bones and all regia di Luca Guadagnino Italia, USA 2022
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bones and all (2022)

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locandina del film BONES AND ALL

Titolo Originale: BONES AND ALL

RegiaLuca Guadagnino

InterpretiTaylor Russell, Timothée Chalamet, Mark Rylance, André Holland, Chloë Sevigny, Jessica Harper, David Gordon Green, Michael Stuhlbarg, Jake Horowitz

Durata: h 2.10
NazionalitàItalia, USA 2022
Generedrammatico
Al cinema nel Novembre 2022

•  Altri film di Luca Guadagnino

Trama del film Bones and all

Due innamorati che vivono ai margini della società, dopo essersi incontrati, decidono di intraprendere un viaggio di mille miglia che li condurrà nei meandri dell'America degli anni Ottanta durante la presidenza di Ronald Reagan.

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Voto Visitatori:   6,70 / 10 (22 voti)6,70Grafico
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Voti e commenti su Bones and all, 22 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  18/02/2024 15:47:49
   8 / 10
Una struggente storia d'amore on the road mascherata da teen-horror.
Ma è anche (e soprattutto) un film sulla solitudine e sulla libertà, con i suoi spazi aperti e i due protagonisti costantemente in fuga per ciò che la loro natura li costringe a fare. Un'opera che, a mio modesto modo di vedere, segna la maturità artistica di Guadagnino.

TheLegend  @  10/02/2024 22:26:37
   5½ / 10
Non mi ha detto e trasmesso molto.

topsecret  @  13/09/2023 15:24:06
   6½ / 10
Resta qualche punto oscuro e domande senza risposte, soprattutto sul personaggio di Chalamet, ma questo lavoro di Guadagnino riesce a essere coinvolgente quanto basta per risultare godibile e discretamente realizzato.
Buona la prova del cast.

alex94  @  19/08/2023 20:54:19
   7 / 10
Guadagnino ( regista che solitamente non apprezzo molto) firma questo strambo ma riuscito miscuglio di generi ( Road movie,teen movie, horror e splatter).
Ottimamente fotografato e ben diretto,con una regia che si concentra più sul descrivere gli stati d'animo dei personaggi invece di ricercare l'effettaccio gore ad ogni costo ( qualche scena comunque non manca).
Nel cast bene Russel mentre Chalamet non l'ho trovato troppo convincente nel ruolo del freak,Rylance,adatto al ruolo.
Una storia romantica diversa dal solito,da vedere.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  06/05/2023 13:36:04
   5½ / 10
Dopo "suspiria" Guadagnino torna a spargere sangue per le strade stavolta d'America dove utilizza il cannibalismo per parlare della crescita di alcuni giovani solitari e umiliati dalla vita.

Ma avviene questa crescita durante il film? No.
Non c'è nessuna evoluzione della storia. Possiamo elogiare il suo tecnicismo, il lavoro del cast e una evidente maestria registica. Ma tolto questo la storia appare dimenticabile, prolissa e ripetitiva.

Non mi ha entusiasmato.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  02/05/2023 11:36:32
   7 / 10
Guadagnino prende un modesto teen horror e ne fa un'opera profonda e a tratti poetica, un road movie disperato e disperante. Tecnicamente ottimo.

Thorondir  @  23/04/2023 00:09:16
   7½ / 10
I film di Guadagnino sono sempre più complessi e stratificati. Questo "Bones and All" è solo apparentemente un road movie su due cannibali: non è allo stesso tempo un road movie, un film horror sulla diversità, un coming of age, un film politico sulle radici del trumpismo (non a caso gli anni '80), una storia d'amore? È tutte queste cose insieme e questa molteplicità sembra riflettersi nelle scelte di una regia che rifiuta un modus operandi lineare: si segue l'itinerario degli Usa, si utilizza un campo-controcampo a volte frenetico, si opta per cesure di montaggio anche piuttosto brusche a troncare momenti poetici (come se si volesse anticipare il finale), si vedono finanche inquadrature secche susseguirsi a mo di fotografie (fondamentale, per stessa ammissione di Guadagnino, l'opera del fotografo William Egglestone per la scelta di cosa e come inquadrare in questo film). È insomma un film molto più "aperto" e "sperimentale" degli altri del regista, come se il suo primo lavoro negli Usa lo abbia portato a provare e tenere insieme più cose sul piano stilistico.

Il lato narrativo è invece più consono al cinema di Guadagnino e vi tornano i temi a lui cari (e all'amico sceneggiatore Kajganich): il corpo e il suo cambiamento, la sessualità e la scoperta di se stessi, le relazioni intra-famigliari e, velatamente ma neanche troppo, la politica. "Bones and All" è un film sulla necessità assoluta di conoscere se stessi (in verità necessità espressa in particolare da Marlen). E, sembra dirci Guadagnino, per trovare e disvelare le proprie radici è necessario muoversi nell'ambiente in cui si vive, conoscerlo, perfino odorarlo (e non solo gli esseri umani, sono anche i posti mostrati che sembrano puzzare): ci si muove costantemente nel diroccato midwest statunitense, un paese che i protagonisti non conoscono e che è lontanissimo dalle immagini scintillanti degli anni '80 del reaganismo propagandistico. Una ricerca profonda del sé che sembra quasi diventare la ricerca della radici di quegli Usa cannibali di loro stessi, violenti, sporchi e che negli '80 votano Reagan ma già vedono Trump all'orizzonte (non a caso si vede Giuliani giovane in tv, futuro avvocato di Trump). E non è forse vero che a venir fatte fuori sono figure su cui si scagliava una certa destra identitaria (la donna anziana che pesa sul welfare, il pazzo stalker, l'omosessuale)? In questo susseguirsi di personaggi e situazioni c'è tanta politica, dissimulata, occultata, ma sempre presente. Ed è nell'avvicendarsi di situazioni tipiche del road movie che c'è il problema più grande di "Bones and All", che poi è un problema principalmente di sceneggiatura: i personaggi che appaiono lo fanno senza apportare profondità alla vicenda ma vengono più utilizzati come svolte narrative dure e pure che non sempre si inseriscono armonicamente nel contesto. Anche nel rapporto dialogico tra i due protagonisti si vive in bilico su di una scrittura non all'altezza delle immagini, oltre ad essere evidente che Lee è un personaggio fatto e compiuto (conosce la sua condizione, ha accettato perfino di aver mangiato suo padre) mentre Marlen è incompiuta, cerca notizie della madre, tenta di frapporre resistenze quasi moralistiche all'accettazione della sua condizione. Di certo però, questo di Gudagnino è non solo un film interessante, ma anche un ulteriore passo evolutivo in una carriera che continua a esplorare tramite i generi e a mescolarli. La riconferma di un regista ormai maturo, padrone del suo cinema, in grado di stratificarlo e impregnare le immagini di significanti.

130300  @  07/04/2023 00:02:40
   8 / 10
Un finale meraviglioso

Invia una mail all'autore del commento Jason XI  @  23/03/2023 18:48:57
   5½ / 10
E dopo il notevole RAW della Ducournau del 2016 anche Guadagnino si cimenta nel "cannibalismo sociale" ossia in una condizione particolare esistenziale, ma a differenza del film francese questa pellicola non ne ha la forza prorompente. La prima scena forte è notevole ma poi si perde in alcuni stereotipi e la metafora sulla diversità risulta a dir poco scontata. Anche la colonna sonora è disomogenea dove si segnalano Atmosphere dei Joy Division e Your silent face dei New Order proveniente direttamente dagli anni 80, periodo nel quale si presume si svolga la storia. Insomma... non lascia niente... buona regia ma finisce lì. Guadagnino non mi dice niente.....anche se ci sta provando in tutti i modi....

Jumpy  @  18/02/2023 21:16:33
   6½ / 10
Disturbante, fin dai primissimi minuti

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per certi versi bizzarro, tra toni surreali

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e storia d'amore particolare. ai margini.
Ci ho visto delle similitudini con Jarmusch

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Anche qui le ambientazioni ed i paesaggi (l'America anni '80) sono di forte impatto, in certe scene ci si perde nei panorami sconfinati, che fanno da sfondo alla storia.
Ed anche qui come in Jarmusch, i protagonisti sembrano girare a vuoto, senza uno scopo ben preciso se non quello di sopravvivere.
Non c'è una vera e propria svolta, non è un film "di formazione"...

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A differenza di Jarmusch poi

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Capisco perchè abbia colpito così tanto a Venezia 2022, ma non mi ha convinto.

biosman2010  @  10/01/2023 00:22:40
   7½ / 10
Sarà che il buon cinema esiste ancora?
Bravo Guadagnino, fortuna che ha poco o niente a che fare con quello che si trova in Italia negli ultimi tempi.. a parte delle rare eccezioni..

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  04/01/2023 20:08:35
   5 / 10
E' un film che non mi ha convinto. Vorrebbe dire tanto ma lo chiarisce poco. In parole povere un giocattolo, bel giocattolo perchè non è diretto male, ma pretenzioso. Il cannibalismo non è ultilizzato come valenza horror, ma semplicemente come puro espediente di genere per evidenziare una condizione di emarginazione dai cui i due giovani protagonisti cercano di sfuggire ma non riescono perchè questa fame atavica implica un nutrimento non convenzionale, per dirla in parole povere. Un viaggio di formazione dove i due protagonisti non subiscono un'evoluzione dei loro personaggi ma subiscono questa condizione dall'inizio alla fine. Gli anni 80 nell'america profonda è messa come sfondo e basta ma mi è sembrata scollegata dai personaggi. E francamente diopo oltre due ore di film diventa un pappone indigeribile.

drummer89  @  01/01/2023 10:02:04
   5½ / 10
Alcune persone amano il sapore delle ossa. Trovano irresistibile la consistenza gommosa e si divertono a rosicchiarli come cani. Per altri, il pensiero di masticare un osso umano è sufficiente per farli ammalare. Gli scienziati hanno scoperto che alcune persone nascono con un desiderio naturale di ossa perché contengono sostanze nutritive essenziali per la loro crescita e sviluppo. In questo film vediamo due solitari che sono costretti dal loro istinto a mangiare altre persone. Un film romantico a suo modo. Non il massimo, ma piacevole.

Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  28/12/2022 17:45:46
   5 / 10
A questo punto è evidente che io e Guadagnino proprio non ci becchiamo.

Allora, iniziamo col dire che questo film, come al solito, è tecnicamente perfetto. Guadagnino è un grande regista che sa assolutamente come manovrare la macchina da presa, cosa per niente scontata, ed è uno che fa il suo mestiere con passione - cosa assolutamente da rispettare.

Ciò detto, è anche tremendamente pretenzioso, e non sempre la sua tecnica è al servizio della storia. Per dire, si passa da scene pazzesche come


Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER, perfetta per costruzione della tensione e impatto, a una serie di scene, una dopo l'altra, che sembrano solo ripetitive e slegate da una reale crescita dei personaggi.

Mi spiego meglio: in sostanza Bones and all dovrebbe essere un film di formazione on the road con protagonista una coppia di adolescenti ribelli e rifiutati dalla società. Si tratta di un tipo di storia piuttosto classica, raccontata mille volte, di cui forse l'esempio migliore è La rabbia giovane di Malick (a cui Bones adn all sembra ispirarsi parecchio).

Nel film di Malick, ma anche in tutti gli altri road movie, i due protagonisti evolvono durante il viaggio, sia come coppia che come individui, e questo li porta o a una frattura o a unirsi ancora di più, rinsaldando l'idea che sono loro due contro il mondo intero, fino a che il sogno si spezza e deflagra il dramma. E' un espediente facile, in cui gli sceneggiatori sguazzano, perché ti permette di caratterizzare bene i protagonisti e far empatizzare il pubblico con loro anche se in condizioni normali non lo farebbero (i protagonisti de La rabbia giovane sono due delinquentelli, ma tutto il pubblico è dalla loro parte. Con Natural Born Killer - che non amo particolarmente - la cosa è ancora più marcata).

In Bones and all, al contrario, i personaggi non hanno la minima evoluzione, nonostante abbiano una peculiarità, ossia

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER che si sarebbe prestata a mille approfondimenti. E invece niente, ogni tanto la protagonista dice che dovrebbero smetterla (ma senza convinzione) e poi morta lì. E così una scena dopo l'altra il film inizia ad annoiare, le scene più crude non stupiscono più come la prima, e l'empatia verso i due protagonisti crolla a picco, prossima allo zero. E questo è grave, perché quando arriva la fine a te spettatore non frega assolutamente niente delle loro sorti; non resti ore a ripensarci come accade con La rabbia giovane o Thelma e Louise o simili. Semplicemente, finisce il film, te ne feghi e passi oltre. Peccato perché, come dicevo prima, di spunti di riflessione ce n'erano a frotte, grazie allo spunto interessantissimo del

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER: sarebbe potuta essere una riflessione sul diverso, sull'emarginazione delle classi sociali più svantaggiate, sul rapporto di coppia e su come l'appartenenza alla stessa categoria di emarginazione influisca sul rapporto, sul desiderio di riscatto, sulla dipendenza (magari facendone una sorta di The addiction in versione

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER).

Insomma, infinite possibilità narrative, sciupate con un film tecnicamente perfetto ma piatto e senz'anima.

Colpa senza dubbio della sceneggiatura (punto dolente di tutta la filmogafia di Guadagnino: Kajganich non è mai stato un fenomeno e pure James Ivory diciamo che è stato premiato più alla carriera che per altro, per Chiamami col tuo nome), ma anche dello scarso carisma dei due protagonisti, bravi ma non memorabili: Chalamet purtroppo ha sempre la stessa espressione da cane bastonato, e anche la quasi esordiente Taylor Russell non lascia granché il segno. La cosa è ancora più evidente quando ci sono in scena gli altri attori: bastano pochi minuti di Mark Rylance, Michael Stuhlbarg o Chloe Sevigny per rubare la scena a tutti.

Poi ovviamente c'è il grande male che affligge il cinema contemporaneo: la lunghezza. Una storia così la racconti serenamente in un'ora e mezza, e ne avrebbe giovato tantissimo: ma ormai se non fai un film di almeno 2 ore sembra tu non riesca a distinguerti da una puntata di una serie TV, e così si dilatano i tempi all'inverosimile anche quando non hai niente da dire. E allora i difetti di caratterizzazione saltano ancora di più all'occhio, perché porca miseria hai avuto 2 ore e un quarto per caratterizzami i tuoi protagonisti, se non ci riesci per me il film ha un grave limite.

In sintesi, più ombre che luci, per quanto mi riguarda; per il futuro sarei curiosissimo di vedere Guadagnino lavorare con uno sceneggiatore decente, ma finché non accadrà ce lo teniamo così, coi suoi pregi e i suoi difetti.

Oskarsson88  @  26/12/2022 12:42:37
   7 / 10
Film un po' strano in cui in questa sorta di realtà atipica esistono vari cannibali che si odorano e riescono a trovarsi tra loro. Un misto di storia d'amore e di cannibalismo che non mi ha convinto del tutto, nonostante una regia curata bene. Ho trovato difficoltà a trovare un senso logico in questa storia più che altro...

federicoM  @  25/12/2022 16:40:03
   8 / 10
Stupendo.
Al di là dell'impatto splatter "Mangiami, ma di baci saziami" Guadagnino fa un film d'autore, di formazione di due adolescenti, e di incredibile delicatezza.
E' questo forse l'elemento più originale, il contrasto fra il cannibalismo, ributtante diciamolo, e la grazia di Guadagnino nel raccontare le emozioni e sentimenti dell'affiatata coppia Chalamet, Russell in grande spolvero.
I due protagonisti si supportano e proteggono a vicenda, e mano mano che affrontano i loro traumi irrisolti con i loro genitori, cresce il loro rapporto d'amore.
Oltre a ciò ci metti una colonna sonora azzeccata, inquadrature ricercate e attori comprimari come Rylance e Stuhlbarg, il risultato non può che essere straordinario.

Light-Alex  @  14/12/2022 14:25:41
   6 / 10
Un mix tra splatter, romantico e drammatico.
Sinceramente non lo avrei pensato prima della visione e credevo che le recensioni che partivano con "disgustoso" provenissero da persone deboli di stomaco, o non molto avvezze al genere horror. Invece devo dire che mi sono ricreduto: in varie sezioni il film raggiunge veramente vette di raccapricciante, inquietante e disgustoso, paradossale se si pensa che invece in certi film dichiaratamente horror finisci per addormentarti.

Se si supera lo step del disgusto, ma mi rendo conto che può urtare qualcuno, sotto c'è un film particolare, sicuramente non mancante di originalità.
Dietro una storia d'amore un po' assurda si celano tante riflessioni: sulla difficoltà di vivere amori non convenzionali in una società che ci vuole uniformati, sulla difficoltà di essere diversi, sui legami affettivi, sull'ipocrisia dei "normali" che poi tanto normali non sono. Il finale se vogliamo è allo stesso tempo molto romantico e molto inquietante, e non immaginavo di uscire dalla visione provando queste due sensazioni insieme.

In conclusione, sicuramente originale, ma forse nel complesso rimane un film più che altro sperimentale, i parallelismi e le metafore non risultano poi troppo incisive, seppur si colgano durante la visione, e tolte le scene splatter, le fasi on the road sono un po' monotone e si ha sempre l'impressione di attendere la prossima crisi/momento teso che rianimi il ritmo, altrimenti un po' lento.

Wilding  @  04/12/2022 10:17:55
   3½ / 10
"O lo ami o lo odi"... verissimo!! Al di là degli aspetti tecnici (ottimi) personalmente non ho amato questo film... in un aggettivo: disgustoso!!

EddieVedder70  @  28/11/2022 19:30:56
   8½ / 10
Un on the road con al centro una storia d'amore, di per se non sembra una novità, ma quando sei immerso nella visione e, soprattutto, all'uscita dal cinema si ha la sensazione di aver provato qualche nuova emozione, che in mezzo a tanto immagini codificate, qui vi sia qualcosa che stimola e accresce. Può essere solo una sensazione, perchè la sceneggiatura è piuttosto canonica, così come le singole sequenze, eppure mi sono sentito sorpreso, turbato. E' un horror, capace di infastidire, con all'interno un teen drama che, per una volta, ha dentro l'orrore reale di tragedie famigliari per niente banali; splendidamente svelate (perfette nei tempi e nei modi). I protagonisti sono Serial Killer dahmeriani invisibili alla società, ma ben riconoscibili tra loro (come Vampiri), si muovono per contrasti e, uccidono per necessità (ma è poi vera necessità? o solo un'anomala dipendenza?). Ciò che destabilizza è la loro debolezza, la loro precarietà e il racconto (che bel montaggio) ci continua a stimolare con aggiunte (anche dei veri spiegoni) che lasciano nulla al caso. In tal senso anche le inquadrature (molto belle) indugiano il giusto, non nascondono nulla, ma non risultano mai morbose. Eccellenti le interpretazioni (cast di altissimo livello dove si eleva un Mark Rylance da Oscar) ben aiutati dalla scrittura che ben li caratterizza. Il resto è sapiente gestione dei tempi, una regia illuminata e furba, ma soprattutto alcune sequenze difficili da dimenticare capaci di disturbare, turbare e far salire l'ansia; spesso alternate a delicatezze, a poesia, ad amore. Il tutto meravigliosamente accompagnato dalla premiata coppia Reznor/Atticus che, amati nei NIN, ora regalano perle sul grande schermo. Guadagnino sa osare ed ha la rara dote di aggiungere qualcosa che spesso non si vede: anima e realtà.

Manticora  @  26/11/2022 17:15:20
   8½ / 10
Uno dei migliori film dell'anno che merita almeno qualche NOMINATION se non qualcosa di più. Credo che ora come ora il cinema italiano debba ringraziare Guadagnino per essere diventato un suo rappresentante internazionale senza arruffianamenti e omaggi di sorta. Quello che era riuscito solo a Sorrentino negli ultimi anni ora ha un nuovo epigono, non certo uno qualunque, certo ha fatto anche roba "commerciale" vedasi Melissa P. ma è indubbio che già con Suspiria abbia avuto il coraggio di osare, reinventando quella mezza ciofeca del sopravvalutatissimo Dario Argento raccomandato del cinema italiano e poco altro. Guadagnino non lo è, vedasi la scelta della strada più ostica, tipo chiamami con il mio nome, che è stata una scelta rischiosa ma vinta. Non solo, anche io sono l'amore, sottovalutato ma invece riuscitissimo. Con Bones and all siamo alla consacrazione artistica, non certo commerciale, la prima scommessa è stata vinta, la seconda chissà... mai dire mai.
L'idea di parlare della gioventù cannibale narrata nel romanzo da cui Guadagnino ha scritto la sceneggiatura è certamente interessante, anticonvenzionale,rischiosa ma anche per questo geniale. Soltanto Guadagnino poteva prendere uno degli astri nascenti dello star power mondiale come Timotheè Chalamet e farne un reietto cannibale che vive ai margini della società

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senza considerare la spalla sentimentale la giovane scoperta Taylor Russel da tenere d'occhio, chissà dove arriverà anche lei. Intanto la chimica tra i due nel film funziona alla grande, così come la storia. La violenza non è mai gratuita, e credo che una nomination debba strapparla anche Mark Rylance, altro caratterista scoperto tardi ad Hollywod ma che qui fa l'interpretazione della vita credo, senza manicheismi, gigionamenti e altri amenicoli. Grande colonna sonora e un film che farà riflettere, e forse anche discutere.

codino18  @  25/11/2022 22:15:27
   7½ / 10
E' un film pazzesco mi aspettavo tutt'altro. Alcuni lo definiscono un fillm romantico. Per carità per certi versi lo è ma non aspettatevi via col vento. Comunque o lo ami o lo odi per me e a me è piaciuto molto

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  25/11/2022 01:35:28
   8½ / 10
Il They Live di Guadagnino tributa Cronenberg e Lynch ma soprattutto gli spazi aperti e i rapporti irrisolti di "Zabriskie Point" di Antonioni, specialmente verso l'epilogo. Ora se si avevano dubbi sull genialità del Nostro Cineasta, accolto da sempre da una smodata stima intellettuale, credo che Bones at all (letteralmente fa Ossa comprese?) li possa togliere completamente. Guadagnino è un Genio. Non per lo script, ma per la capacità di rendere metafisica e filosofica un teenage-horror come tanti se ne sono visti negli ultimi decenni. Per le capacità tecniche che OSANO elevare l'America, dapprima anonima e squallida, senza derive geografiche temporali, alla sua inconsueta bellezza anche davanti a spazi urbani quasi uniformi. E alla Poesia che evoca una storia di cannibalismo dove i valori familiari sono soggiogati e distrutti dai segreti che covano, e dove lo splatter agisce meccanicamente, in modo esplicito, ma senza la gratuità visiva che di solito reclama il tipico spettatore. Sul finale non mi esprimo, ognuno darà la sua definizione. Resta il fatto che "Bones at all" resta uno dei film dell'anno, anzi secondo me tra i più bei film degli ultimi anni, pur così insolito nella sua origine "artigianale", capace di sorprendere i Puristi di un cinema dove non ci sarebbe spazio alcuno per la provocazione

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