". Da uno di 80 anni e con una quarantina di film all' attivo non ci si potrebbe aspettare di meglio. "Basta che funzioni" è una commedia intelligentissima con una sceneggiatura brillante che rifiuta i cliché "rosa", ostile nei dialoghi e nelle situazioni, il matrimonio si risolve con una ellissi, anche il finale, se ci pensa, come citazione un po' decontestualizzata di "8 1/2" ha un che di surreale. Sempre il solito film? Eccerto, è Cinema d' autore.

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Ultima risposta 16/01/2010 08.28.45
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il_drugo  @  22/11/2009 22:44:11
   4 / 10
Ho visto parecchi film di Woody, e questo credo sia proprio il peggiore.
E' chiaramente la mia opinione, ma non capisco cosa ci sia di umoristico...
non mi sembra proprio una commedia... piuttosto un film riflessivo-filosofico sulla visione di uno scienziato di fisica quantistica che applica con difficoltà le sue conoscenze nella vita di tutti i giorni.

- Trama scontata (per chi conosce woody)
- Buona interpretazione dei protagonisti
- Buona regia
- Umorismo = 0

Per me... una delusione!

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Ultima risposta 23/01/2011 04.07.27
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ultras_doria92  @  22/11/2009 17:59:43
   1 / 10
noiosa pellicola che scorre molto lentamente pessima l'interpretazione di Larry David

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Ultima risposta 09/12/2010 19.21.53
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Specola  @  20/10/2009 03:26:43
   9 / 10
Qui non solo basta, ma funziona pure troppo.
Ogni personaggio, ogni situazione.
Io adoro i film di Woody Allen (già solo la musichetta retrò iniziale con i titoli iniziali bianchi su sfondo nero sempre con lo stesso carattere di scrittura, mi piacciono, mi danno quell'ottima sensazione di familiarità che mi introduce al film di buon umore).
A mio avviso il primo Allen (ovviamente non nei film di successo ma in quelli minori) elaborava molto le situazioni, le costruiva e le caratterizzava per poi arrivare al colpo di genio, al divertimento.
Questa "attesa" posso capire che ad alcuni non piaccia, magari possa risultare verbosa... ma questo non accade in "Basta che funzioni".
Il divertimento è fruibile dall'inizio alla fine e in ogni risvolto della storia.
Non ci sono, o almeno non mi è parso, scene decorative o di supporto.
Si passa dalla fase di convivenza a quella in cui sono sposati in uno schioccare di dita, senza vedere nemmeno la chiesa.
Ma nonostante questo la storia fila e regala in ogni situazione risvolti divertenti o geniali.
Non so voi, ma i film con dialoghi intelligenti li adoro e qui non c'e' mai banalità.
A questo aggiungo che io (pur avendo solo 34 anni) vedo il mondo nello stesso identico, preciso, uguale modo del protagonista (con la differenza che non sono sgarbato e non ho tentato di suicidarmi).
Però moltissimi ragionamenti, hanno solo ripetuto idee che ho già ben presenti nella mia testa.. come fare figli, vivere nella solitudine piu' totale, non illudermi sull'amore, il sentimento che si prova a capodanno (IMHO a volte sarebbe bene non essere geni ma stupidotti e superficiali).
Consiglio la visione non solo agli estimatori di Allen ma per la semplice fruibilità che coniuga sia la testa che lo stomaco veramente a tutti.

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Ultima risposta 22/10/2009 20.07.20
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Invia una mail all'autore del commento franx  @  18/10/2009 18:46:47
   3 / 10
Non mi unisco a questi giudizi.
Questo, ormai, non è più il primo Woody, adesso serve un team di psichiatri che lo faccia uscire una volta per tutte dalle sue nevrosi.
E' sempre la stessa pappa: il sesso con donne giovani, il padre, la madre, la musica, il viagra.
Non regge minimamente il confronto con i suoi primi film e non venitemi a dire che è maturato: questo sproloquio non ha veramente un senso, non si sa da dove cominci, non si sa dove finisca.
E' quasi rin********nte nel suo incalzare. Lo humor è quasi del tutto sparito, l'acume, non c'è più.
Woody dove sei?

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Ultima risposta 21/02/2010 09.53.25
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Gruppo COLLABORATORI martina74  @  15/10/2009 11:44:24
   8 / 10
Funziona, eccome se funziona.
Dopo un inutile thriller come Cassandra's dream e una scipita commediola come Vicky Cristina Barcelona (di cui salvo la gnoccaggine di Javier Bardem, il brutto che fa sangue), il vecchio Woody gira un gioiellino ambientato in una Manhattan splendida, che tra calembour e situazioni ai limiti dell'assurdo riporta alla memoria i fasti di capolavori come "Io e Annie" e "Manhattan".
Verboso come solo Allen può esserlo, lo script è trascinante, raffinato, divertente, interpretato magnificamente da un "surrogato" di Woody e da comprimari perfettamente calati nella parte.
E' un film in cui si vorebbe vivere: l'empatia è totale anche grazie all'espediente di far parlare i personaggi direttamente in camera.

Ah, io sono un genio e ho la visione d'insieme, voi siete solo vermetti. ;)

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Ultima risposta 23/10/2009 19.55.34
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento pompiere  @  13/10/2009 17:35:18
   8 / 10
Caustico e feroce come non mai, l’attacco dell’ultimo film di Woody Allen ambientato di nuovo a New York, sembra un urlo di dolore al pari di quello di Edward Norton in “La 25.a ora”.
Il regista sembra avercela con tutti: con le notizie stupide dei giornali, con la religione, i sentimenti amorosi transitori, i propositi salutisti, le finte onorificenze. Ce l’ha con la vita stessa. Moderno colonnello Kurtz che esalta a modo suo l’orrore e le brutture del mondo.

Boris Yellnikoff, il personaggio intorno al quale ruotano le vicende della pellicola, non è nient’altro che una rappresentazione del Woody Allen pensiero. Larry David che lo interpreta è davvero ottimo nella sua mirabile gestualità e nello spirito ossessivo e rissoso che lo contraddistingue. Boris si sposerà, come dice lui, per acquisire l’illusione di un significato e acquietare la paura dei suoi ricorrenti attacchi di panico notturni.
Così, di fronte all’allegria di una donna che egli ritiene senza pretese, è in disarmo totale. La poco più che adolescente Melody (Evan Rachel Wood) è felice con i cani e con i figli degli altri, è generosa, splendente, comprensiva, semplice. Incarna un po’ la spensierata giovinezza di Mariel Hemingway in “Manhattan”.

Analizzatore spietato e lucidissimo dei nostri tempi, Woody/Boris ha un’esatta visione d’insieme. Rifila agli amici (e a noi spettatori) una serie interminabile di ramanzine sui guai e i tormenti del mondo.
Sproloqui adolescenziali, filosofia spicciola? Da questo punto di vista forse non luccica niente di nuovo sotto il sole alleniano, ma gli interpreti lasciano un’impronta di incommensurabile estro (la madre sudista di Patricia Clarkson è deliziosa).
La concezione del mondo visto attraverso gli occhiali di Allen è come una piccola Kodak: nessuno la usa più, però che bell’impronta da prendere in considerazione…
Anche se i topoi e i clichè sembrano essere ormai un po’ abusati: Boris rifugge lo stress cercando perennemente il suo equilibrio e la metodicità, per eliminare i germi lavandosi le mani si prende il tempo necessario che serve a cantare 2 volte “Tanti auguri a teee”, detesta quando viene scambiato per un ex giocatore di baseball o per un possibile premiato agli Oscar.

In Allen non si è ancora esaurita la vena bergmaniana secondo la quale l’uomo sarebbe ossessionato da un gran numero di tristi speranze e sogni.
Il Sig. Yellnikoff ha un brutto carattere, è un incallito misantropo, si nega i piaceri della vita vera, quella che ti fa mettere i sentimenti in gioco, che ti coinvolge tuo malgrado all’interno di spazi che non conosci bene come quelli di casa tua. Scopre che i principi della meccanica quantistica non sono applicabili alle leggi della natura umana.

Dio sarà stato anche un armonioso arredatore, ma in certi casi si è divertito a mettere qualche suppellettile fuori posto.
Per questo (e poco altro) rendiamo grazie a Dio.

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Ultima risposta 16/10/2009 20.23.26
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BlackNight90  @  10/10/2009 17:12:30
   8 / 10
Personalmente mi sono divertito dall'inizio alla fine. Allen torna con ottimi risultati nel genere che più gli appartiene e dove ha fatto le cose migliori, la commedia esistenziale acuta e piacevolmente disillusa, evitando certi passi falsi degli ultimi anni. Stessi temi, personaggi che ricordano molto quelli del passato, ma riproposti in modo più chiaro e dilettevole. Si fa notare soprattutto il cinismo che esce tagliente e disinvolto dalla bocca del vechio Boris, che in fondo dice quello che tutti penseremmo se vedessimo le cose da una prospettiva più ampia.
Dialoghi e battute travolgenti, bravi attori che evitano di dare vita a semplici macchiette, una bella storia senza pretese di originalità, ma piena di una profonda comicità. Bravo Allen.

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Ultima risposta 12/10/2009 15.20.47
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR jem.  @  08/10/2009 14:08:37
   7½ / 10
Uahahah è una rista continua.
Film piacevolissimo e divertentissimo, con un messaggio che è una semplice verità. Basta che funzioni.
Avrei sposato anche io un uomo che canta tanti auguri a te 2 volte, quando si lava le mani, per eliminare i germi.

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Ultima risposta 08/10/2009 20.47.38
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TIGER FRANK  @  08/10/2009 12:38:29
   7½ / 10
Quoto il commento di Norah al 100%!
"Dio ha creato un mondo con i fiori, le piante, le montagne, i laghi… Dio è gay perché è un arredatore."
Allen si ricorda improvvisamente che una volta faceva film brillanti e ci riprova.
Speriamo non sia una meteora.

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Ultima risposta 08/10/2009 13.51.20
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norah  @  08/10/2009 10:14:17
   7½ / 10
"Dio ha creato un mondo con i fiori, le piante, le montagne, i laghi… Dio è gay perché è un arredatore."
Allen si ricorda improvvisamente che una volta faceva film brillanti e ci riprova.
Speriamo non sia una meteora.

4 risposte al commento
Ultima risposta 08/10/2009 14.58.37
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Gruppo COLLABORATORI Gabriela  @  05/10/2009 11:54:38
   7½ / 10
E dopo la caduta libera di V.C.Barcelona ecco che ritorna il nostro Woody: ipocondriaco, cinico, irascibile, scontroso, misantropo... l'uomo che non salva nulla del nostro mondo attuale.
E' questo il Woody che piace, che guarda la telecamera e si lamenta di tutto.
Bravissimo Larry David.

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Ultima risposta 08/10/2009 19.06.58
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Rask  @  03/10/2009 13:44:20
   7 / 10
La solita commedia esistenziale di Allen, stavolta con pretese ridotte dichiarate già dal titolo. Boris è come sarebbe Woody se fosse un fisico teorico, ma più alto.
Si irridono religione, valori ufficiali, egocentrismi e fiducia nella razza umana in una serie di arguzie a intervalli minimi. Senza tempi morti, collanti riflessivi e nulla che costruisca uno spessore emotivo che trascenda la pura sceneggiatura. E' un Woody Allen in pilota automatico, autoindulgente e autoironico, ma senza la grazia e la visione d'insieme (che chiamano genio) dei suoi momenti migliori.

"Ho visto l'abisso.."
"Tranquillo, ora cambiamo canale"

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Ultima risposta 08/10/2009 10.45.50
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Raging Bull 92  @  27/09/2009 12:52:12
   9 / 10
Sono davvero rimasto soddisfatto da questo film!!!
Scritto e diretto dal grande Allen, film geniale! procede con un ritmo molto piacevole sino alla fine..
Interpretazioni ottime della Rachel Wood e di Henry Cavil...Insomma tutto perfetto, una commedia coi fiocchi.
Da vedere all'istante!!

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Ultima risposta 27/09/2009 14.14.04
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Gruppo REDAZIONE maremare  @  26/09/2009 13:28:09
   7 / 10
Il prolifico Allen torna al settore migliore, quello della commedia di puro intrattenimento, secondo il motto che da il titolo al film.
Ovviamente non siamo dalle parti dei Manhattan o Io e Annie, ma neppure nei paraggi di Anithyng Else.
Leggero e gradevole come un buon bicchiere di acqua fresca.

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Ultima risposta 28/09/2009 11.40.09
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federicarlo  @  24/09/2009 01:03:33
   7 / 10
"Basta che funzioni" si sarà detto fra se e se Woody Allen prima che uscisse il suo ultimo film. In effetti ha funzionato: tutti gli spettatori si saranno divertiti passando una serata davanti ad una simpatica e divertente commedia americana. In realtà io mi permetterei di definirla una tragedia alleniana, il coronamento di una carriera volta a descrivere e ironizzare sull'inettitudine umana. Parlo di coronamento non perché ritenga questo il più bel film di Woody Allen, ma il più tragico. Mentre in altri film il finale aperto spesso lasciva un velo di speranza, in "Basta che funzioni" il finale aperto in realtà è chiuso. Il protagonista (Boris Yelnikoff) sembra essere l'alter ego del regista americano: una persona che crede nella scienza e odia la religione, paranoica, che ha paura del buio (forse il buio rappresenta ciò che è estraneo alla ragione), che si interroga continuamente sui problemi esistenziali, che si rivolge al pubblico (come in "Amore e guerra"), che all'improvviso incontra una giovane e affascinante ragazza… Fin qua sembra tutto visto e rivisto, ma in realtà il protagonista si rivela completamente diverso dal vero Woody Allen, come se fosse un Allen invecchiato: non prova attrazione fisica verso la ragazza, ripudia il sesso, è deciso e fermo nei suoi ideali e non è più un caos mentale in continuo mutamento, non va dallo "strizzacervelli". Alla fine tutto sembra rientrare nella norma: Boris pare riuscire ad innamorarsi e ad accettare molto di ciò che ripudiava e in cui prima non credeva, ma anche gli altri personaggi sembrano avvicinarsi al mondo un tempo tanto lontano del protagonista. Tutto è apparentemente in perfetto equilibrio e il film lascia fra gli spettatori pareri contrastanti fra chi si è divertito di più e chi meno nel vedere una semplice, carina e originale commedia americana. Ma in realtà non credo che Woody Allen avesse in mente proprio questo, o meglio, sapeva che la gente avrebbe reagito così, forse voleva tale reazione; per me il film ha tutt'altro significato. Ho precedentemente parlato di un finale chiuso: in effetti è la prima volta che il protagonista di un film di Allen esce completamente sconfitto: Boris, prima ostile e arrabbiato nei confronti dell'umanità, sembra rassegnarsi del tutto e calarsi nella parte dell'uomo che vive per propria volontà nel falso, nell'assurdo. Perdono le sue catastrofiche teorie e vince la fortuna; ed è proprio la fortuna che lo spinge ad innamorarsi di una maga (antitesi di razionalità, di scienza)... Perde l'umanità, la ragione, il senso di vivere la vita: non ha più senso scervellarsi per anni in chissà quali assurde teorie esistenziali, meglio lasciare vivere la gente nella totale ignoranza e alla fine "basta che funzioni"... Perde soprattutto l'alter ego di Allen. È forse per questo che il film non è stato interpretato proprio da Woody? È come se il regista americano facesse scendere in campo la sua parte dionisiaca ed è come se non se la fosse sentita di interpretarla, o forse non l'avesse ancora del tutto riconosciuta. Insomma non mi sorprende che Allen non abbia scelto Brad Pitt nel ruolo di protagonista: meglio un Larry David zoppo e vestito male, uno che sappia perdere.

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Ultima risposta 25/09/2009 20.01.07
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Gruppo REDAZIONE Pasionaria  @  23/09/2009 14:57:41
   8 / 10
Da tempo non ridevo così a battute sagaci e ciniche, dette con l'usuale garbo alleniano! Film riuscito alla grande, uscita dalla sala molto soddisfatta e con ancora il sorriso stampato.
Il personaggio protagonista, ovviamente alter ego di Allen, nella sua tanto eccessiva, quanto forse giustificata presupponenza, è pazzesco. Lo si ama per la naturalezza con cui ci definisce stupidi con sprezzante cinismo, con cui disvela le nostre illusioni elargendoci saccenti lezioncine sul significato insignificante che vogliamo dare alla nostra vita in particolare, al mondo in generale; quando in realtà, ci dice, è solo il caso a farla da padrone.
Anche Melodie, il personaggio interpretato ad hoc dalla Wood, è deliziosa nella sua ingenuità da provinciale, tutti gli altri si adattano bene ai propri ruoli donando al film, nella seconda parte, un non so che di corale che purtroppo decentra l'attenzione dal vero protagonista, Boris. Per questo motivo è migliore la prima parte, dove lui è decisamente il fulcro del film.

3 risposte al commento
Ultima risposta 15/10/2009 11.47.13
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR ferro84  @  23/09/2009 00:53:42
   8½ / 10
"Basta che funzioni" e il film funziona alla grande.

E mi fa piacere dirlo visto che con Allen ho un rapporto di amore e profondissimo odio, si lo so molti dicono "o lo si odia o lo si ama" ma mi chiedo come sia possibile non apprezzare questa DELIZIOSA COMMEDIA.

Il cinema di Allen si caratterizza per la semplicità ma molto spesso dietro l'apparenza essenziale dei suoi film si nasconde la pochezza di idee (VV Barcellona o come nel sopravvalutatissimo Match Point tanto per citarne qualcuno)

Poca pubblicità, nessun attore di grande richiamo, muse o luoghi speciali, si ritorna alla solita sempre affascinante New York.
E senza prendersi sul serio Allen torna al "caso" filo rosso di parte della sua filmografia, questa volta concentrandosi seriamente e anche in modo grottesco su come incida sulle nostre vite.
Mentre in Match Point veniva utilizzato come espediente narrativo abbastanza banale per dare un senso a tutto, qui il caso viene usato come elemento fondante delle nostre vite.
Allen vuole dimostrare che sono le nostre sovrastrutture , paure, manie ad impedirci di vivere felici e che una volta liberati, non si è liberi (sarebbe stato troppo banale) ma semplicemente pronti ad affrontare quello che la vita ci dà.
Ovviamente senza prendersi troppo sul serio però sempre con grande lucidità


Tutto raccontato con una sottile ironia ,con attori pienamente in parte e con un Larry David che interpreta un ruolo che sarebbe calzato chiaramente a pennello ad Allen.

Il solito Allen:verboso, prolisso,geniale e pretenzioso ma stavolta funziona alla grande
Da vedere

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Ultima risposta 24/09/2009 00.33.16
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Vegetable man  @  22/09/2009 10:46:08
   7 / 10
Film assolutamente gradevole e divertente, soprattutto nella parte centrale.
Nota stonata sono la parte iniziale e quella finale - a scartamento ridotto la prima, troppo zuccherosa la seconda. E la rottura della quarta parete non aggiunge assolutamente nulla alla storia: meglio se non ci fosse stata. Comunque consigliato.

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Ultima risposta 22/09/2009 11.12.39
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR williamdollace  @  21/09/2009 13:54:40
   8 / 10
Non me ne frega niente di com’era il cinema di Allen prima e bla bla bla. Basta che funzioni funziona come un fedele tostapane che alla mattina scalcia fuori il pane tostato con una regolarità allucinante, sferzante, sovrailluminato, cinico, casalingo, come una festa intelligente fra vecchi amici al vetriolo, con Lolita.

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Ultima risposta 23/09/2009 12.45.11
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Gruppo COLLABORATORI paul  @  19/09/2009 09:38:26
   6 / 10
Premetto: si ride e parecchio.

Woody Allen torna a girare nella sua New York dopo avere relizzato i suoi ultimi lavori in Europa e il film sembra sotto certi aspetti tornare ai primi fasti: scorre liscio come l'olio, Eva Rachel Wood è bella e brava (certamente molto meglio della Johanson) e Larry David un valido alter ego del grande regista.

Tuttavia: basta davvero "solo" ridere un pò ad un film di Woody Allen? Cosa rimane di questo film al termine della proiezione?

E' il caso di dirlo: Basta che funzioni?

Non eravamo forse abituati ben diversamente? Non si usciva con "qualcosa" dentro al termine di opere quali "Io e Annie", "Manhattan", "Bananas", "Crimini e misfatti"?

E non si rideva anche di più in quelle sue opere meno impegnate, ma venate di un maggiore black humor?

Qui si rimane ad un ibrido. Si ride senza mai calcare l'accelleratore e quando Woody per bocca dei suoi protagonisti tocca tematiche a lui care (Di0, Amore, Senso della vita) i dialoghi cadono subito nel dimenticatoio, non toccando mai vette come ad esempio un "Amore e guerra".

Insomma, gli ultimi lavori di Allen appaiono ben lontani dai fasti di un tempo, il disco è sempre lo stesso e il "basta che funzioni" (forse per una volta la traduzione è migliore del titolo originale) può divertire quell'oretta e mezza, ma nulla più.

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Ultima risposta 24/09/2009 21.28.16
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