cella 211 regia di Daniel Monzón Francia, Spagna 2009
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cella 211 (2009)

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locandina del film CELLA 211

Titolo Originale: CELDA 211

RegiaDaniel Monzón

InterpretiLuis Tosar, Alberto Ammann, Antonio Resines, Marta Etura, Carlos Bardem

Durata: h 1.50
NazionalitàFrancia, Spagna 2009
Genereazione
Tratto dal libro "Cella 211" di Francisco Pérez Gandul
Al cinema nell'Aprile 2010

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Trama del film Cella 211

Per fare buona impressione nel carcere dove ha appena trovato lavoro come secondino, Juan Oliver si presenta con un giorno d'anticipo sul primo turno di guardia. Durante la visita al braccio di massima sicurezza, un frammento di intonaco cade dal soffitto e lo colpisce sulla testa. In attesa di poterlo soccorrere, gli altri guardiani lo distendono temporaneamente nell'unica cella libera, la numero 211. In quello stesso istante, ha perň inizio una rivolta organizzata dal carismatico detenuto Malamadre, che costringe il giovane guardiano inesperto a improvvisarsi credibile galeotto per riuscire a sopravvivere alla situazione e riabbracciare la moglie al sesto mese di gravidanza.

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Voti e commenti su Cella 211, 177 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  25/04/2010 01:08:23
   7½ / 10
Potenzialmente questo è uno di quei film da cui potrei estrarre l'8 senza troppa fatica, perchè visivamente colpisce il cuore e lo spirito - almeno quanto se non di più di un recente cult di Babenco - costringendo lo spettatore a inabissarsi nel maelstrom (leggi: i sotterranei del carcere) di un inferno che precipita gradualmente verso l'ipnotica (non-)condizione di un'umanità lacerata e lacerante. La grande capacità del regista è proprio quella di aver percorso questa strada sfruttando la metafora occulta di una vera e propria discesa negli abissi dell'irraggiungibile, anche attraverso la figura inusuale di un criminale sì sanguinario, ma carismatico e quasi rigoroso nella sua "privata moralità" come l'indimenticabile Malamadre.
D'altra parte sono convinto che il film abbia tutti gli ingredienti per provocare dibattiti a non finire, ma proprio su questo punto credo emergano in modo ancora più evidente i suoi difetti.
Dal punto di vista strettamente sociologico, per non dire filosofico - v. il mito del super-uomo nietzchiano evocato con sorprendente superficialità - è davvero deludente, e a questo punto la valutazione si potrebbe assestare sul 4 "artistico".
Prendendo in esame l'intera vicenda, proprio la figura di malamadre è talmente forte nel contesto che la rappresenta da oscurare tutti gli altri comprimari, o per meglio dire i personaggi del film, compreso proprio quel protagonista furbissimo (o strumentale) che si trasforma via via in maschera per sopravvivenza latente, difensore dei diritti negati dall'altra parte della barricata, mr. hyde provato dalle esperienze personali e via dicendo.
Nessuno che emerga, al di là di malamadre, in quest'orgia di psicopatici dal coltello facile o (al contrario) di inadeguati custodi di un carcere di massima sicurezza.
E' facile appiattire il divario inesistente tra bene e male, soprattutto in reazione alle conseguenze più traumatiche, ma non è lecito soppiantare un contesto tanto fragile con l'assurda pretesa di trasformare l'acquasanta in un diavolo con la coda - cfr. anche se vittima delle conseguenze e pertanto decontestualizzato dalla sua obiettività mentale (spoiler) Insomma, si tratta di riserve impossibili da omettere, quando in tutto questo marasma l'unico elemento coerente con la propria immagine e la propria filosofia di vita è appunto un sanguinario front-leader semianalfabeta dotato di una spiccata concezione organizzativa delle sue azioni.
Pertanto non è tanto la moralità artificiosa il contesto di un film comunque molto potente, quanto la sua presuntuosa vigliaccheria. Tanto più se suona ipocrita, virilmente stucchevole nella sua ossessiva tendenza a mostrare il desiderio inconscio dell'umanità più fragile di essere accettata e rispettata dalle fonti più credibili del male, dalla forza della ragione nella follia.
Molto meglio sviluppato il grandioso complesso dell'intero film, che non a caso ricorda la costruzione medianica dell'horror Rec 1 - dove in una giornata ordinaria qualcuno entra a far parte integrante di un destino fatale.
Così lo script di Cella 211 prende la sua strada maligna, lasciandoci tanti interrogativi sul destino - sulla natura? - dell'uomo moderno secondo il cinema contemporaneo

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6 risposte al commento
Ultima risposta 13/09/2010 18.44.15
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