Questa č la storia di un uomo in caduta libera. Sulla strada verso la redenzione, l'oscuritŕ illumina la sua via. In comunicazione con la vita nell'aldilŕ, Uxbal č un eroe tragico e padre di due figli che sente il pericolo della morte, lotta contro una realtŕ corrotta e un destino che lavora contro di lui per perdonare, per amare e per sempre.
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Credo che la critica abbia trovato modo di assecondare il suo sadismo davanti all'esibizione così cocente e brutale del dolore, tema che il regista predilige da sempre. Comunque anche senza lasciarsi influenzare ho vissuto questo film come un maelstrom maestoso e superbo - almeno tecnicamente - e devo dire che non è certo un film perfetto, ci sono tonnellate di autocompiacimento, certe volte il filo che passa tra il bisogno di raccontare senza clichè una realtà tanto complessa e sfruttata e la prevedibilità dietro l'angolo è sottile come una corda che rischia talvolta di spezzarsi. Non è neppure vero che questo film segna una svolta radicale nella carriera del buon regista messicano, perchè molte (troppe?) cose appartengono a quel suo marchio di fabbrica, neanche si trattasse di una sorta di Babel parte seconda. Non c'è il cinema a incastro delle collaborazioni con Arriaga, ma resta un film profondamente suo, al cento per cento. Eppure Biutiful (che fatica snobistica scrivere scorrettamente questo aggettivo!) ti assorbe completamente, complice una fotografia sconvolgente che richiama alla mente Al di là della vita di Scorsese, e qualche affinità evidente con il neorealismo italiano. Io non so onestamente se questo sia il mezzo giusto per affrontare il tema della morte, visto che ci hanno provato in tanti e con risultati nobilissimi e incompiuti, per altri versi. Pensiamo al tocco delicato della Coixet quando raccontava un dramma al femminile nel suo "La mia vita senza me". E così al di là del virtuosismo tecnico Biutiful raggiunge il meglio di sè nei momenti più intimisti, proprio quelli a forte rischio di emotività affettata. Si respira un clima di sordido squallore proprio perchè la vita, in certi casi, è meno facile del suo sinistro opposto - e di elementi a riguardo il film ne descrive più d'uno. L'unica dannazione dell'Uomo è la sua commovente impotenza