berlin alexanderplatz regia di Rainer Werner Fassbinder Germania 1980
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berlin alexanderplatz (1980)

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locandina del film BERLIN ALEXANDERPLATZ

Titolo Originale: BERLIN ALEXANDERPLATZ

RegiaRainer Werner Fassbinder

InterpretiGottfried John, Barbara Sukowa, Hanna Schygulla, Günter Lamprecht

Durata: h 15.33
NazionalitàGermania 1980
Generedrammatico
Al cinema nel Luglio 1980

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Trama del film Berlin alexanderplatz

Serie televisiva divisa in 13 puntate. Racconta la vita dell'ex facchino Franz Biberkopf dopo l'uscita dal carcere, in cui era stato rinchiuso per l'omicidio della sua amica Ida...

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Voto Visitatori:   8,58 / 10 (6 voti)8,58Grafico
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Voti e commenti su Berlin alexanderplatz, 6 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  23/12/2014 20:08:02
   8 / 10
Mi trovo in estrema difficoltà nel commentare il "Berlin Alexanderplatz" di Fassbinder.
Non tanto per non aver letto il romanzo di Doblin, che mi avrebbe permesso di apprezzarlo di più.
Il fatto è che è un'opera originale da un lato, innovativa nel linguaggio, sperimentale; dall'altro di una pesantezza immane, a volte didascalico nel rapporto tra testo e trasposizione, con dialoghi e scene stirate all'inverosimile.
In poche parole, Berlin Alexanderplatz è si l'opus magnum di Fassbinder, ma in queste quindici ore manca del tutto l'equilibrio. Fassbinder non si da alcun limite e l'opera, per cui nutriva un amore viscerale, ne esce fuori corazzata di ermetismo, a volte troppo ambiziosa.

Certo a pensarci è impressionante: la cinematografia tedesca in quegli anni sfornava un cinema che osava come nessun altro. Edgar Reitz concepiva e girava Heimat (il secondo è uno dei film più belli della storia del cinema); Fassbinder, prolifico, gira una trasposizione secondo molti impossibile, in 14 puntate; Herzog andava nelle foreste amazzoniche o trasportava navi nelle montagne. Poi c'è Wenders, intimista e sensibile. Tutti condividono un'epica dell'uomo, a misura d'uomo, eppure sconfinata.

Curiosa un'altra cosa: il finale di Heimat spezza il ritmo avuto fino a quel momento dal film, lasciandosi andare a spazi onirici; il finale di Berlin Alexanderplatz ("Il mio sogno da un sogno di Franz Biberkopf") fa lo stesso. Ognuno (Fassbinder e Reitz) ignorava il lavoro dell'altro. Tutti si riuniscono sotto il segno del sogno felliniano.

Le ultime due ore, l'ultimo episodio, sono imbottite di simboli, due ore tra le più coraggiose mai viste nella storia della televisione. Lì Fassbinder osa sotto tutti gli aspetti, mette in gioco tutta l'opera fino ad allora costruita, con pesantezza si, ma non così selvaggia.

"Berlin Alexanderplatz" è un'opera controversam un fiume in piena con cui ci si deve confrontare, alla fine. E che con il tempo cresce, ma nell'immediato induce lo spettatore in una sorta di masochismo intellettuale. C'è tutto Fassbinder: il rapporto omoerotico tra due uomini mediato da una donna, l'uomo comune vittima di sé stesso e della propria ingenuità, la crudeltà, il sadismo, il forte pessimismo.
Una cosa è certa: una volta visto, non dimenticherete mai più Franz Biberkopf.

Attori eccezionali, Gunter Lamprecht si prende tutto sulle spalle enormi.
Belle musiche malinconiche, così come la fotografia.
Regia che inventa, con risultati non sempre eccezionali. Sul finale, nell'ultimo episodio, si vedono le cose migliori.
Non credo sia un capolavoro, troppo squilibrato per esserlo.

Mpo1  @  26/09/2012 01:49:30
   6½ / 10
Pur essendo un grande estimatore di Fassbinder, non ho molto apprezzato questa sua lunga opera. C'è sempre una regia di altissimo livello, e anche la fotografia è straordinaria; d'altra parte non mi sono molto piaciuti i dialoghi e lo stile narrativo. Non mi sono piaciuti neanche i personaggi, e in questo la "colpa" può in parte essere del romanzo d'origine, dal quale, fra l'altro, nel 1931 è stato tratto un altro film che dura solo un'ora e mezza… Invece la lunghezza di quest'opera è eccessiva, con inutili ripetizioni delle stesse situazioni, e una fastidiosa voce fuori campo. Gli uomini sono tutti delinquenti e le donne prostitute, e tutte corrono dietro al manesco e sciocco protagonista… Bravi comunque gli attori, tra cui molti habitué del regista. Il momento migliore è l'Epilogo, onirico e più fassbinderiano di tutto il resto.
Scarso il doppiaggio italiano.

Ottins  @  12/06/2011 19:23:31
   10 / 10
Musica, attori e regia da paura. La storia va via un po' lenta ma chi comunque oserà affrontare questa visione, non ne resterà deluso. Ottimo affresco della repubblica di Weimar.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  30/05/2011 14:37:03
   8½ / 10
Berlin Alezanderplatz è un'opera monumentale, complessa, nel quale come in Maria Braun, Fassbinder ci parla della Germania del passato attraverso i suoi personaggi. Franz è un uomo in fondo buono ma che ha commesso degli errori nel suo passato, che puntalmente torna sempre a perseguitarlo, senza lasciargli la possibilità di un riscatto, ma di tornare a commetterne di nuovi pur nella sua ambizione di essere onesto.
Viene così gradualmente risucchiato all'interno del suo lato oscuro incarnato in Reinhold, incapace di reagire ai rovesci di una vita ai margini.
L'atmosfera di Berlin è quasi irreale ed allucinata che raggiungerà il suo apice nel magnifico epilogo, vero e proprio viaggio all'interno della coscienza di Franz, interpretato in maniera straordinaria da Lamprecht in tutte le sue possibili sfumature.

USELESS  @  02/11/2009 00:26:08
   8½ / 10
Dopo 13 puntate è difficile dimenticare Biberkopf ... Kazzinkopf?

DarkRareMirko  @  13/10/2009 23:24:24
   10 / 10
Fassbinder firma un capolavoro cinematografico della durata di 15 ore, che già era stato portato, anche se un misura qualitivamente minore, sul grande schermo 53 anni prima.

Nel tratteggiare le disavventure del povero Franz (sfortunato nazistoide che prima perde un braccio e poi perde la donna amata, salvo conquistare un pò di giustizia nel finale), il regista riesce molto a convincere sia visivamente (con illuminazioni blu e rosse che un Karim Hussain esaspererebbe), sia come dialoghi (difficili da seguire e comprendere appieno, inoltre mai banali) e sceneggiatura, intervallata di tanto in tanto dai "colpi forti che devono mandare avanti il carrozzone (per l'appunto perdita di un arto, innamoramenti, morti, ecc.)", come direbbe Bertolucci per il suo capolavoro Novecento.

Finale violento e visionario, con elementi religiosi e surreali, in perfetto stile Bunuel.

Nel cast anche il bravo Gottfried John, il generale Ouromov di 007 Goldeneye.

Un'opera da vedere assolutamente, completa e che completa chi la guarda.

5 risposte al commento
Ultima risposta 27/12/2010 18.36.59
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