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Qui è particolarmente piacevole vedere in azione il duo Chaplin-Normand, le due più grandi stelle della Keystone, con un'eccellente intesa sul set. Lei, l'unica che per carisma, talento ed espressività potesse davvero tenere botta al fianco di uno come Chaplin; autrice, regista, a breve anche produttrice di se stessa fondando la sua personale casa di produzione (nel 1916), la prima delle potentissime dive hollywoodiane. Lui, una delle più grandi menti cinematografiche (nella regia, nella scrittura, nella recitazione) che abbiamo la fortuna di avere impresse su pellicola, nemmeno a dirlo. Qui, per la prima volta nei panni di marito e moglie, con l'apporto di una storica e grande "spalla" come Mack Twain, sono mattatori assoluti, per quanto il contenuto è quello semplice semplice dei corti comici Keystone, schegge di puro intrattenimento senza pensieri sparate fuori una a settimana circa. L'ultima parte, quella dello scontro Chaplin contro Manichino mostra tutta la verve dei due partner-in-crime più ispirati della scuderia Sennett.
Non male il diciottesimo film con Charlie Chaplin. Merito di una lunga sequenza di gag riuscite con il manichino nella parte finale più che del solito bisticcio amoroso iniziale, anche se Mark Swain (abituale collaboratore di Chaplin anche lui) è molto bravo e divertente. Mabel Normand piuttosto riesce quasi (ma non del tutto) a tenere testa alla sua controparte maschile, ma Charlot ubriaco e tornato a casa dalla moglie si scatena contro il manichino in una serie di capitomboli irresistibili.
divertente solo a tratti e mi riferisco ai "tratti " finali dove Charlot è alle prese con il manichino del titolo... per il resto ordinaria amministrazione!