bullet ballet regia di Shinya Tsukamoto Giappone 1998
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bullet ballet (1998)

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locandina del film BULLET BALLET

Titolo Originale: BULLET BALLET

RegiaShinya Tsukamoto

InterpretiShinya Tsukamoto, Hisashi Igawa, Sujin Kim, Kirina Mano

Durata: h 1.27
NazionalitàGiappone 1998
Generedrammatico
Al cinema nel Maggio 1998

•  Altri film di Shinya Tsukamoto

Trama del film Bullet ballet

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Voto Visitatori:   8,20 / 10 (25 voti)8,20Grafico
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Voti e commenti su Bullet ballet, 25 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

alex94  @  29/10/2023 14:23:46
   7½ / 10
Altra interessantissima pellicola di Tsukamoto,dallo stile come al solito anti-narrativo, sfilacciato e visionario,che dimostra ben poco interesse nella trama.
Si mette nuovamente in scena una tematica cara al regista e cioè,la mutazione fisica e psicologica dell' uomo e la sua fusione con l'ambiente in cui vive,ancora una volta Tokyo,plumbea ed oscura più che mai , perfetto affresco della modernità e delle sue frustrazioni.
Grottesca e dalla recitazione molto sentita non si inserisce tra le pellicole più agevoli del grande regista giapponese ( ma alla fine quale lo è) ma è certamente un lavoro degno di una visione e di attenzione.

Signor Wolf  @  11/05/2022 00:26:49
   7½ / 10
questa volta il metallo di Tsukamoto e quello dei proiettili di una pistola, la pistola con cui la fidanzata del protagonista (tsukamoto stesso) si è sparata, Tsukamoto alla disperata ricerca di un arma uguale a quella finirà invischiato con una banda di teppisti della metropolitana, non che a lui la cosa importi molto visto lo sbando a cui lo ha portato il lutto.

E' un film ben girato e con un tema ben chiaro Ballet Bullet, purtoppo ci sono anche dei contro: attori spesso non all'altezza del ruolo e degli stacchi e vuoti nella narrazione che rendono difficile seguire le vicende, non so se sia una scelta stilistica oppure scene elminate dal montaggio ma è davvero difficile seguire il film senza un caffe.

La sua bravura alla regia si vede tutta in questo quarto film, ma qui Tsukamoto è ancora un pò acerbo dal punto di vista della sceneggiatura.

Invia una mail all'autore del commento luca986  @  31/12/2013 16:43:53
   6½ / 10
Deludente. Da premiare solo l'ottima regia.

Badu D. Lynch  @  20/03/2013 21:10:17
   8½ / 10
Opaco, ruvido e perforante. Un tornado nichilista, un labirinto in cui ogni strada porta inevitabilmente alla violenza. Un percorso lineare, ma dissestato, che conduce verso la (auto)distruzione. Finale ermetico dal sapore liberatorio.

Invia una mail all'autore del commento Suskis  @  02/03/2013 16:40:37
   7 / 10
Dopo i 2 Tetsuo questo film è "quasi" una pellicola normale. C'è sempre il nichilismo di Tsukamoto che insiste a dirigersi da solo, non credo per caso. I temi sono veramente abusati in Giappone (e dal regista) ma sicuramente la realizzazione è ottima (veramente bella la sua Tokio in bianco e nero). Tutto procede un po'come un incubo buio e in modi bizzarri (quel che fa il protagonista è abbastanza assurdo). Niente male la colonna sonora.

sweetyy  @  30/03/2012 21:55:32
   6 / 10
Mi riesce difficile apprezzare Tsukamoto anche se non ho visto granchè, cmq sia ho faticato a seguire questo film... Magari cambierò idea guardandone altri.
In ogni caso merita la sufficienza solo per la sua particolarità e originalità.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  17/04/2011 19:49:01
   8 / 10
"No,mamma. Non sarò a casa per cena"

La regia aggressiva e feroce rimane sempre la stessa ma Tsukamoto in Bullet Ballet risulta meno violento del solito e più lineare nel tracciare una storia comunque sempre ai limiti.
Unico momento felice saranno i secondi iniziali,poi tutto precipita in una spirale di autodistruzione e morte; il feticismo dell'arma che ha portato via la sua compagna porterà il protagonista ad addentrarsi nei bassifondi di una città sempre più meccanica ed estraniante,temi fondamentali e sempre presenti in Tsukamoto,in un vortice di distruzione. Il protagonista interpretato dal regista stesso infatti sembra voler cercare la morte a tutti i costi,salvo poi smentirsi per una presunta mancanza di coraggio che non gli permette di tentare il suicidio. Allora la sua non è nient'altro che una disperata ricerca di vivere,e il finale tanto poetico quanto ermetico sembra proprio essere improntato su questa direzione: una corsa sfrenata con cui si vuole affermare di essere ancora vivi. Una corsa dalla morte. Almeno questo è quel che ho pensato io.
Ogni tanto,anche se raramente,gira a vuoto e ci sono personaggi che non si capisce dove vogliano portare però questo è cinema di altissimo livello e forse proprio perché il regista giapponese ha cercato di dare una linea narrativa ai suoi deliri Bullet Ballet riesce a convincere.
Poi la musica industriale,la follia e la velocità unita alla potenza visiva di alcune scene lo rendono un ottimo film dallo stile unico e riconoscibile di questo regista da scoprire per chi ancora non lo conoscesse.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  13/02/2011 19:55:16
   8 / 10
Il bianco e nero di Bullet ballet e perfettamente funzionale nel mostrare il contrasto di una società sdoppiata nella sua psiche. Una società con pulsioni autodistruttive in questo suo senso di attrazione verso la morte che sarà approfondito anche in pellicole in Nightmare detective. Nella ricerca dei motivi che hanno spinto al suicidio la sua fidanzata, verrà trovato il senso del dolore dell'esistenza che non lascia scampo. Più lineare di quanto si pensi, più classico di quanto uno si immagini.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  26/01/2011 11:26:30
   8 / 10
A seguito del suicidio senza chiare spiegazioni da parte della compagna il pubblicitario Goda sprofonda in uno stato di profonda prostrazione che lo induce alla forsennata ricerca di una pistola.Forse per emulare l'insano gesto,forse per vendicarsi di quei bulli che continuano a tormentarlo.
Attorno alla Chief Special,la piccola arma da fuoco bramata dal protagonista interpretato dallo stesso Tsukamoto,prende vita un mondo sotterraneo di emarginazione sociale in cui brutalità e prepotenze prosperano in quanto non soppresse da regole e imposizioni.
Tsukamoto suggerisce i suoi intenti,lasciando allo spettatore spesso e volentieri le conclusioni che instradano verso una collettività sofferente,in cui un buon impiego e denaro non sono bastanti per dare un senso ad esistenze sempre più dissociate.La comprensione coincide con la morte della compagna,forse mai conosciuta davvero e inequivocabile indizio di legami sempre più accentratori.
Un oggetto inanimato come una pistola diventa strumento attraverso cui supplire a una vita passata sottotraccia, senza nessuno slancio e organizzata in un incrollabile tran-tran.
Il mondo avvolto da un carico bianco e nero è traboccante di violenza,componente imprescindibile del pensiero estremo di Tsukamoto,tanto quanto montaggio e regia dal ritmo indiavolato e la consueta colonna sonora post-industriale.Gli eccessi disorganici di "Tetsuo" e la devastazione fisica di "Tokyo Fist" sono visioni remote,ma "Bullet Ballet" è a sua volta un apologo sulla trasformazione,sul cambiamento causato da eventi dolorosi e dal metallo,questa volta privo di qualsivoglia combinazione carnale ed isolato in una condizione mentale,quindi più intimista.
"Bullet ballet" insiste su coordinate di intensa malinconia e tormento,espone una tipologia di solitudine urbana tanto cara all'autore e infonde desideri che per essere conseguiti esigono un sacrificio drastico.

Estonia  @  28/04/2010 14:19:42
   8½ / 10
La morte incombe come ossessione primaria sia nell’incessante ricerca della personale autodistruzione, sia nella sfida quotidiana delle gang in una Tokyo disumana e violenta. La disperazione senza speranza, specchio dell’emarginazione e dell’alienazione, riplasma l’anima nel comune stordimento o nell’estremo confronto tra individui allo sbando. Il percorso di Goda in questo inferno in bianco e nero inizia nel momento in cui apprende la notizia del suicidio della donna che ama. Gesto di inspiegabile e inaccettabile solitudine che si riflette su di lui chiudendolo in una spirale claustrofobica di azioni alimentate e assecondate dal proprio dolore interno. Il disagio esistenziale diviene una costante di vita che radicalizza ed esaspera la violenza in un crescendo di situazioni ad altissima tensione. Finale splendido: pare quasi che i due “superstiti” al caos metropolitano si corrano incontro, e invece la loro corsa diverge inesorabilmente.

Guy Picciotto  @  19/04/2010 19:59:23
   8½ / 10
Il vero volto (sporco) del Tsukamoto anni 90, un terremoto silenzioso e nebuloso, con epicentro la tokyo underground delle gang, metropoli disumana e labirinto soffocante di alienazione così voluta dopo la fine della guerra dalle elites del CFR e della commissione trilaterale (ehehe che fortuna per ragazzi come me essere nati con simili demoni fantasmatici che ci costruiscono la vita in questa maniera). Bullet Ballet, diavolo di uno tsukamoto, dubbi, domande, incertezze, fumo, buio, nulla. Cronemberg lo diceva con la voce alta di un Ballard, Tsukamoto invece martella il metallo rovente della sua paranoia, scolpendolo in movimenti di macchina sincopati e ripetitivi, inchiodati a un unico perno che li fa girare attorno a se stessi senza soluzione. Un film roco, marcio, incalzante ma solo a tratti. Lampi di luce si accendono ad intermittenza quando tsuka decide di accendere il genio. ma sono solo luci al neon di qualche cesso in qualche club: Tsukamoto non vuole essere buttato sotto una luce fin troppo intensa per i suoi occhi abituati al buio dei vicoli della metropoli tecnocratica. Meglio di tokyo fist e tetsuo number 2 per me resta il suo film migliore degli anni 90, tremendamente opaco, buio, sconvolto ma ugualmente lucido e cinico.

TheLegend  @  31/07/2009 17:15:10
   6½ / 10
Tsukamuto è un maestro nel creare simbiosi tra immagini,musiche e suoni;questo film ne è la prova.
Quello che manca a questo film è la storia;peccato che sia troppo sconfusionata e difficile da seguire in alcuni punti;questo mi ha fatto perdere il filo qualche volta e alla fine del film mi sono ritrovato un pò spaesato.
Magari riguardandolo cambierò idea ma per il momento non lo definirei sicuramente un capolavoro.
Ho apprezzato molto di più Tetsuo che,nella sua confusione,mi ha suscitato molte più emozioni e riflessioni....

Invia una mail all'autore del commento Banana Pie  @  13/07/2009 11:27:01
   9 / 10
Gran film. La cosa che mi piace di più di alcuni film di Shinya è la caratterizzazione psicologica cruda, mai idealizzata, qui come in film come A Snake on June o Tokyo Fist. Regia e Fotografia sono da accapponare la pelle, soprattutto nell'ultimo terzo della pellicola, che è il più bello e intenso. Film affascinante e interessante.

2 risposte al commento
Ultima risposta 13/09/2009 12.09.44
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Invia una mail all'autore del commento INAMOTO89  @  07/06/2009 13:06:46
   10 / 10
finalmente dopo tanto tempo mi sono deciso a commentare questo film stupendo, dico finalmente perche' per assimilare questo film e coglierne l'essenza ci vogliono parecchie visioni e lo stato d'animo adatto..stato d'animo che sebbene mi abbia consentito di dargli 10 avrei preferito non avere...

io mi limito a dire solo questo...senza soffermarmi su regia/ fotografia ( stupende ) e sulla recitazione IMMENSA di tsukamoto , la cui espressione sono la disperazione e la rassegnazione fatte a persona,

il film puo piacere o non piacere ma vi assicuro ke descrive alla perfezione come ci si sente quando si perde qualcuno di importante ( non necessariamente perke ' muore ) e la propria vita comincia a girare attorno alle ossessioni ..ci si sente inutili...e la violenza sembra davvero l unica strada ke possa tirare fuori quell istinto di sopravvivenza che la vita ci ha tolto...

DEVASTANTE

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  29/03/2009 21:21:47
   5 / 10
Assolutamente non è un capolavoro ma un esperimento mal riuscito. Le immagini schizzate sono complicate da seguire anche se hanno un certo fascino ma confondono e non riesci del tutto ad apprezzare il film. L'attore principale è un imbecille che tenta di colpire il pubblico con un'interpretazione che dovrebbe sembrare triste sconnessa e psicologicamente deviata ma che invece trasmette solamente impulsi semplici da attorucolo inesperto. Il resto può andare, il bianco e nero particolare mi è piaciuto.

8 risposte al commento
Ultima risposta 10/07/2009 13.40.46
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Ciaby  @  23/12/2008 21:02:41
   10 / 10
Taguchi  @  04/06/2008 01:07:33
   10 / 10
La Rinascita del Metallo.
Tokyo. Goda cammina per le strade affollate, Kiriko lo aspetta a casa. Goda è in procinto di tornare a casa, Kiriko canta una melodia infantile. Goda rientra a casa, Kiriko si è suicidata.
Il problema è la pistola... Quella pistola che trascinerà Goda in un turbine allucinato di violenza e di distruzione, di angoscia e di decadenza, di morte e di rinascita.
Poche parole molti messaggi. Tsukamoto mostra e dimostra con l'immagine e non si serve di altro.
Poi Goda per caso incontra Chisato, una ragazza che appartiene ad una banda teppista di "Oyagi-Gari": è qui la svolta decisiva. Dolore e sadismo, violenza e follia; Goda si unirà a loro con un rapporto masochistico e oscuro fino al tragico e stupendo epilogo.
Saranno le lacrime e le fiamme a purificare i corpi, a liberare gli spiriti.
Tutto succede e si succede rapidamente: Non c'è tempo di osservare nè di riflettere. Lo spettatore è solo ed è il solo in grado di subire e di adorare la genialità di un maestro che ha raggiunte e oltrepassato la piena maturità artistica. Nulla è fuori posto; La musica di Chu Ishikawa è semplicemente perfetta, il montaggio è frenetico e allucinato, la fotografia è celata da un bianconero sporco e patinato e la maniacale insistenza sul dettaglio rende nuovi e misteriosi gli oggetti più comuni. La danza del proiettile non è mai stata così insistita: Feticismo del metallo e perversione del linguaggio (ovviamente metacinematografico): La depravazione e la follia vivono in noi tutti ed è ormai consequenziale assistere alla degenerazione di Chisato che si rotola e tenta di parlare con stivali e altre nullità materiali... nè stupisce vedere una persona che a pochi secondi dalla morte risponde alla madre che non tornerà a cena quella sera... nè infine partecipare dello spaesamento dei personaggi e della loro impossibilità di (soprav)vivere fuori del massacro.
Qui Tsukamoto tenta nuovamente di descrivere la morte dello sguardo, la disumanizzazione metropolitana, la follia dell'uomo e la morbosità verso il metallo: non ultima la lotta tra i sessi in un mondo dove non regna alcuna differenza tra uomo-donna, realtà-sogno, vita-morte.
Semplicemente un Capolavoro.

voto 10

Cliff72  @  29/03/2008 11:26:26
   9 / 10
Questo film non poteva che essere in bianco e nero….storia cruda e angosciante in una Tokyo cupa e claustrofobica….associandomi ai precedenti commenti davvero ineccepibili, ritengo che questo film sia un’opera d’arte, un pugno nello stomaco dall’inizio alla fine….immagini ed ambientazione che fanno riflettere più di mille parole….regia praticamente perfetta e grande interpretazione di Tsukamoto che ci mette tutto se stesso in un film in cui giustamente ha creduto molto!
La continua ricerca della morte, la desolazione, la solitudine, il disagio personale, sono tutte costanti del film che, con lo svilupparsi della storia, provocano un senso di angoscia e oppressione nello spettatore (almeno a me è successo questo)…non aggiungo altro alle esaustive opinioni precedenti…non so se questo film sia adatto a tutti ma certamente è un film che consiglio agli amanti del vero cinema!

Crimson  @  13/01/2008 14:55:35
   8½ / 10
Questo è il film che preferisco di Tsukamoto. In linea di continuità con 'Tokyo Fist' sia per le tematiche che per l'impatto visivo, ma personalmente mi ha dato qualcosina in più sul piano delle emozioni e del coinvolgimento.
Non trovo sinceramente delle congruenze con Scorsese come ho letto spesso, anche se la scena allo specchio effettivamente ricorda quella di 'Taxi Driver'.
Tsukamoto sorride nella prima scena, dieci secondi di 'normalità' prima di essere catapultati, protagonista e spettatore all'unisono, in un vortice di angoscia e inappagamento continuo, senza sbocchi. E' per questo che lo stile del regista mi dà sempre delle sensazioni di claustrofobia, di non uscita (poi 'Haze' lo sarà in tutto e per tutto anche a livello squisitamente visivo).
L'autodistruzione come mezzo per trovare una catarsi, una ricerca ossessionante che dapprima personale trova una condivisione con Chisato (la splendida Kirina Mano). Ai pugni del film precedente qui è la ricerca costante dell'arma a fare da artificio tramite il quale cercare una soluzione disperata.
La Tokyo dei sotterranei poi è la vera arma in più del film, a cui fà da contrappunto la solita, anonima e impersonale metropoli dei piani alti, da cui sfuggire a tutti i costi, per ritrovare il vero Sè.
Il finale è meraviglioso.

Invia una mail all'autore del commento Nobody9205  @  29/11/2007 03:47:25
   9 / 10
mi associo a quanto detto sotto. film da vedere assolutamente, di una bellezza davvero unica...

Invia una mail all'autore del commento Gondrano  @  28/09/2007 13:36:42
   8 / 10
Regia immensa per un film "velocissimo" che corre verso un finale meraviglioso. Cupo ed emozionante.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR quadruplo  @  02/03/2007 01:01:05
   8 / 10
Uno dei film più riusciti di Tsukamoto: lo stesso regista ha impiegato due anni per realizzare un idea che aveva in mente da dieci. E la cura nel girarlo si vede tutta.
Se uno ha già visto Tetsuo può immaginare cosa lo aspetta in questo film dal punto di vista stilistico.
Tsukamoto ama la sua città come Spike Lee ama New York, solo che la rappresenta in modo leggermente diverso...
L'influsso della metropoli nell'individuo è visto dal regista nipponico come qualcosa di fisico e il film è proprio una"esperienza audiovisiva", sono infatti le immagini più che i dialoghi a parlare per i due protagonisti (lo stesso Tsukamoto la bellissima Kirina Mano). Se uno ha apprezzato Tetsuo non può non vedere anche questo.

1 risposta al commento
Ultima risposta 08/04/2007 13.27.10
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento matteo200486  @  19/11/2006 23:16:29
   8½ / 10
...film estremamente rapido ed ossessivo... La disperata ricerca della morte da parte del protagonista è una costante... Un film sperimentale ma contemporaneamente molto bello... Ottimi fotografia e montaggio... Veramente bello....

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Tumassa84  @  05/08/2006 20:05:28
   9½ / 10
L'ho visto solo una volta, ma avendo comprato il DVD mi sa che lo rivedrò veramente troppe volte. E' il mio primo film di Tsukamoto, che si è aggiunto immediatamente nella lista dei registi di cui voglio assolutamente vedere tutto. Dal primo all'ultimo secondo questo film ti inchioda pesantemente al divano e ti violenta con una delle regie più aggressive che abbia mai visto. Capolavoro.

benzo24  @  09/06/2006 19:53:23
   10 / 10
Straordinario affresco metropolitano, immagini veloci come pallottole, personaggi che rincorrono la morte e paradossalmente vanno incontro alla vita in uno splendido e magico bianco e nero. uno dei film più belli della storia del cinema.

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