cam (2018)

Un'ottima sorpresa questo film molto sottovalutato e originale, se vi piace lo stile di Cronenberg non perdetelo. Molto meglio di tanti art-horror che ci sono in giro, pompatissimi e molto irritanti e pretestuosi.

Un discreto esordio per Daniel Goldhaber,che ci introduce all'interno del mondo della nostra bella protagonista, Alice di giorno e Lola di notte,camgirl che si ritrova alle prese con un grosso problema.....
Argomento sicuramente interessante quello delle camgirl,scarsamente trattato dalla cinematografia e qui rappresentato in modo abbastanza oggettivo,merito probabilmente della sceneggiatrice proveniente proprio da questo controverso mondo,così come sicuramente azzeccata l'interpretazione di Madeline Brewer,impegnata sia nel ruolo della protagonista sia in quello del suo inquietante doppio.
Il problema principale di questa pellicola è da riscontrare però nel fatto che non riesce a coniugare l'aspetto puramente thriller con quello horror,l'intreccio diviene troppo assurdo da un certo momento in poi per risultare credibile,gli eventi non vengono spiegati e vengono lasciati avvolti nel mistero,cosa che in questo caso appare come una facile scappatoia per non dover spiegare eventi assolutamente incomprensibili.
Aspetto tecnico nella media che non eccelle sotto nessun punto di vista.
Nel complesso non un brutto film, ma neanche niente di più di un semplice (e valido) intrattenimento.

Un porno-thriller vedibile, ma niente di eclatante. La seconda parte diventa anche un po' confusa. Giusto per vedere un po' di belle chiappazze.

Insomma, thrillerino soprannatural/allegorico (dipende dalle interpretazioni), che manipola lo spettatore facendogli credere certe cose e portandole su strade sbagliate. In fondo l'operazione è riuscita, il film scorre e in alcuni momenti provoca una certa tensione, innegabilmente. rimane però un po' tutto fine a se stesso, il messaggio sul doppio e l'alienazione della doppia vita che si materializza c'è ma è forse quanto di più abusato nella storia della narrativa umana, l'unica variante è che è trasferito nel mondo dei "social". Poco per dare più di una risicata sufficienza.

Inizia come una disamina sul mondo del cam girl e sull'universo che ci gira attorno, dalle performance efferate, spettatori in visibilio, ricerca e costruzione degli ambienti e della fidelizzazione di chi assiste. Poi dopo una prima parte "quasi" documentaristica cambia pelle, si trasforma in un thriller abbastanza riuscito che sfrutta l'idea dello sfaldamento tra vita reale e vita virtuale in maniera non proprio scontata.
Il vero problema sta nell'ambiente in cui si muove Alice/Lola: finchè si resta sul suo personaggio e la sua sfida personale il film si muove bene, quando cerca di interagire con gli altri personaggi si evidenziano tutti i difetti (molti scoperta la sua vera natura ne sono risentiti, sorpresi, alcuni ne approfittano mentre altri lo snobbano e lo considerano una frivolezza). Tutto questo è portato alla semplificazione estrema, incapace di scandagliare più a fondo delle dinamiche sommariamente interessanti.
E' un vero peccato perché si è scelto di prendere una strada più inconsueta scegliendo la via del thriller, ma si è sacrificato la percezione e il dibattito a fronte del puro divertissement.

Sicuramente non è un caso che la protagonista nella sua vita reale si chiami Alice. Cam estremizza lo sdoppiamento tra vita reale e vita virtuale qualdo Alice davanti allo specchio vede il suo doppio Lola prendere vita propria ed estrometterla dal virtuale e mettendo in crisi il reale. Cam funziona bene in questo suo meccanismo. Diventa sempre più straniante quando Alice perde il controllo di Lola che diventa sempre più ardita nei suoi giochi, a non porsi quei limiti che Alice possedeva. Semmai quello che manca è il retroterra di Alice. Non è mai pienamente chiaro il perchè abbia intrapreso questo tipo di carriera. Per il resto dal punto di vista tecnico il film è pregevole, anche per come viene dipinto l'ambiente di lavoro della ragazza, le ripicche e le invidie reciproche.