bubble regia di Steven Soderbergh USA 2006
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bubble (2006)

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locandina del film BUBBLE

Titolo Originale: BUBBLE

RegiaSteven Soderbergh

InterpretiDebbie Doeberreiner, Dustin Ashley, Misty Wilkins

Durata: h 1.23
NazionalitàUSA 2006
Generethriller
Al cinema nel Maggio 2006

•  Altri film di Steven Soderbergh

Trama del film Bubble

Martha e Kyle lavorano in fabbrica da molti anni e per due persone solitarie e malinconiche come loro diventare amici è stato quasi inevitabile. L'equilibrio del loro rapporto, però, viene disturbato dall'arrivo di una nuova operaia, una ragazza madre di nome Rose. Martha, che nutre qualche dubbio sul carattere ambiguo di Rose, rimane sconvolta quando scopre che Kyle, invece, ha iniziato una relazione con la ragazza. Il faticoso tentativo dei tre operai di costruire un rapporto personale più profondo, sarà però vanificato dalla morte violenta di Rose, che stravolgerà le loro esistenze abitudinarie distruggendo così ogni illusione.

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Voto Visitatori:   6,46 / 10 (47 voti)6,46Grafico
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Voti e commenti su Bubble, 47 opinioni inserite

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Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki  @  18/01/2017 18:57:39
   8 / 10
Tra le pompose e sfarzose produzioni americane ogni tanto anche uno dei registi più sopravvalutati, Soderbergh (a causa anche di Cannes che gli ha fatto montare la testa a 26 anni) predilige alternare lungometraggi di taglio indipendente e nel minimalismo osa sperimentare e spesso dà il meglio.
In 'Bubble' giostra il suo microcosmo di periferia in pochissime centellinate locations, con attori rigorosamente presi dalla strada, dando un sapore di autenticità all'operazione, ha il gusto di asciugare i copioni ed allungare i silenzi, è un Soderbergh in versione Gus Van Sant, procede sulla falsariga di un documentario che fotografa realisticamente gli effetti della crisi economica su 3 vite dello stesso ceto, contemporaneamente inquadrando i labili e mutevoli comportamenti umani, all'insinuarsi di un rapporto più profondo nascono inconsce invidie sottese.
Una sceneggiatura solidissima che non fa buchi neanche nel ribaltare clamorosamente la narrazione dai toni freddi bianco opaco a quelli gialli del whodunit sviluppati in modo altrettanto misurato.
Il Soderbergh più sconosciuto è anche quello più interessante.



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Ultima risposta 18/01/2017 20.19.16
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markmattew  @  31/07/2006 16:02:20
   1 / 10
Come direbbe Fantozzi questo film è una c.....a pazzesca!!!
Visti i commenti mi aspettavo qualcosa di particolare e sicuramente megliore mah...secondo me non va neanche definito film, non saprei neanche come definirlo, visto che per più di 20 minuti(dei 74 totali) si vede la giornata tipo di un ragazzo...una vita piattissima fatta di lavoro e di casa e per il resto la "pellicola" si trascina tra dialoghi che anche un bambino avrebbe imparato in mezza giornata e inquadrature prive di senso....nessun colpo di scena nè una spiegazione per il finale a dir poco ALLUCINANTE(chi l'ha visto capirà)......
Se questi sono i film low cost....VIVA I FILMONI DA MILIONI DI DOLLARI!!!!!

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Ultima risposta 04/01/2010 23.48.22
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  16/07/2006 11:28:04
   7 / 10
Insieme a Maremare a Venezia 2005 mi ero ostinatamente rifiutato di vederlo. Rettifico: Siodelbergh, questo sconosciuto.
Devo riconoscergli un merito incontestabile, aver creato un industria "indipendente" senza per questo rinunciare (ahmè) alle convessioni del marketing hollywoodiano. Insomma volenti o nolenti S. è un'industria, e spesso nemmeno migliore delle altre.
Quando uscì "Eric Brockovich" riuscì a stupirmi, e non credo di essere il solo.
Ma insomma chi è Siodelbergh? L'autore di opere piu' astute che belle ("ocean's eleven", "ocean's twelve") di irrisolti e ambiziosi progetti (il sequel di "solaris", "full frontal") o il nuovo Roger Corman (vista anche l'intensa attività come produttore)?

Su "bubble" niente da dire: sfodera un'imput sociale che l'inglese Loach manco si sogna, strizza l'occhio a Micheal Moore, attinge al noir attraverso un realismo post-televisivo degno di "six feet under".
Ma in effetti è un film contraddistinto da uno spirito "europeo".: il tema della lotta per la sopravvivenza è reso con indubbia efficacia, salvo quando sembra di assistere a un'apologo degno del migliore/peggiore Von Trier. Tra un'omaggio a Hitchcock e un'altro a John Huston ("Riflessi in un'occhio d'oro"), altri ancora ad Aldrich e Kaurismaki, il film sembra ritenere cruciale l'indipendenza forse retriva dello spettatore, è un'opera che non intende affatto affrontare un miraggio, ma riconoscerlo.
La recrudescenza dello script è emblematica: il sottobosco popolare è ben diverso dalle luci al neon e dal glamour della Las Vegas di "ocean's eleven", e finalmente Siodelbergh ha concesso alle proprie velleità personali di "agire".
Davvero, chi è Siodelbergh? Probabilmente un'autore migliore di quanto sembri, esule talvolta da redditizi successi, fiero pero' di sconosciuti script come questo film

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Ultima risposta 09/02/2009 21.54.44
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Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Lot  @  29/06/2006 08:43:49
   7½ / 10
Meno soldi gli dai a Sodebergh e meglio partorisce... gran bel film, corrosivo, malinconico e minimalista, a tratti ricorda kaurismaki.

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Ultima risposta 16/07/2006 20.24.38
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June  @  02/06/2006 22:15:43
   7½ / 10
Film che mi è piaciuto soprattutto per inquadrature e colori.
Statico fino all'eccesso. Ho apprezzato molto le prime scene in fabbrica, il manipolare la plastica. I personaggi sono quasi astratti, tanto
sono banali, piatti come senza vita. Nessun guizzo.
Solo uno, forse. Un'esigenza di fuga che assale anche lo spettatore.

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Ultima risposta 08/06/2006 20.36.54
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JANE  @  18/05/2006 01:46:30
   6½ / 10
Più che il film andava avanti e più mi trovavo innansi una realtà di facce di plastica. E di un paio di occhi azzurri bamboleggianti. Non esprimevano emozioni, ma il grido di chi non ha voce per urlare, un tumulto d''''animo soffocato così alla radice che non fa in tempo ad arrivare sincero e schietto all''''espressione vocale. Nessun vibrato di animo nei personaggi. Tutti interamente di plastica, finti, inetti e maldestramente malati.
Una proiezione diversa che fa pensare. Fa pensare quell''''impatto che ti dà la linea retta del mancato urlo, delle lacrime inesistenti. Delle bocche che a malapena segnano un sorriso, che a malapena esprimono qualcosa. Mette a disagio. Indifferenza totale e calcolo lucido e perverso.

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5 risposte al commento
Ultima risposta 03/06/2006 21.15.51
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Gruppo REDAZIONE Invia una mail all'autore del commento maremare  @  16/05/2006 09:57:03
   7½ / 10
Visto a Venezia oramai quasi un anno fa, questo film fu una piccola sorpresa. Soderbergh sorprende nella capacità di cambiare registro e passare dagli intellettualismi velleitari dei film precedenti, ad un piccolo prodotto, pensato per la BBC, girato con lo stile del documento verità e interpretato da attori non professionisti.
Gioiellino

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Ultima risposta 20/07/2006 11.15.52
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Betelgeuse  @  15/05/2006 01:05:19
   7 / 10
E'' molto particolare.
Non avrei creduto che Soderbergh avesse potuto fare un film simile, soprattutto visti i suoi precedenti...
Riesce a rendere il senso di desolazione, solitudine che popola la cittadina e i suoi abitanti.

La monotonia è scossa solo dalla nuova arrivata, altrimenti tutto sarebbe rimasto così: sospeso...

La cosa che più mi ha colpito è la sequenza di scene statiche con le quali è costruito il film- con certi fotogrammi a volte sembra di trovarsi di fronte ad un quadro di Hopper...

Direi un film da vedere per chi conosce il regista e si fida di lui, anche quando sperimenta.


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Ultima risposta 27/11/2008 07.07.09
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